La beffa è tutta nel tiro di Giuseppe Madonia. La buona partita predisposta da mister Calabro finisce a rotoli quando l’ex attaccante dell’Akragas tira fuori dal cilindro, non la prima volta in carriera, un colpo eccezionale. Un colpo estremo, improvviso e improvvisato che trasforma una sconfitta in un punticino che fa classifica. Il resto è una continua partita tattica tra il tecnico pugliese ed il collega Marra. L’allenatore giallorosso ci mette due settimane per abbandonare un modulo che non ama (il 4-3-3) e passare alla “coperta di Linus” rappresentata dal suo amato 3-5-2. Se volessimo giocare coi numeri, cosa che non ci dispiace, potremmo parlare anche di un 3-6-1 data la posizione mobile di Ferri. Forse più onestamente dovremmo parlare di un 5-3-1-1 data la pochissima spinta di Ionut e Akrapovic sulle corsie esterne. Proprio sul rumeno e l’ex calciatore del campionato di Gibilterra dovremmo aprire un capitolo a parte: Ionut arriva a Messina da terzino destro, o meglio è così che Lello Di Napoli lo schiera. Sin dalle prime uscite si capiscono due cose: non ha grande educazione tattica ma non gli manca coraggio e capacità nel calciare in porta. Akrapovic è un tesseramento che ancora risulta enigmatico, in più nella sua carriera il 23 giallorosso ha sempre agito da intermedio di centrocampo. Essendo mancino, però, per mister Marra diventa un’alternativa sulla fascia data la qualità media a disposizione (vista la necessità di lasciare De Vito nel ruolo di centrale). L’esperimento dura fino a quando non torna in campo Madonia, con lui si passa prima al 4-3-3 e poi al 4-2-3-1 con Foresta a pestare i piedi a Galdean.
SULLA SCACCHIERA – Partiamo dalla disposizione tattica sulla carta: nella lavagnetta vedete i ventidue calciatori di partenza. In rosso gli uomini chiave della gara: da Ionut, Musacci e Akrapovic passa il pessimo primo tempo giocato dal Messina. I due esterni rimangono quasi sempre nella terra di nessuno, quando attaccano improvvisano e in fase difensiva sono in ritardo. Musacci è la chiave di tutto, dai suoi piedi dovrebbe nascere il gioco. Al momento il Messina non sta giocando, il refrain sulla condizione fisica ha la data di scadenza appiccicata addosso. Frecce azzurre per alcuni dei movimenti visti in campo: Foresta ha cercato ampiezza, mentre Mileto e De Vito scivolavano verso sinistra quando Ionut copriva più basso. Opposto il lavoro del Francavilla: Pastore in attesa e Triarico libero di spingere. L’uomo chiave è pero Abate. Squalificato Alessandro, mister Calabro non rinuncia all’uomo tattico nella posizione di intermedio sinistro. Il movimento dell’ex Trapani diventa impossibile da leggere per il Messina.
CRONACA DI UN RIGORE ANNUNCIATO – Lunghissima animazione per analizzare al meglio l’azione che porta al rigore del vantaggio pugliese. Partiamo dall’approccio difensivo del Messina: Abate alza la testa e vede il movimento sul secondo palo di De Angelis, in quattro (QUATTRO) del Messina rimangono a guardare il calciatore dei pugliesi. Ionut guarda la palla e non ha percezione del pericolo rappresentato da De Angelis. Scavalcato dal pallone, una volta rotte le uova pensa bene di fare la frittata. Entrata in scivolata a forbice, pallone solo sfiorato ma, che come potete vedere dall’ingrandimento e dalle evidenze della parte finale della nostra animazione, non cambia praticamente traiettoria continuando a scorrere sulla linea dell’area piccola. Rigore che c’è, atto finale di uno sconsiderato piazzamento difensivo.
FRECCE IMPRENDIBILI – Il primo tempo è una lunghissima apnea per il Messina. Mister Marra parlerà di maggiori occasioni per i giallorossi, la realtà è che il Francavilla gioca ed il Messina improvvisa. Non una colpa del tecnico, perché che lui lavori sul campo è chiaro ma il tempo a sua disposizione è ancora troppo poco per poter vedere realizzate idee completamente diverse rispetto a quelle di Bertotto. Seconda animazione per analizzare la traversa colpita da Abate: De Angelis attacca la profondità sull’out mancino della difesa del Messina. Akrapovic e De Vito sono a spasso, Maccarrone si accoppia con Nzola (e lo seguirà a uomo) lasciando a Mileto l’impossibile compito di tagliare in diagonale su De Angelis (freccia gialla). Il numero 2 del Messina non chiuderà mai sull’avversario, palla in mezzo e Abate fermato solo dalla traversa. Sull’ex Trapani prova ad arrivarci Ionut (riquadro azzurro), anche il rumeno è però troppo largo per poter seguire il taglio di Abate. In questo caso a saltare sono tutti gli automatismi (che forse non ci sono proprio) del pacchetto difensivo: Akrapovic sale e De Vito accorcia, alle sue spalle lascia troppo campo che Maccarrone e Mileto non si dividono al meglio, in più Ionut non comprende i tempi per stringere verso il centro.
LONTANO DAL GOL – Breve focus su Demiro Pozzebon. Il centravanti del Messina è partito fortissimo tra Coppa Italia e sfida col Siracusa, le uscite contro Reggina e Francavilla sono invece state molto al di sotto della sufficienza. Nella nostra animazione due momenti del primo tempo: i pugliesi difendono con un muro formato da Idda, Faisca e Abruzzese. Lanciare una palla verso quei tre è sinonimo di palla persa, Pozzebon fatica troppo a trovare spazio in area e cerca spazio e palloni fuori. Non una cattiva soluzione, però il Messina perso il centravanti non riempie più l’area neanche con l’inserimento delle mezze ali. Nella nostra animazione abbiamo evidenziato la posizione di Pozzebon chiedendoci quanto potesse essere utile rimanere così lontano dalla porta per lui. Prestazione comunque insufficiente per l’ex Lucchese, oltre ad un problema tattico viene a galla anche un certo egoismo. In almeno due occasioni abbassa la testa e calcia dalla distanza senza fortuna, peccato che uno scarico su un compagno meglio piazzato sarebbe stata la scelta più logica.
LUCE SPENTA – Quella del Messina la accende allo scadere Madonia, il palermitano approfitta anche della prima dormita difensiva del Francavilla. Sul merito e sul coraggio del giallorosso nulla da dire, chiaro però che il tappeto rosso steso dai pugliesi risulti decisivo. Cerchio giallo per Madonia, quando riceve e si gira i centrocampisti del Francavilla (riquadro azzurro) sono molli sulle gambe e si lasciano scappare l’avversario. Occhio al muro pugliese: la linea sull’avanzamento di Madonia scappa compatta senza che nessuno si prenda la briga di uscire. Quando Faisca capisce che lo spazio concesso ad un calciatore di quelle doti tecniche è troppo, ormai, è tardi. Destro perfetto e rete che salva il Messina e beffa il Francavilla. Mister Calabro mostrerà una certa insofferenza in sala stampa sull’argomento, nelle sue idee lo spazio da concedere al Messina dove essere unicamente quello sugli esterni, forte della potenza fisica dei suoi marcatori in area. Il buco che si viene a creare in mezzo è una doppia beffa: primo porta al pari, secondo rappresenta una grossa pecca nel sistema difensivo scelto.