Messina, la beffa e il danno: il Trapani passa nel finale

Pubblicato il 24 Febbraio 2025 in Primo Piano

Che beffa. La rete di Stensrud negli ultimi minuti piega un Messina volenteroso ma, purtroppo, non concreto. Primo tempo di buona intensità, poi un lento calo, arrivato anche per rivedibili scelte tattiche del tecnico Banchieri. Nel recupero espulso Krapikas. Sconfitta pesante e rincorsa salvezza ancora più in salita.

VIVACITÀ – La reazione al fango gettato sullo stemma giallorosso arriva da un rumoroso San Filippo, da una Curva numerosa e avvinghiata a un gruppo squadra diventato l’ultimo baluardo per credere nella salvezza. Storie di contributi e penalizzazioni, ma ci sarà tempo. È il giorno della partita, del campo. Dell’incrocio con un Trapani che arriva a Messina rispettando la squadra di Banchieri, tanto da scegliere una difesa abbottonata con Celiento bloccato a destra. Mossa che mostra la fragilità della squadra di Torrente, spaventata dall’idea dell’ennesimo passaggio a vuoto. Banchieri attacca con Luciani preferito a Costantino e De Sena, alle spalle la tecnica di Petrucci e Tordini. Torna Buchel in regia, la musica cambia perché lui e la coppia Gelli-Dumbravanu vogliono andare in verticale spesso e volentieri. Manca precisione, però. Match teso, intenso e che vive di sprazzi. Il Trapani punge sugli sviluppi di una palla inattiva, con Krapikas che non esce in maniera perfetta e Silvestri che può calciare: muro di Petrucci. Botta e risposta, perché il Messina ha idee e volontà: Tordini svaria, mentre Luciani non riesce a trovare il timing giusto. Come quando non serve proprio Tordini in campo aperto. “I ragazzi devono sciogliersi” – sempre suggerire la tensione palpante -, ci provano con l’uno-due degli stessi protagonisti che libera Garofalo al tiro: a lato di poco. Il Messina c’è, con ritmo e voglia di giocare la palla. Luciani non arriva all’appuntamento con un cross tagliato dalla sinistra, poi tocca a Crimi tuffarsi su servizio di Petrucci senza, però, trovare la porta. Finale di marca giallorossa per possesso e volontà di attaccare la profondità. E il Trapani? Non riesce a costruire lo straccio di una ripartenza, restando passivo e rispettando le distanze tra i reparti. Primo tempo positivo, anche se manca la capacità – ancora una volta – di concretizzare. Non solo in fase di conclusione, ma anche nella pulizia dell’ultimo passaggio. Uno di recupero, poi riposo.

BEFFATI – Fuori Ongaro, dentro Piovanello. Questa la mossa con cui Torrente modifica il suo Trapani, abbandonando il rombo e allargando il campo per sfruttare la velocità e tecnica di Ciuferri e lo stesso Piovanello. Funziona, perché il ritmo ora lo dettano i granata, col Messina più passivo e basso. Anche per colpa di un trio offensivo che non riesce più ad allungare la squadra e tenere la palla in alto. Luciani si muove parecchio, ma non c’è concretezza. Fuori Petrucci e Tordini, dentro Dell’Aquila e Pedicillo: contromossa per andare a specchio. Banchieri, quindi, decide di giocare a scacchi con Torrente e giocare uomo su uomo. L’inerzia è cambiata, anche perché il Trapani ha iniziato ad affidarsi alle azioni personali di Piovanello: il numero 27 è l’incaricato a creare superiorità. Scompiglio, tecnica e i centrali giallorossi che devono alzare il muro. La sofferenza è evidente, anche se Krapikas non deve mai intervenire. Banchieri prova a rompere gli indugi chiudendo la pessima parentesi Luciani per lanciare Costantino. Fuori anche Garofalo e campo per De Sena. L’ex Monopoli si sdoppia tra spalla di Costantino e ruolo di esterno a sinistra, più per copertura che per tatticismi. Copione chiaro: Trapani che quando alza i giri motore fa tremare i giallorossi, ma precisione poca e rischi solo percepiti. Messina che vuole colpire in contropiede. Quello buono? Sembra arrivare quando Crimi pulisce l’area e lancia Pedicillo in velocità: il trequartista avanza senza sosta, serve con precisione l’inserimento di Dell’Aquila che, però, sbaglia la scelta e decide di rientrare per calciare. Murato, ma c’era De Sena tutto solo sul secondo palo. L’azione la chiude il tiro alto di Costantino. Il finale pare scritto, perché la partita difficilmente sembra potersi sbloccare. Invece no, perché una leggerezza si paga cara a questi livelli: Celiento può avanzare senza contrasto di De Sena o Pedicillo, verticale per il neo entrato Daka che prende il fondo e mette in mezzo un pallone forte che Dumbravanu respinge cortissimo; si avventa Stensrud che calcia come può e supera Krapikas. Mischione amaro, che arriva a nulla dalla fine. Il Messina deve recriminare per la sua pochezza offensiva e la confusione tattica di Banchieri. La gara, però, non è finita ma il tempo c’è solo per un incredibile finale: corner per il Messina, salta anche Krapikas che tocca la palla di mano per favorire la rete di De Sena. Tutto fermo e giallo al portiere, che poi si allaccia con un avversario e viene anche espulso. Tutto evitabile. Prima sconfitta dell’era Banchieri e consapevolezza reale che la rincorsa è ancora più difficile.

MESSINA – TRAPANI 0-1

MARCATORE Stensrud al 42′ s.t.

MESSINA (4-3-2-1) Krapikas; Gyamfi, Gelli, Dumbravanu, Ingrosso (dal 37′ s.t. Haveri); Garofalo (dal 24′ s.t. De Sena), Buchel, Crimi; Petrucci (dal 14′ s.t. Pedicillo), Tordini (dal 14′ s.t. Dell’Aquila); Luciani (dal 24′ s.t. Costantino). (Meli, Marino, Vicario, Anzelmo, Morichelli). All. Banchieri

TRAPANI (4-3-1-2) Ujkaj; Celiento, Silvestri, Malomo, Benedetti; Segberg (dal 24′ s.t. Ciotti), Carraro (dal 47′ s.t. Ruggiero), Toscano; Ciuferri (dal 40′ s.t. Daka); Ongaro (dal 1′ s.t. Piovanello), Anatriello (dal 40′ s.t. Stensrud). (Barosi, Salamone, Mulè, Verna, Sciortino, Zappella, Liotti). All. Torrente

ARBITRO Di Cicco di Lanciano

NOTE Spettatori 4207, compresa quota abbonati. Espulso Krapikas al 50′ s.t. per gioco violento. Ammoniti Silvestri, Segberg, Malomo, Crimi e Krapikas. Corner 7-5. Recupero 1′ e 7′.

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