Messina, la settimana dell’esordio: tra silenzi e mercato

Pubblicato il 20 Agosto 2024 in Primo Piano

Domenica si comincia. La lunghissima e misteriosa estate del Messina si avvia alla conclusione, con la sfida contro il Potenza alle porte per testare la costruzione di una rosa ancora incompleta e aprire al bivio delle questioni di campo parallele a quelle societarie. Mercato in evoluzione e Franco riflette ancora.

L’ASPETTO SOCIETARIO – La notizia corre veloce, con un’evoluzione diversificata che apre a scenari sempre diversi. Domenico Franco ha saltato la sfida di Crotone di Coppa Italia per questioni di mercato – e basta -, col Picerno alla finestra e meta gradita anche per una certa vicinanza con la natia Castrovillari. Non solo, al centro c’era un progetto tecnico-sportivo che affascinava il centrocampista calabrese. Il mercato, però, non è mai una scienza esatta e, per questo, l’addio di Franco non è poi così scontato. Anzi, sul piatto c’è la volontà del club giallorosso – Modica e Pavone in testa – di non vedere andar via il numero 16 e leader dello spogliatoio, tanto che pensare all’idea di un’offerta per prolungare l’accordo in scadenza il prossimo giugno non è tanto peregrina. Si vedrà, sempre con la consapevolezza che nel mercato le cose mutano di ora in ora. Diversa, invece, la questione riguardante le vicende societarie. Il silenzio è calato su tutti i fronti, con il Messina che resta ancorata alla famosa proroga concessa una ventina di giorni. Una specie di divertissement visto che scrivere di proroghe senza una nuova data di scadenza non sembra far rima con solidità, della trattativa stessa. Inoltre, le nubi scurissime sull’identità della controparte non sono mai state spazzate via e il mistero non fa altro che rilassare la soglia dell’attenzione. Insomma, la credibilità – su certi argomenti – si costruisce in ben altra maniera. Non basta la definizione di “importante”. Chissà, forse un giorno qualcuno si degnerà di spiegare alla gente cosa è accaduto e i vari “perché”. Certo, che il Messina possa essere ceduto alle condizioni dell’attuale proprietà risultava strano già 12 mesi fa, quando era Fabrizio Mannino la controparte interessata. La storia la scrivono i vincitori… e dato che Sciotto decise di non vendere, fu facile cavalcare l’onda della scarsa volontà del compratore. Tralasciando tutta la narrativa ad hoc costruita dai lacchè di turno. Attenzione, Mannino sbagliò e parecchio nella conduzione della trattativa stessa, ma un anno dopo alcuni suoi accenti risuonano sinistri. Il Messina verrà venduto? Difficile, a meno che Sciotto si arrenda alla realtà dei fatti, che racconta che in 7 anni il valore (economico) del club è passato da inesistente a inesistente. Sì, perché quando lo “creò” – rispondendo presente al bando del sindaco Accorinti – non era altro che una scatola vuota con sopra il nome “Acr Messina”, e sarebbe toccato a lui riempirla di risultati sportivi e valore economico. Così non è stato, per ambo le parti dato che accontentarsi di tre salvezze in Serie C è davvero il minimo. Ma, verrà venduto? La risposta certa non c’è, inoltre non sarebbe errato pensare che la questione possa restare presente anche a stagione in corso.

L’ASPETTO SPORTIVO – Detto di Franco che potrebbe partire o restare, c’è da valutare quanto fatto fin qui. Nulla di eccezionale sotto il sole, nonostante occorra sempre rispettare il campo. Nessuno prevede il futuro, ma lo storico dei calciatori indica che siamo di fronte a una rosa fortemente a rischio. Sì, perché di profili che possano garantire rendimento elevato in Serie C non se ne vedono così tanti. Le conferme rappresentano una fetta importante, perché Manetta, Lia, Salvo, Frisenna e Ortisi (più eventualmente Franco) ricoprono ruoli importanti all’interno dell’idea di calcio di Modica. A mancare, però, è la qualità in attacco. Quanto arrivato fin qui rientra nella categorie “scommesse” o “speranze”, due termini che possono essere considerati offensivi solo da menti limitate. Questo sono, ma nulla osta che possano rendere nel contesto giusto. Anche in questo caso, però, nessuno vede il futuro. Anatriello, Mamona, Petrungaro e Cominetti non fanno sognare e neppure pongono il Messina nella casella delle “mine vaganti”. E quindi? Nulla, toccherà a Modica metterci del suo. Il tecnico ha una carriera fatta anche di nomi non altisonanti fatti rendere alla grande, ma non sempre la magia riesce. Inoltre, non è proprio una gran programmazione quella di sperare che l’allenatore si trasformi in alchimista. Ovvio, il disco rotto – già tormentone la scorsa estate – dice che la squadra l’ha fatta Modica (quest’anno con Pavone, lo scorso con Roma) e che quindi non potrà lamentarsi. Vero anche, poi, che il tecnico sperava di alzare l’asticella ma pare evidente che si sia puntato a calibrare diversamente il budget (parolaccia per alcuni) a disposizione. Difficile, infatti, pensare che un qualunque tecnico – o direttore sportivo – di fronte alla possibilità di prendere il meglio nel target economico a disposizione preferisca puntare su qualcosa di meno sicuro, al limite del salto nel buio. Difficile, difficilissimo, anche per chi pensa che la personalità non sia gradita.

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya

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