L’ultima grande prova del Messina in questa stagione è stata, senza possibilità di smentita, quella interna contro il Foggia di Roberto De Zerbi. Dopo il successo sui rossoneri pugliesi è arrivata la risicata vittoria contro il Melfi. Sei punti, anzi nove se si aggiungono quelli contro la Lupa Castelli Romani, salvezza virtuale e calo definitivo di ogni motivazione. Un derby col Catania che fa il paio con la sconfitta di Castellammare, intervallate da un pareggio soporifero al San Filippo contro il Catanzaro. Domenica a Messina arriva il Lecce ed ecco che torna in mente la prestazione vista con il Foggia. Che possa essere la grande sfida a far ritrovare le giuste motivazioni alla squadra di Raffaele Di Napoli? Il migliaio di tifosi sempre presente al fianco del Messina lo spera, e la possibilità di mettere il bastone tra le ruote agli uomini di Braglia stuzzica la fantasia. Non facile il momento dei salentini, reduci da un punto in due partite che hanno allontanato il Benevento e fatto rientrare il Foggia. In riva allo Stretto giunge una squadra arrabbiata, che consapevole dello scontro diretto proprio contro i sanniti delle prossime settimane non può perdere ulteriore strada. Il Messina oltre agli stimoli mentali accusa svariate difficoltà fisiche. Stagione finita per Barilaro, rottura del crociato del ginocchio per lui. Stessa sorte potrebbe toccare a Berardi, che in settimana non si è allenato a causa del problema alla schiena. Mister Di Napoli non avrà molte alternative, e dovrà essere capace di trovare le giuste contromisure al complicato stile di calcio di Piero Braglia. Un tecnico che sa come speculare sull’avversario anche quando, come in questo caso, è lui a guidare la squadra migliore in termini tecnici.
TUTTO FA BRODO – Una delle armi vincenti del Lecce in questa stagione, o almeno da quando Braglia ha preso il posto di Asta, è la capacità di ottenere il massimo da qualsiasi azione di gioco. Ricorderete la gara d’andata, il Messina attacca forte e batte due calci d’angolo consecutivi. Sugli sviluppi del secondo, Parisi perde palla (pur subendo fallo) il Lecce riparte fortissimo e si porta in vantaggio con Surraco. Piccolo esempio per chiarire come i salentini, consapevoli della propria forza, possano colpire anche quando appaiono in un momento di totale difficoltà. Veniamo all’analisi dell’immagine scelta, siamo a Cosenza in una gara che terminerà con un folle 3-4 che vedrà premiata la caparbietà del Lecce. Rimessa laterale in zona d’attacco, Legittimo gioca verso Surraco che fa scorrere e crossa, Moscardelli brucia Di Nunzio e batte Perina. Concentriamoci sulla disposizione del Lecce: potrete notare due linee da tre uomini che costringono il Cosenza a spezzare in due il proprio sistema difensivo. In azzurro Lepore, Doumbia e Moscardelli (nel cerchio bianco) riempiono l’area di rigore, mentre con la riga rossa troviamo Papini, Salvi e Surraco che si schiacciano sulla linea della rimessa di Legittimo. Su una rimessa in zona d’attacco il Lecce porta avanti ben sette uomini, disponendoli in maniera da condizionare l’intero impianto difensivo avversario. Il plus valore rimane Surraco, capace di ricevere e girarsi in un fazzoletto di campo e pescare alla perfezione il compagno. Moscardelli fa il resto.
DOPPIA FASE – L’assenza del jolly uruguaiano, quindi, potrebbe incidere in negativo sugli equilibri tattici che stanno alla base del gioco di Piero Braglia, una doppia fase di squadra che non deve mai cedere il passo a cali di intensità e attenzione. Il consueto 3-4-1-2, con Surraco trequartista libero di agire su tutto l’arco del fronte offensivo, dovrà essere rimodulato, probabilmente, in un 3-4-3, con una prima linea composta da Caturano, Moscardelli e Doumbia. Nello scacchiere di Braglia, nonostante il cambio di sistema, peserà comunque la capacità di uomini come Legittimo e Lepore di attaccare e difendere allo stesso modo. Se per il primo il compito è facilitato da una genesi difensiva alla quale non è stato difficile aggiungere lo spunto offensivo, il cammino di Lepore è opposto. Giocatore dalla spiccata visione d’attacco, che col modulo scelto da Braglia ha dovuto far fondo a tutta la sua esperienza per coniugare la doppia fase di gioco. L’esterno destro salentino è una vera arma impropria quando c’è da attaccare, al contrario può essere un punto debole quando ci si difende. Nel nostro frame siamo ancora alla gara del Marulla, il Lecce è in vantaggio grazie ai gol di Moscardelli e Surraco ma ecco che sta per arrivare il pareggio firmato Cavallaro. Nella nostra immagine abbiamo evidenziato in rosso Cavallaro che attacca il pallone messo in mezzo dalla destra, in azzurro c’è proprio Lepore che è distante ed in ritardo sull’esterno avversario. Palla sotto l’incrocio e momentaneo 2-2 servito.
L’EMERGENZA – La conta dei disponibili prima ancora di poter iniziare a studiare le possibili alchimie tattiche: ai soliti noti dell’infermeria, si aggiunge anche Filippo Scardina, l’emergenza si propaga a tutti i reparti. Dubbi in difesa, con Zanini costretto a fare il pendolo nelle ipotesi di centrocampo e attacco. Con De Vito nuovamente disponibile sulla corsia mancina, la mediana, già priva di Giorgione, potrebbe essere completata proprio dall’ex cosentino, con Fornito e Giuseppe Russo sicuri del posto. Da valutare, in questo senso, le condizioni dei rientranti Burzigotti e Martinelli: le scelte, dopo, saranno praticamente obbligate. In avanti spazio a Salvemini, favorito su Padulano per il ruolo di esterno sinistro nel tridente d’attacco.