Messina, la firma di Ragusa: paura, gioia, salvezza strappata col cuore

Pubblicato il 13 Maggio 2023 in Primo Piano

Fischio, liberazione, salvezza. Il Messina mantiene la Serie C battendo di misura la Gelbison grazie a un gol di Antonino Ragusa. Partita durissima, sofferenza a livelli massimi e una rete che sembrava non voler arrivare. Poi, il lampo con Ferrini che assiste Ragusa. Nel recupero Fumagalli è miracoloso.

CONCRETEZZA GRANDE ASSENTE – Due cambi rispetto alla gara d’andata per Ezio Raciti che sceglie Konate in mediana al posto di Fiorani e Ragusa nel trio di trequartisti alle spalle di Perez, fuori Marino. Per il resto solo conferme, anche obbligate dato che in difesa non ci sono alternative al trasloco di Ferrini sulla fascia sinistra con Trasciani e Ferrara in mezzo. Un cambio nella Gelbison con Tumminello – match-winner della partita del Guariglia – che rileva De Sena per un modulo che passa a un 4-4-2 tutt’altro che difensivo con Kyeremateng e Graziani esterni. L’atteggiamento dei cilentani è chiaro sin dai primi istanti visto una squadra cortissima e che difende pressando in avanti. Nessuna rinuncia a giocare, anzi volontà di tenere il Messina basso e affondare negli spazi. Primo squillo su palla inattiva con Cargnelutti che svetta e sfiora la traversa. Risposta giallorossa che arriva immediata e grazie a un palleggio pulito che libera Balde appena dentro l’area: destro masticato che non trova, poi, neanche la deviazione di Perez che non va oltre a uno sfioro che non preoccupa D’Agostino. Come è innocua, poco dopo, una punizione di Kragl che si ferma sulla barriera. Sulla respinta il Messina, addirittura, rischia su un contropiede lanciato da Granata, rifinito da Infantino e chiuso senza precisione da Kyeremateng. Non ci sono pause in un San Filippo che regala una cornice di pubblico numerosa e rumorosissima, squadre che giocano a viso aperto e cercano insistentemente l’azione pericolosa. Brivido glaciale per la Gelbison quando Ferrini – ben servito da una lucida giocata di Konate – può calciare dal limite: D’Agostino si allunga e mette in corner. Gara aperta, ma non manca qualche perdita tempo strategica di una Gelbison che non vuole far prendere troppo ritmo alla squadra di Raciti. Copione chiaro quello recitato da un Messina che insiste nel palleggio corto per poi liberare uno dei due esterni alla ricerca di superiorità. Kragl resta imbrigliato, mentre Ragusa sembra perdersi sempre sul più bello. Concretezza questa sconosciuta, con Balde che cerca di trovare aria pulita nella zona centrale del campo per poter incidere. Kragl prova a sparigliare usando il destro per trovare Trasciani nel cuore dell’area, ma Gilli salva tutto. Pressione massima dei giallorossi e sempre grazie ad azioni avvolgenti per colpire, poi, da dentro l’area. Protesta Ferrara quando va giù per un tocco dentro l’area, per Bonacina si deve giocare. Polso fermo del fischietto bergamasco che non concede alle due squadre di eccedere nella fisicità con il cartellino giallo sempre a portata di mano. Ultimo squillo giallorosso con Ragusa che cerca Balde in area, ma trova le mani di D’Agostino. Sul ribaltamento arrivano le proteste anche dei cilentani per un contatto tra Trasciani e Infantino, per Bonacina non c’è nulla e squadre a riposo.

PROPRIO LUI – Ripresa che racconta di una Gelbison meno alta e più attenta nel non concedere spazi. Messina che prova ad alzare i ritmi, ma che resta bloccato da una netta insipienza in fase di costruzione. Lancio lungo come unica alternativa possibile, con Perez lasciato solo a fare a botte con Gilli e Granata. L’esito neanche va raccontato, così diventa evidente la necessità di una rivoluzione dettata dalla panchina. Raciti attende, nel frattempo la Gelbison si affaccia in zona offensiva e serve un super Fumagalli per disinnescare un destro insidioso di Fornito. I cambi arrivano e la rivoluzione auspicata è netta: fuori Konate e Perez, campo per Zuppel e Curiale col Messina che lascia il solo Fofana in mediana seguito da un trio di trequartisti più il doppio centravanti. Il campo, però, racconta di una Gelbison capace di difendersi senza rischi e di pungere sulle palle ferme. Cargnelutti anticipa ancora tutti e da due passi può colpire, ma spara alto. Il Messina si affida al caso con lanci lunghi e preghiera. Su una palla inattiva buttata nel mezzo arriva una super occasione, ma Curiale si fa chiudere lo specchio da D’Agostino dopo la doppia sponda aerea di Ferrini e Trasciani. Clamorosa chance per il Messina con Curiale che, ancora una volta, pecca nel momento della finalizzazione anche se l’intervento di D’Agostino non è di quelli banali. Raciti perde Fofana e tira fuori anche Kragl per Marino e Grillo. Siamo agli sgoccioli delle speranze possibili. Il Messina si lascia guidare dall’improvvisazione pura e cerca la svolta positiva solo attraverso un miracolo. Cose divine, quelle terrene dicono che la Gelbison sta meritando ampiamente questa salvezza che potrebbe sfuggirgli solo per un caso che, però, non sembra voler fare visita al Messina. Il destino va stuzzicato, il calcio ripaga solo chi ci crede davvero, chi decide di prendersi la vittoria. Il tempo per ribaltare questa inerzia c’è ancora, il Messina deve sfruttarlo: Grillo imbuca per uno stratosferico Ferrini, il numero 15 affonda e crossa rasoterra con forza. Sul pallone irrompe Ragusa in allungo, deviazione vincente e Messina in vantaggio. Un cerchio che sembra chiudersi, perché il messinese non era stato il migliore e nemmeno tra i più brillanti. A Messina, però, è venuto per un momento del genere, per esserci in quel preciso istante che deve diventare decisivo. Dal nulla, in mezzo a una prestazione di squadra non sufficiente ed a tratti avvilente. Non conta nulla, perché contava solo vincere. Ragusa è arrivato nel momento giusto. Non è finita, ora è forcing disperato della Gelbison che in mischia sembra pescare il jolly con Loreto ma Fumagalli si allunga ancora. Tumminello sulla respinta per un cross che non trova nessuno. Il portiere giallorosso vuole la copertina e compie un vero e proprio miracolo sul colpo di testa ravvicinato ancora di Tumminello. Sono sette i minuti di recupero voluti da Bonacina, una sofferenza che si allunga e che vede il Messina tirare fuori tutto il cuore necessario per resistere. Fischio, liberazione, salvezza.

MESSINA 1

GELBISON 0

MARCATORE Ragusa al 37′ s.t.

MESSINA (4-2-3-1) Fumagalli; Berto, Trasciani, Ferrara, Ferrini; Fofana (dal 34′ s.t. R. Marino), Konate (dal 17′ s.t. Curiale); Kragl (dal 34′ s.t. Grillo), Balde (dal 40′ s.t. Fiorani), Ragusa; Perez (dal 17′ s.t. Zuppel). (Lewandowski, Baldé, Iannone, Salvo, Napoletano, G. Marino, Ortisi). All. Raciti

GELBISON (4-4-2) D’Agostino; Nunziante, Gilli (dal 51′ s.t. Marong), Granata, Loreto; Kyeremateng (dal 21′ s.t. Correnti), Cargnelutti, Fornito (dal 28′ s.t. Uliano), Graziani; Tumminello, Infantino (dal 28′ s.t. De Sena). (Anatrella, Vitale, Onda, Papa, Capone, Corda, Porcino, Ferruzza). All. Galderisi

ARBITRO Bonacina di Bergamo

NOTE Paganti 4446, incasso €39.789. Espulso al 43′ s.t. Galderisi (all. Gelbison) per proteste. Ammoniti Gilli, Cargnelutti, Fofana, Ragusa, Nunziante, Fornito, Berto, Curiale, Graziani e Fumagalli. Corner 6-7. Recupero 2′ e 7′.

Commenta

navigationTop
>

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi