Messina, Mannino: «Voglio ancora l’accordo. Iscrizione fondamentale»

Pubblicato il 15 Giugno 2023 in Primo Piano

Patto di riservatezza andato in frantumi nella tarda serata di mercoledì, poi la nota severissima con cui Pietro Sciotto annuncia la fine delle trattative con Fabrizio Mannino e la rottura definitiva che porterà alla non iscrizione al campionato del Messina. La risposta di Fabrizio Mannino non si fa attendere.

TROVIAMO UN ACCORDO – «Il patto di riservatezza è sciolto, ho ormai il dovere di informare sugli avvenimenti di questi giorni. È necessario fare chiarezza su questa trattativa per l’acquisizione dell’Acr Messina che sto conducendo da diversi mesi. Ci sono pec che possono dimostrare la mia volontà. La chiarezza è la strada migliore in assoluto per alimentare e per cercare di raggiungere un successo nell’interesse di tutti. Non sono qui per speculare, sono qui per passione sportiva e per il Messina che rappresenta la squadra di una città che è legata alle mie origini. Non parliamo di un normale complesso aziendale, ma di un bene che va oltre. La squadra appartiene alla tifoseria ed a chi vuol bene alla città di Messina. Al presidente Sciotto dico di non considerare questa mia conferenza come contraria a lui, ma voglio che sia un punto di partenza per raggiungere un accordo tra di noi. Evitiamo dichiarazioni e troviamo un accordo. Spero che venga accolto questo invito senza affermazioni poco gradevoli tramite stampa. Giovedì avevo una sensazione strana e sono rimasto in città nonostante altri impegni già programmati. Sono qui, a disposizione di Sciotto. Il sindaco Basile ha fatto davvero tanto e lo ringrazio pubblicamente, ha cercato la strada per un accordo soddisfacente per ambo le parti».

FONDI PER 50 MILIONI – «Il presidente Sciotto ha rotto il patto di riservatezza da lui stesso voluto con alcune dichiarazioni alla stampa. Un patto che io non avevo neanche richiesto. Quando sono arrivato in città ho dato tutte le garanzie richieste dalla Lega Pro, tutto consegnato al sindaco Federico Basile. Tutte le verifiche che dovevano essere fatte sono state affidate sin dall’inizio alle parti in causa. Come previsto dalle normative è necessario rilasciare una comfort letter alla Lega Pro, lettera che ho richiesto alla mia banca, la Citibank – la prima banca del mondo -. Tale documento è accessibile solo tramite dei codici che ho fornito ai richiedenti. Questa lettera attesta una presenza di fondi legati alla mia persona superiori a 50 milioni di euro. Certificazione messa a disposizione sia di Sciotto che del sindaco. Sciotto ha rotto il patto rivelando alcuni presunti aspetti della trattativa e ricostruendola in maniera fin troppo personale, come le parti riguardanti le dovute garanzie. La prima domanda è: quali garanzie? Non capisco di quali garanzie si tratti. Nel momento della sottoscrizione del contratto avrei pagato il presidente acquisendo il 51% dopo l’iscrizione della squadra alla prossima Serie C. Si andava dal notaio Vicari dove avrei presentato l’assegno circolare e lui avrebbe ceduto la quota. La parte eccedente sarebbe stata pagata con vari versamenti: lui paga i vari debiti e io lo rimborso fino a una cessione del 99%, tutto previsto in un contratto preciso e attaccabile in caso di mancato rispetto. Ripeto: veniva trasferita una cifra e si aveva una percentuale. Il restante 49% della cifra va valutata a seconda della passività. Tutte le garanzie devono essere legate a un accordo e contratto, come dice il codice civile. Nessuno rilascia garanzie in bianco. La sua garanzia era il mantenimento delle quote che non avrebbe perso senza l’incasso dei soldi. Non ho mai chiesto di avere quote senza prima emettere un pagamento. I termini erano noti».

DIFFERENZA SUI DEBITI – «La mia volontà è quella di iscrivere la squadra alla prossima Serie C ma non ho titolo per farlo. Non compete a me. Neanche posso dare i soldi a Sciotto senza un contratto, non sono un benefattore. Devo presentare una rendicontazione di quello che faccio. Nessuno può pensare che io faccia un bonifico e lui iscriva la squadra. È irreale a norma di legge. Eravamo riusciti – seppur in mia assenza – a sottoscrivere un impegno di massima che sarebbe sfociato in un accordo tra i legali, che prevedeva la restituzione della somma pagata da Sciotto per l’iscrizione. Ci siamo incontrati nel pomeriggio di giovedì, ho ascoltato il suo monologo e poi ho ascoltato la nuova proposta: la cessione del 100% con il pagamento di un importo preciso. Una situazione nuova e diversa. Dopo un confronto con i miei consulenti ero pronto a procedere, ma per farlo volevo sapere la cifra esatta dei debiti. Lo dico perché per giorni questo conteggio non si riusciva a portarlo a termine. L’attività secondo gli esperti di Sciotto sono di 283.000 euro, ma per noi si fermano ai 60.000 euro per il pagamento dei calciatori a contratto. Più delicato il passaggio sul passivo: loro dichiarano 1 milione e 200 mila euro, per noi la cifra è di 2 milioni e 800 mila euro. Alla fine riusciamo a trovare un accordo e chiedo al mio consulente di recarsi a Giammoro per ricevere il dato ufficiale della passività. Un dato certo. Alle 16 si trova lì, alle 19:30 mi chiama dicendomi che il commercialista di Sciotto non ha il permesso per consegnare la documentazione. Un fascicolo che avevamo richiesto sin dal primo momento. Ci troviamo di fronte a un’operazione di acquisto in cui conosciamo solo un terzo dei conti di cosa andiamo ad acquistare. Abbiamo effettuato una due diligence con un terzo dei documenti a disposizione. L’elenco dei documenti mancanti riguardava la parte contabile: spettanze e fornitori. Quindi i rischi. Potremmo anche accantonare i rischi potenziali, ma fare un contratto alla cieca è difficile. Era, invece, presente la parte fiscale che, però, resta facilmente reperibile. Chiedo al mio consulente di riuscire ad avere questi conti in maniera chiara. Al mattino, invece, mi trovo con l’intervista e la successiva nota in cui viene attaccata la mia persona. La cosa che mi preme di più è raggiungere un accordo e iscrivere la squadra al campionato. Il presidente Sciotto ha sempre detto che avrebbe iscritto la squadra, cosa comunicata al sindaco e per questo sono stati fatti dei documenti come quelli legati allo disponibilità dello stadio per la prossima stagione. L’iscrizione era condizione obbligata perché non ho il tempo tecnico per farla io. Io sono pronto, non appena lui adempie troviamo l’accordo. Non c’è rottura da parte mia. Voglio una conclusione utile per tutti. Se non fossi stati solido ai suoi occhi non avrebbe portato avanti la trattativa e mi avrebbe mandato via subito».

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