Interessante o meno, la fiducia della società verso il proprio tecnico rimane centrale per il proseguimento del rapporto di collaborazione. La provocazione di un piccato Antonio Venuto è stata ampiamente compresa, senza bisogno di lasciare spazio a facili polemiche o previsioni di rottura. Il destino del tecnico giallorosso non lo decideranno dichiarazioni scocciate o altro, sarà ancora una volta il campo a chiarire il futuro. Due pareggi consecutivi che accoppiati alle tre sconfitte precedenti relegano il Messina nei bassifondi della classifica. Niente a che vedere con quanto sbandierato da un ciarliero Pietro Sciotto nei giorni del suo arrivo: salti di categoria come se in mezzo non ci fosse un campionato difficilissimo come la Serie D. Scrivere ancora di ritardi, incompetenze, ricerca di scuse non serve più, soprattutto quando dall’altra parte non ascolta nessuno o lo fa per rinfacciare a tempo debito (arriverà?). Dalle parti del San Filippo è caccia grossa a “l’altro” a cui scaricare le responsabilità maggiori. Spesso e volentieri quando le cose vanno male le colpe sono varie e da dividere, il Messina non può essere flagellato da un solo male. Quanto fatto vedere dai giallorossi nelle prime cinque uscite palesa difficoltà su tutti i fronti: in campo la squadra di Venuto è poco lucida in fase di costruzione, quando sbanda difensivamente la colpa è soprattutto delle caratteristiche degli uomini a disposizione. La guida tecnica si sgola e scervella: difficile che con un colpo di spugna e un addio a Venuto il Messina muti del tutto. Il processo sarebbe comunque lento, tanto che affidarsi ancora all’ex tecnico del Due Torri in attesa della svolta potrebbe essere addirittura una scelta logica. La fiducia, con buona pace di Venuto, rimane comunque a tempo e la sfida con l’Acireale potrebbe essere decisiva, nonostante la ritrosia di Sciotto nel sobbarcarsi un nuovo staff tecnico sul libro paga.
SCRIVANIE – Il campo rimane il palcoscenico sotto gli occhi di tutti. Quello nascosto delle segrete stanze dirigenziali soffre solo qualche spiffero buono per costruirsi una verginità mediatica. Riunioni e confronti dove decidere e ingoiare rospi amari: i più grossi sono quelli che il presidente Sciotto si è forzato ad ingurgitare di fronte alla realtà dei fatti. L’estate di parole è stata portata via dal vento delle reti di Portici e Nocerina, l’arrivo di Fabrizio Ferrigno rimarrà gravemente tardivo qualunque sia il suo apporto finale. La sensazione rimane quella che il numero uno giallorosso della maggior parte dei collaboratori avrebbe fatto volentieri a meno, non per la parsimonia di cui lo si accusa ma sempre per la stramaledetta presunzione che lo accompagna. La costruzione della rosa non ha mai convinto, troppe teste diverse che unite tra loro non ha fatto altro che creare un gruppo con pochissima logica calcistica. L’arrivo di Ferrigno è stato accompagnato da un paio di ingaggi interessanti e qualche colpo rimasto in canna: Luca Orlando è finito a Prato, difficile convincere Giovanni Abate a scendere di categoria, praticamente un miracolo portare Daniele Corvia in riva allo Stretto. La ricerca del cannoniere continuerà con la consapevolezza che la rosa dei nomi non è così ampia, l’ingaggio da parte dello Spezia di Alberto Gilardino ad ottobre iniziato fa capire come l’attesa rimanga il primo alleato di tanti calciatori svincolati. Ci vorrà qualcuno che sposi il progetto in maniera totale, convinto del salto all’indietro nonostante la possibilità di strappare un contratto tra Serie B e C.
ACIREALE – Domenica si torna a giocare, in attesa di conoscere se a porte aperte o nuovamente nel silenzio, il Messina prepara la sfida contro la squadra di mister Infantino non senza problemi. Maiorano rimane in dubbio, probabilmente riuscirà al massimo a strappare una panchina di rappresentanza. In difesa torna Francesco Bruno dopo il turno di squalifica, sarà importante la continuità col compagno di reparto Colombini per trovare una solidità reale e non episodica. In regia Migliorini ha chiuso definitivamente il ballottaggio con Pezzella a suo favore, adesso l’argentino potrebbe rappresentare un’alternativa di lusso o un peso per le casse societarie, al tempo l’ardua sentenza. Squalificato Ragosta dopo la reazione su un avversario a Vallo della Lucania: l’ex Castrovillari toglie un’opzione utile a mister Venuto che aspetta anche di capire come il giovane Lia abbia assorbito il forte colpo in faccia subito. Da sciogliere c’è il nodo legato al centravanti: sia Cocuzza che Dezai hanno fatto meglio partendo dalla panchina, la poca attitudine al gioco da riferimento centrale aumenta quando gli avversari sono ancora freschi e lucidi. Da subentranti hanno mostrato giocate interessanti, purtroppo per loro uno dei due dovrà scendere in campo dal primo minuto. Cartolina finale di una situazione tecnico-tattica (per limitarci al campo) paradossale, scenario da cancellare con prestazione, reti e vittoria. Il Messina non ha più tempo di perdersi in parole, errori o svolte attese. I giorni a disposizione sono terminati, il campo deve dare le risposte necessarie, la serenità societaria passa anche dai risultati.