Messina-Monterosi: la testa di Auteri, il cuore dei giovani

Pubblicato il 7 Novembre 2022 in Primo Piano

Che domenica bestiale. Un mezzogiorno bagnato e scivoloso quello che regala al Messina una vittoria dal peso schiacciante. Monterosi steso dai propri errori e dalla volontà dei giallorossi di mostrarsi squadra capace di lottare e soffrire. Auteri vince la battaglia tattica, i giovani sono la sua arma in più.

LA MOSSA FIORANI – Davvero complicato analizzare un match talmente influenzato dagli errori dei singoli. Sarebbe superficiale e sbagliato, però, non scendere nei dettagli di una gara fortemente indirizzata da precise scelte tattiche. La vince il Messina e la vince Auteri (voto 7) – in continuità con la sensazione che senza la sua guida questa squadra avrebbe ancora meno punti – che tira fuori un 3-4-3 camaleontico che trova in Fiorani il suo uomo decisivo. Schierato da finto quinto di destra, ma in realtà le fasi di possesso e non possesso modificano il Messina. Quando la palla è del Monterosi si allarga Berto e si passa a una difesa a quattro con Fiorani che stringe e accorcia su Di Paolantonio. In costruzione, invece, tornano i tre centrali che impostano alternati, Fiorani si apre e allunga la squadra sulla destra. Prima compiti e poi ruoli. Anzi, i ruoli – quelli sulla carta – contano quasi zero. La vivacità mentale e tattica di Auteri è una notizia ottima, perché mostra un tecnico che non si è arreso all’inerzia. La formazione stupisce nuovamente, ma stavolta il campo la spiega e giustifica. Non c’è Marino, giusto così perché questa è gara dove chiedere a Fofana di andare a sporcare le linee di passaggio. Mallamo ci mette quantità e tocco di palla. Una coppia più solida, quando occorre gestire più il pallone è il tempo di Marino. Peccato per il terreno di gioco, perché il terriccio umido su cui vengono costrette le due squadre non è da professionismo. Si intervenga subito, consapevoli che i problemi siano strutturali e non di semplice manutenzione. La gara del Messina non è, comunque, tutta rosa: inizio passivo, troppo molle e col Monterosi che si esibisce in un assolo. Come contro il Latina, però, al primo affondo arriva il gol. Episodico oppure no, poco importa perché il concetto fondamentale è quello della reazione. L’approccio del Monterosi era stato sfrontato, il palo di Cancellieri aveva fatto tremare. Pian piano il Messina si è scrollato di dosso il sonno del mattino, ha preso campo e coinvolto di più. Fiorani taglia e cuce, serve Fazzi con una delizia e per il laterale arriva un gol meritato. Parentesi breve: prestazioni oscillanti quelle di Fazzi, ma quando gioca bene si sente. Come quando sbaglia, perché nel 3-2 c’è una sua leggerezza. Salto in avanti, ma in mezzo c’è il disastro di Alia. Il rinvio sbagliato di Lewandowski – come da lui stesso ammesso con ironico candore – diventa rete storica perché il numero 1 laziale non legge la traiettoria e non compie quei passi indietro che gli avrebbero evitato la figuraccia. Fa peggio poco dopo, quando trasforma il cross troppo lungo di Grillo in una rete. L’attaccante del Messina non esulta neanche più di tanto, giustamente inibito dall’infortunio avversario. Prima, in un eccesso di paradossi, Lewandowski non era stato perfetto nel favorire la prima rete di Lipani. Episodi che toccano vette di surrealismo, ma che fanno parte del calcio e che vanno presi per quello che sono.

