Messina, il culo di Rando

Pubblicato il 1 Ottobre 2019 in Primo Piano

Premettiamo: non ce ne voglia il neo allenatore giallorosso per il titolo, che in realtà vuole essere esclusivamente un richiamo al ben più noto “Il culo di Sacchi”, felice libro di Gene Gnocchi dedicato al cammino della Nazionale al Mondiale di USA ’94.

CONSAPEVOLEZZA – Nessuna svalutazione, quindi, del lavoro del tecnico, anzi un paragone eccellente che possa essere di buon augurio. È indubbio, però, che la fortuna è componente essenziale del gioco del calcio. Un palo (quello colto dal Castrovillari già in vantaggio 1-0 al “Franco Scoglio”) e tutto gira improvvisamente: tre reti ai calabresi in rimonta, 3 punti infrasettimanali legati al ricorso contro l’Acireale, la prima vittoria esterna della stagione (che coincide anche con la prima gara in cui il Messina conserva la porta inviolata): in meno di 10 giorni, Pasquale Rando si ritrova così ad essere l’allenatore di una squadra al quarto posto (anche se, ovviamente, è un riferimento del tutto parziale alla 5a giornata), piuttosto che del fanalino di coda a 0 punti. Tutti i protagonisti ripetono che l’opera principale è stata fatta sull’aspetto mentale. Sarà così, ma intanto anche a Ragusa il tecnico ha azzeccato le mosse giuste: ha, soprattutto, resistito alla tentazione di cambiare troppo e ha riconfermato un’intelaiatura base, con la sola eccezione dell’innesto di Saverino. Nessuna rivoluzione, bensì cambiamenti graduali. E, non è poco… Nella seconda metà della ripresa, poi, sotto pressione, non ha lesinato sostituzioni e cambi di modulo, giocandosela “da provinciale” (difensori e mediani a gogò…), nella consapevolezza che questo Messina è ancora convalescente. In questo momento, va benissimo anche così. Insomma, la fortuna Pasquale Rando se la è andata a cercare e le vittorie sono la migliore cura mentale possibile. Avanti così, allora, nella consapevolezza che un giorno bisognerà arrivare ad essere anche più forti della Dea Bendata, magari chiudendo rapidamente gare come quella di Ragusa. Ma, anche, nella consapevolezza che in fondo basta poco per riaccendere la fiammella dell’orgoglio biancoscudato.

Commenta

navigationTop
>

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi