Messina-Monopoli: il calcio è cuore, cervello e organizzazione
Pubblicato il 23 Febbraio 2022 in Primo Piano
Il momento di essere squadra. Il Messina che passa sul Monopoli reagisce all’emergenza, agli infortuni e anche a un avversario – sulla carta – di maggiore spessore. Il campo dice sempre la verità e il Messina, adesso, può recitare il ruolo di candidata alla salvezza diretta.
IN PARTITA – Che peccato quel tonfo di Viterbo. Non tanto per una mera questione di classifica, ma perché questo gruppo non meritava di mettere nel proprio cammino uno scivolone tanto grande. Da ogni passaggio della vita si impara, così la squadra di Raciti (voto 7) mostra di aver immagazzinato la lezione subita e ne mette in pratica i risultati. Contro il Monopoli viene mostrata una prestazione quasi perfetta. Dall’approccio al trionfo passando per una sofferenza solo di risultato e mai di prestazione. Pesano – almeno numericamente – le assenze di una caterva di titolari, a cui si aggiunge Adorante che deve partire dalla panchina dopo una nottataccia. Per Raciti fare di necessità virtù è diventato un mantra, così il 4-3-3 che torna a disegnare non perde i punti di riferimento delle settimane precedenti. Non c’è Fazzi a sinistra, così il tecnico rispolvera Morelli e gli chiede una partita di gestione e posizione. Il piacere di rivedere il ragazzo in campo si mescola alla buonissima prova che l’ex Livorno tira fuori. L’assenza di Celic consente a Trasciani di spostarsi in mezzo e far vedere la parte migliore di sé. Benissimo anche Angileri a destra, così il reparto con più assenze diventa quello che tira fuori la prestazione migliore. “Stratosferico” è l’aggettivo che il tecnico giallorosso sceglie per descrivere il primo tempo dei suoi. Non esagera – forse solo un po’ -, perché il Messina è ben schierato in campo, non perde mai un duello e toglie spazio alle linee di passaggio avversarie. Busatto lavora sul primo possesso pugliese, sacrificio che gli toglie un po’ di fiato ma che è arma utilissima. Ci sono da prendere le misure a un terreno scivoloso e veloce, il Messina lo fa meglio e prima diventando padrone della metà campo avversaria. Difficile costruire, meglio sfruttare altre armi. Non è casuale, dunque, la quantità di palloni pericolosi arrivata da azioni inattive, con la rete del vantaggio che non poteva trovare una genesi differente. Una nota, poi, la meritano i protagonisti: il primo è il solito Marginean che – anche in una giornata non brillantissima – firma l’assist, il secondo è uno Statella che tira fuori un destro dal manuale del perfetto tiro sul bagnato.
CORALITÀ – Nella partita del Messina ci sono tattica, tecnica e, soprattutto, c’è aggressione sul possesso avversario. Una grande organizzazione che riesce ad andare oltre i problemi. Regola non scritta del calcio, perché quando c’è uno spartito da seguire i musicisti sanno benissimo cosa fare. Anche quelli che sembrano più acerbi. La partita del Monopoli è brutta, quasi svogliata, tanto che mister Colombo si prende le responsabilità e spiega come senza attenzione e cattiveria la sua diventi una squadra più che normale. Attenzione e cattiveria sono, invece, le due armi che il Messina usa al meglio. Un paio di parentesi vanno aperte: Busatto è stato citato, poi c’è un Trasciani che scala nel cuore della difesa e mostra un calciatore coraggioso e spregiudicato quando c’è da azzardare l’intervento leggermente più estremo. Bravo anche Angileri, che contro Guiebre non soffre mai e che, in più, non ha timore nell’appoggiare l’azione con buon controllo tecnico. Le prestazioni dei singoli esaltano quella di squadra, con i ragazzi più giovani che mostrano un valore che fa sperare in un futuro in crescita. Un calciatore dopo l’altro, perché Pippo Damian si scrolla di dosso la terribile prova di Viterbo e gioca una partita tutta personalità e gestione. Il pallone scotta e scivola, due termini che sembrano contrari ma che raccontano il pomeriggio di un Damian sempre con la testa alta e premuroso nel non sprecare nulla. La vittoria è strameritata e passa anche dal ritorno al gol di un Adorante svuotato dalla fame di tornare a segnare, ci vuole un mezzo regalo dei pugliesi ma lui è vivo e pronto. Mesi passati a fare pressing vengono impressi con potenza sul pallone che vale la vittoria. A proposito di regali, quello che Carillo e Lewandowski confezionano per il Monopoli è davvero incredibile. Le colpe del difensore sono in percentuale minore, tutte legate all’azzardo di aver alzato un pallone diventato, in quel modo, rischioso. Quelle di Lewandowski, però, superano il limite perché il polacco approccia male, pasticcia, si mette quasi di lato nel tentativo di trovare un impatto con la sfera che, invece, lo supera e toccando terra diventa irraggiungibile. Il nervosismo e la confusione vincono su un ragazzo che fatica, tremendamente, a trovare uno stato di tranquillità duraturo. Una parentesi, perché il Messina non soffre mai e conduce in porto una vittoria mai stata in discussione. Seconda in fila, come mai in stagione e vantaggio sulla penultima che aumenta fino a portare i giallorossi in zona salvezza. Più vicina, poi, anche quella che passa dall’aggancio di quelle al piano di sopra dopo la sconfitta del Campobasso in casa col Monterosi e del Catania contro la Paganese.
Lewandowski 5: un pomeriggio tranquillo rovinato dal nervosismo che diventa confusione che gli fa bucare il retropassaggio – azzardato – di Carillo.
Angileri 6,5: personalità e cattiveria. Dalla sua parte non si passa, bravo anche in fase di appoggio. Non spreca un pallone. (dal 38′ s.t. Fantoni sv)
Trasciani 7: il migliore per prestazione pura. Sempre in posizione, ottime letture e coraggio nell’uno contro uno. Mette un paio di pezze mostrando grande sicurezza.
Carillo 6: prima del retropassaggio fatale gioca una partita, praticamente, perfetta. Nell’occasione dell’autorete le sue colpe sono minori, ma resta eccessivo il rischio preso alzando un pallone che sarebbe potuto essere innocuo.
Morelli 6: bentornato Gabriele. Gioca una buonissima partita sulla corsia a lui meno cara, non sbaglia nulla e gestisce tutto con esperienza.
Fofana 6,5: ormai è un punto di forza. Rincorre, contrasta e gestisce una miriade di palloni. Non pecca mai di lucidità, trascinatore.
Damian 6,5: grande risposta di orgoglio. La gara di Monterosi era stata troppo brutto per essere vera, quella contro il Monopoli mostra un calciatore concentrato, attento, cattivo e sempre utile alla squadra. Detta i tempi e contrasta con durezza.
Marginean 6: il suo zampino lo mette sempre, infatti firma l’assist del vantaggio di Statella. Meno brillante di altre uscite, ma la sua presenza è sempre utile. (dal 30′ s.t. Konate 6: entra in un momento caldissimo, vince un paio di contrasti che spengono le ambizioni pugliesi)
Statella 7: in crescita. La rete è pura esperienza, bravo a tenerla bassa per farla schizzare sul terreno viscido. Sulla corsia è sempre attento nelle due fasi, nel finale non spreca una palla e fa respirare i compagni.
Busatto 6: prestazione impregnata di tantissimo sacrificio, nonostante gli mancasse il ritmo partita, e lavoro tattico. Fa quello che gli chiede il tecnico in maniera impeccabile. (dall’11’ s.t. Adorante 7: bravo Andrea. Il gol gli mancava come l’aria, quando entra non risparmia neanche un grammo delle energie a disposizione. Il calcio lo ripaga servendogli un pallone che voleva solo essere scaraventato in rete)
Gonçalves 6: le sgroppate sono limitate dal terreno, lui è bravo a farsi trovare sempre pronto nelle due fasi. (dal 38′ s.t. Rondinella sv)
MONOPOLI Loria 6; Arena 5,5, Pambianchi 5,5, Mercadante 5,5 (dal 17′ s.t. Bussaglia 5,5); Viteritti 5,5, Piccinni 6, Morrone 5,5 (dal 32′ s.t. Langella sv), Vassallo 5,5 (dal 44′ s.t. D’Agostino sv), Guiebre 5; Grandolfo 5,5 (dal 17′ s.t. Rossi 5,5), Starita 5,5 (dal 1′ s.t. Borrelli 6). All. Colombo 5,5
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale