A ogni costo. La vittoria è l’unica cura per un Messina reduce da una sconfitta troppo brutta per essere vera, con l’aggravante di una mancata reazione che ha lasciato più di un dubbio sullo spessore della rosa a disposizione di Auteri. Contro la Gelbison è scontro diretto senza alternative alla vittoria.
LA STRADA GIUSTA – Qualche alto e una marea di bassi che lasciano, troppo spesso, sconsolati. Il Messina non sembra aver ancora trovato la sua identità, non tanto tattica quanto emotiva. Che squadra sia quella giallorossa è, ancora, difficile capirlo con le analisi che vanno spesso in contraddizione a causa dei saliscendi mostrati. La sconfitta di Cerignola – nella maniera più paradossale e tipica del calcio – potrebbe diventare la scossa per un cambio di rotta. Peggio di quanto fatto in Puglia – chiaramente al netto del valore dell’avversario – pare difficile fare. Contro la Gelbison, quindi, non è tanto l’occasione per un riscatto legato solo al risultato, ma per un riscatto di prestazione. Era una delle risorse a cui appigliarsi a inizio stagione, venuta a mancare passo dopo passo. Perché il Messina di Auteri non pare una vera e propria squadra di Auteri, col tecnico che denuncia in maniera continuativa quanto sia necessario trovare uno stile indipendentemente dal modulo. Certo, quello tattico è un bel tema per aggrovigliarsi in numeri come 4-3-3 o 3-4-3. Il campo, però, ha raccontato come anche il sistema di gioco non modifichi l’oscillare perenne: a Crotone, in Coppa Italia, il ritorno della difesa a tre sembrava essere la via più giusta da perseguire, ma Cerignola ha distrutto l’illusione. Non c’è una formula magica, come non è mai esistito nel calcio un modulo giusto e uno sbagliato. Ci vuole solo quello giusto, ma trovarlo non è sempre scontato o veloce. Il Messina, allora, questa identità tattica, emotiva e di stile deve ancora trovarla. Auteri fa parte del gioco, sbaglia anche lui e deve trovare la chiave in breve tempo. Nella conferenza stampa pre gara è quasi delicato nel confessare come il suo gruppo sia troppo giovane, forse timido, anche solo per individuare e analizzare a parole gli errori commessi. Una confessione che spiega quanto lavoro attenda il tecnico giallorosso.
FORMAZIONE – La questione modulo torna al centro della discussione quando il tema diventa quello della formazione. Ipotesi 3-4-3 confermato con una minore presenza di under – comunque non meno di tre – anche per l’assenza di Filì nel pacchetto arretrato. Così, davanti a Daga si va verso il trio formato da Trasciani, Camilleri e Ferrini. Sulle corsie i favoriti restano Versienti e Fazzi, anche visto l’impatto negativo di Konate nel subentrare a Cerignola. In mezzo al campo Fiorani resta favorito su Fofana anche per la questione under, con lui Marino. In attacco il tridente visto in Puglia potrebbe essere confermato con Curiale riferimento centrale con ai suoi fianchi Balde e Catania. Scalpitano Iannone e Napoletano, entrambi puntano alla maglia di Catania dato che Balde – al momento – pare ancora in cima alle preferenze del tecnico. Dall’altra parte ci sarà una Gelbison in ascesa: esonerato Esposito, l’allenatore della storica promozione in C, con la panchina affidata a De Sanzo. Il suo arrivo è coinciso con tre vittorie consecutive che hanno lanciato i cilentani in zona metà classifica. Squadra che non cerca di brillare, ma capace di speculare grazie a una buonissima fase difensiva di squadra. Fisicità e palle inattive, col contropiede sempre pronto grazie a Faella. Da valutare Cargnelutti al rientro dopo un problema muscolare, se non dovesse essere titolare spazio ancora a Loreto. Un dubbio anche in mediana dove Graziani non è al meglio, l’alternativa è Nunziante.
MESSINA (3-4-3) Daga; Trasciani, Camilleri, Ferrini; Versienti, Fiorani, Marino, Fazzi; Balde, Curiale, Catania. All. Auteri
GELBISON (3-5-2) D’Agostino; Gilli, Bonalumi, Loreto; Statella, Graziani, Papa, Fornito, Correnti; De Sena, Faella. All. De Sanzo
*foto copertina: Acr Messina – sito ufficiale