Adesso che il primato del Messina in graduatoria è concreto e non più vincolato ai recuperi delle inseguitrici, per i giallorossi si apre una nuova fase.
CARATTERE FORTE – Al di là del prossimo, insidioso ostacolo rappresentato dalla trasferta a Vallo della Lucania, il Messina da qui alla fine del torneo dovrà gestirsi nella consapevolezza che è divenuto padrone assoluto del proprio destino. La “vittoria del camaleonte” nella stracittadina, quella di una squadra che si è snaturata per adattarsi alla situazione (terreno di gioco, avversario, ecc.), ma che ha mostrato estrema solidità anche nella nuova formula, è soprattutto figlia della giusta gestione delle inevitabili pressioni che erano legate a questo incrocio. Senza perdere mai la testa, senza farsi cogliere dalla frenesia, senza isterismi il Messina è riuscito a gestire anche le fasi più turbolente della gara e ha saggiamente evitato di farsi trascinare sul piano della bagarre. Il punto è che in vista della volata finale, situazioni come quella di domenica scorsa probabilmente non rappresenteranno un caso isolato, già a partire dalla gara contro la Gelbison.
LA CRESCITA DELLA ROSA – Man mano che le giornate passano, è sempre più chiaro come il mantra di Novelli – fino all’ultimo secondo, dell’ultima partita – non sia semplicemente “frase fatta”, ma rispecchia le anomalie di un campionato molto diverso dagli standard del girone più meridionale della Serie D. Un torneo in cui difficilmente incontri squadre che sono nettamente inferiori e nel quale soltanto l’Acireale sembra avere modificato la propria rosa al ribasso nel lunghissimo mercato invernale. Nonostante questo, però, anche i granata continuano a rappresentare una mina vagante per chiunque. I giallorossi, sotto il profilo tecnico hanno dato ampi riscontri. L’ultimo tassello è costituito dalla prestazione di Caruso, che ha messo in chiaro la differenza tra un portiere che non ti fa perdere punti – o comunque, limita i danni – e uno che te ne fa guadagnare. Ora deve emergere ulteriormente il profilo caratteriale, che inevitabilmente passa dall’esperienza di quei giocatori che hanno già vinto questo campionato e sanno bene come gestire determinate momenti. Insomma, non è certo il momento di mollare la presa, anzi – ove possibile – occorre alzare ancor di più la guardia.
*fonte foto: Acr Messina – ph. Furrer