Bentornati sulla terra. L’upgrade dettato dall’avvicendamento in panchina tra Cazzarò e Rando ha esaurito la sua componente mistica. Ma in fondo l’idea che il nuovo condottiero giallorosso potesse stravolgere totalmente questa squadra era debole, per non dire perdente, in partenza.
INCOMPLETI – Del resto nessuna rivoluzione può essere compiuta bruciando le tappe necessarie, mettendo toppe qua e là per coprire criticità che c’erano e che rimangono. Però contro il Marsala, sfida in cui si registra la prima frenata per una squadra che tra campo e punti a tavolino ha racimolato la bellezza di 9 punti in 7 giorni, Rando (voto 6) mostra un aspetto nuovo della sua cura: venti minuti, nella seconda parte del 1° tempo, in cui i giallorossi hanno giocato un calcio inedito in termini di personalità e di qualità. L’esperimento sul campo che più si avvicina, ad oltre un mese dall’inizio del torneo, all’idea progettuale di un club che punta a stare nelle zone alte della graduatoria. Prima di oggi, considerato sempre l’inizio da brividi, tutto ciò non era mai accaduto in maniera così nitida. Però il tutto è durato troppo poco. Troppo poco per capitalizzare al massimo una fase della gara in cui serve essere perfetti per trovare una-due reti e mettere in ghiaccio la partita. Una mezz’oretta scarsa di presenza costante nella metà campo avversaria non basta se, per dire, il tuo centravanti non ha il passo per spaccare la partita con un colpo letale. Ecco, Coralli ieri è lo specchio di ciò che impedisce al Messina di vivere una rivoluzione completa. Coralli, come Sampietro, a cui serve ancora del tempo. Troppa, per capirci, la distanza in termini di condizione e capacità di incidere rispetto a gente come Crucitti, Cristiani o lo stesso Bruno: tasselli che ieri hanno dimostrato di aver ritrovato quel profilo necessario per fare la differenza. Quando (e se) buona parte di questo gruppo si allineerà su questi standard, allora diventerà legittimo assecondare l’idea di chi ancora spera che questo non sia già un campionato da buttare. Del resto il Palermo non ha mai smesso di correre. E adesso, senza troppi giri di parole, per riaprire ogni discorso sul ruolo che il Messina intende recitare in questo campionato, i giallorossi dovrebbero semplicemente vincerle tutte e poi presentarsi al “Barbera” non per uscire indenni, ma per sbancare. Contrariamente, arrivederci al prossimo giro. E amen.
Avella 6: esprime e dà al reparto difensivo sicurezza. Bravo quando viene chiamato in causa, ma nulla avrebbe potuto sul tiro di Marchese che si infrange sul palo.
De Meio 6: in campo mette tutto se stesso e copre bene, quando serve, la porta di Aiello nell’assalto degli ospiti nella ripresa.
Bruno 7: partita pregevole, la sua. Recita da leader difensivo e non concede praticamente nulla.
Ungaro 6: meno brillante del suo compagno di reparto, ma cresce partita dopo partita.
Strumbo 5,5: partita di grande sacrificio, ma dirottato a sinistra non è propriamente a suo agio.
Ott Vale 6: interpreta il ruolo di interno con personalità. Molto meglio in questo slot, perché da play basso le performance erano state nettamente peggiori.
Sampietro 5,5: la sua condizione fisica non lo aiuta ad incidere come potrebbe. (dal 21’ s.t. Buono 6: chiamato in causa nel momento più complicato. Svolge con ordine il compito.
Cristiani 6: primo tempo da condottiero del centrocampo, ma cala alla distanza. (dal 32’ s.t. Fragapane sv).
Crucitti 6,5: vale il ragionamento fatto per Cristiani, ma nel primo round il 10 giallorosso è davvero una spina nel fianco per il Marsala.
Coralli 5,5: non si tira mai indietro, ed è proprio per la sua predisposizione al sacrificio che evita il 5 pieno. Condizione fisica inadeguata, arriva sempre in ritardo sul pallone. (dal 22’ s.t. Esposito 6: un ritorno che regala il sorriso, quello del centravanti più atteso in casa giallorossa. Prova subito ad incidere, ma il palo gli rovina la festa).
Orlando 6,5: non è letale quanto basta, ma l’anagrafe è dalla sua. Sempre nel vivo del gioco. Con personalità. Sua la traversa nel 1° tempo. (dal 36’ s.t. Cafarella sv)