L’anomalo giro di boa stagionale, virtuale per la maggior parte delle squadre del girone (viste le tante gare da recuperare), ci consegna un Messina che sta lì dove è stato costruito per stare. Ci restituisce una squadra con un’identità sempre più consolidata, ma non ancora in grado di vestire i gradi di favorita assoluta del torneo.
LA VERITÀ DEI NUMERI – La gara contro il S. Agata è stata, in larga parte, un valido specchio per analizzare pregi e difetti di questa squadra. Gli uomini di Novelli, innanzitutto, sono programmati per gestire la partita. Sempre e comunque. Ciò ha permesso di cogliere alcuni successi importanti contro formazioni di vertice (come Acireale e San Luca), ma non ha rappresentato una certezza in termini di vittoria. Contro le “piccole” o le formazioni di metà classifica, ad esempio, sono stati persi punti pesanti, pur a fronte di prestazioni in cui si era subìto ben poco. I giallorossi, poi, sono in grado di cambiare volto e di essere concreti prima ancora che spettacolari. Una caratteristica, tuttavia, che non sempre – tanto nel corso delle gare, quanto più in generale durante il girone d’andata – sono riusciti a capitalizzare. A volte, così, l’episodio li ha premiati, altre no. Un fattore che ha pesato sulla continuità e su una media punti (1,94 a partita) ancora troppo bassa. Basti pensare che l’ultimo torneo senza squadre ammazza-girone, quello del 2017-18, vide Vibonese e Troina andare allo spareggio con una media punti di 2,23, identica a quella della Sicula Leonzio che aveva trionfato dodici mesi prima. E ancora, il Messina, vanta di gran lunga l’attacco più prolifico del raggruppamento e può contare su quello che è, a oggi, il migliore leader della classifica marcatori. La difesa, al contrario di quanto può apparire dalla casella dei gol subiti, è comunque riuscita a rimanere blindata in quasi metà (8 su 17) delle partite disputate, ma evidentemente nelle altre gare ha subito parecchio visto che comunque le reti incassate sono 15. Se in giornata storta, insomma, questa squadra può fare acqua di brutto… Tra l’altro, soltanto in due occasioni (Acireale e Dattilo) le reti al passivo sono state ininfluenti sul risultato.
ACCELERARE – Infine, l’ultimo dato riguarda l’ampiezza dell’organico. Fin dal ritiro si è detto che questo fattore rappresentava uno dei principali punti di forza del Messina. Strada facendo si è anche provveduto a sfoltire la rosa, non solo sul fronte under. Il risultato è che in un torneo lungo e insidioso qual è quello attuale, non sempre Novelli ha avuto a disposizione le alternative necessarie per garantire un cambio di marcia. Soprattutto negli ultimi tempi, così, più di qualche elemento è parso in affanno, ma ha comunque dovuto tirare la carretta. In discussione non c’è solo la mancanza di comprimari, bensì di una-due pedine che possano (il caso Lai è emblematico) alzare il livello di concorrenza interna. In grado insomma – come dice Novelli – di mettere in difficoltà l’allenatore nella scelta dei titolari. Marzo – salvo slittamenti di calendario che paiono, al momento, scongiurati – sarà determinante per i destini dei giallorossi, che in rapida successione affronteranno le più dirette concorrenti (Gelbison compresa) al primato. Occorrerà arrivarci, senza dubbio, nelle condizioni giuste per potere imprimere quell’accelerata necessaria in ottica promozione perché, ad oggi, solo… il meno è fatto.