Un saliscendi emotivo legato ai risultati. In casa Messina si oscilla tra l’orgogliosa voglia di rivalsa dopo ogni vittoria, e la rovinosa tristezza dopo le sconfitte. Non c’è pace tra i giallorossi, con un campionato nato per trionfare e finito per essere dimenticato.
LA TESTA – Quattro allenatori stagionali, quattro volte la stessa solfa legata alla fragilità mentale del gruppo. Una rosa modificata, profondamente cambiata tra dicembre e gennaio ma legata dall’incapacità di dominare psicologicamente momenti e avversari. A Roccella gli errori tecnici hanno fatto il paio con quelli di atteggiamento, lasciando a Pensabene poche risposte e tante incertezze. Il tecnico palermitano prova a leggere nella mente del suo gruppo: in Calabria la sua squadra è crollata sotto i colpi di un avversario più motivato, certamente più convinto di dover chiedere qualcosa a questo campionato. Il Messina – di contro – sembra vivacchiare tra risultati ondivaghi senza obiettivo. La salvezza è infamante termine per un gruppo nato con altre mire: la zona playout è vicina, calendario difficilissimo all’orizzonte e forse il campanello d’allarme dovrebbe rimbombare forte dalle parti del San Filippo. Se le zone nobili sono scappate – in maniera inesorabile -, non può essere sottovalutata l’incapacità di Crucitti e compagni di trovare continuità di risultati. Altri passi falsi farebbero rima con drammatica lotta per non retrocedere.
IL CAMPO – Pensabene taglia corto quando si inizia a parlare di numeri e tattiche. Roccella gli ha insegnato – almeno questo – che cambia poco con un sistema a 3 o 4. Il Messina balla e traballa comunque, con una difesa a 5 che non ha inciso sull’attenzione rimasta sotto il livello di guardia. Dalla Calabria, però, i giallorossi tornano senza De Meio e Bruno squalificati: due assenze che limitano le scelte e fanno pendere la bilancia verso il 4-3-3. Da comprendere il lavoro sulla posizione di Crucitti: l’ex Cittanovese potrebbe accentrarsi restando più libero di svariare, con Arcidiacono più vicino a Rossetti. Un tridente non in linea ma saranno sempre gli stessi tre a prendersi la responsabilità offensiva. Il gioco degli under condiziona ancora: Fragapane e Cristiani sono sacrifici necessari, anche se l’ex Siena finisce fuori anche per scelta tecnica con uno tra Danza e Lavrendi a convincere Pensabene più della mezzala toscana. Scelte, forse discutibili, certamente non definitive visto che questo Messina continuerà a navigare a vista, anche dal punto di vista delle decisioni di campo.
IL LICATA – La squadra di Campanella resta la più bella sorpresa della stagione. Gialloblù neopromossi ma ambiziosi, tanto che il 2-0 rifilato al Palermo non è solo il fiore all’occhiello della stagione, ma anche il risultato che rilancia in zona playoff dopo il 4-0 subito sul campo del Savoia. In Campania ultima sconfitta in trasferta, per un andazzo stagionale dove il fattore campo ha avuto, spesso, la meglio. Gli ottimi risultati del girone d’andata hanno spinto la dirigenza a una piccola rivoluzione nel mercato invernale: addii pesanti come quello di Ceesay (finito a Siena) e maggiore spazio a giovani da valorizzare. Il cammino è stato meno brillante ma neanche tanto, con una zona playoff ancora vicina. In trasferta, però, l’ultima vittoria risale al 17 novembre sul campo dell’Acireale (0-1); dopo solo un punto col pari di Roccella e 5 sconfitte di cui 4 consecutive lontano dal Liotta. Sono, quindi, 4 i punti conquistati nelle ultime 7 trasferte per Convitto e compagni, sintomo chiaro di una squadra che ha basato il suo campionato sul cammino interno. Il numero 10, insieme al bomber messinese Cannavò, i più pericolosi di una squadra dall’altissima cattiveria agonistica e dalla fisicità dominante in mediana.
LE SCELTE – Squalificati De Meio e Bruno, ci sarà Saverino sulla destra con Ungaro che torna titolare al fianco di Emiliano. Sulla corsia mancina Puglisi insidia Barbera, mentre in mediana Buono strappa una maglia per completare il quartetto under con Cristiani che spera di soffiare il posto a uno tra Lavrendi e Danza. In avanti nessun dubbio. L’indolenza e pensare di non lottare per qualcosa possono uccidere il Messina, una vittoria diventa necessaria per risvegliare gli animi e, soprattutto, rendere la classifica meno drammatica nel presente e in prospettiva.
ACR MESSINA (4-3-3) Avella; Saverino, Ungaro, Emiliano, Puglisi; Buono, Danza, Lavrendi; Crucitti, Rossetti, Arcidiacono. All. Pensabene
LICATA (4-3-3) Ingrassia; Daniello, Porcaro, Maltese, Mazzamuto; Civilleri, Doda, Diaby; Adeyemo, Cannavò, Convitto. All. Campanella
*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale dell’Acr Messina