GIOVENTÙ E LEADERSHIP – Il rocambolesco primo tempo crea una patina che copre un po’ la profondità della prestazione giallorossa. Cambia col bilancino Auteri: sia perché ha in mente una trappola tattica, sia perché ritrova qualche riferimento. Sì, perché nella sua visione alcuni calciatori sono veri e propri tasselli inamovibili. Lo dicono le scelte. Filì, per esempio, è un titolare fisso. Quando è a disposizione una maglia è sua. Lo sta diventando Berto – alla quarta di fila nell’undici iniziale -, lo stanno meritando Mallamo e Fiorani. Prestazioni già citate quelle dei mediani, ma una breve analisi la meritano anche i difensori. Berto entra lentamente in partita, prende le misure agli avversari con un po’ di fatica ma mostra attenzione piena per tutta la gara. Filì gioca una partita quasi perfetta: cattivo nei contrasti, coraggioso nelle uscite e bravo nelle letture. Tutto da sgrezzare, ma potenziale importante. Sono loro i migliori in campo, soprattutto nella fase di partita con più sofferenza. Quella che forgia, forma e fa crescere. Tutti under quelli citati, tutti giovani di talento che stanno imparando a essere leader. Ennesimo indizio di quanto la costruzione di questa rosa sia estremamente errata. Importantissimo che gli under pesino e incidano, fondamentale che vengano accompagnati e, quando occorre, trascinati da quelli con maggiore esperienza. Gli over pesano meno, anche se Fazzi – come accennato – e Camilleri giocano una partita impregnata di mestiere. In avanti le note dolenti: nella ripresa il Messina finisce col gestire troppo presto e sembra quasi costretto dalla poca incisività degli attaccanti. Catania gira poco, si specchia troppo e non punge mai. Grillo – a parte la rete casuale – ci prova tante volte, ma sbaglia troppe scelte. Esempio? Il contropiede del Monterosi chiuso dal tiro di Verde nasce da un pallone buttato da lui. Altro esempio? Una ripartenza 3vs1 sprecata per un pallone portato troppo e scaricato tardi sui compagni. In attacco, allora, resta tutta la discontinuità del caso. Curiale – che Auteri loda perché conosce questo mondo – gioca una brutta partita dal punto di vista tecnico. Tatticamente si muove, ma non entra mai negli spazi utili. Ecco, torna il discorso del dare una base a questa squadra: se in difesa e centrocampo sembrano chiarirsi le gerarchie – al netto di condizione e disponibilità -, in attacco si rimane troppo legati alla condizione di giornata. Lavorare aiuta, ma alcuni limiti paiono endemici e non facili da correggere col solo allenamento prolungato. La soluzione sarà il mercato, che dovrà essere spietato nello stravolgere un reparto fallace e composto da protagonisti troppo inclini alla discontinuità e poco alla confidenza con il gol.

Lewandowski 7: una domenica clamorosa la sua. Un paio di buonissimi interventi, poi il rocambolesco gol segnato. Impreciso nell’aprire la porta alla prima rete del Monterosi, bravo nella ripresa quando chiamato in causa.

Berto 6: parte un po’ legato, poi prende le misure a Cancellieri e la sua prestazione migliora nettamente. Nella ripresa è bravo a reggere nel momento di pressione avversaria.

Camilleri 6: un paio di chiusure derivanti da attente letture, bravo nel guidare una difesa così giovane.

Filì 6,5: bravo in anticipo, ottimo nelle uscite e nell’andare a cercare il contatto col corpo dell’avversario. Fisicità importante. (dal 42′ s.t. Trasciani s.v.)

Fiorani 7: partita a tutto campo per lui. Non abbassa il livello tecnico nonostante un campo impraticabile, bravissimo quando dipinge l’assist per Fazzi. Recupera decine di palloni, non ne spreca uno.

Mallamo 6: sempre ordinato, bravo a non forzare le giocate nonostante un terreno di gioco impossibile. (dal 15′ s.t. Marino 6: entra bene in partita, mette qualità dove serve)

Fofana 6,5: più vicino al calciatore dello scorso anno che a quello assente di questa stagione. Grande prova in fase di non possesso con una miriade di palloni recuperati o sporcati, qualche errore di troppo in palleggio.

Fazzi 6,5: bellissima la rete vista la giocata esterno-interno per liberarsi e calciare. Buona prova in fase di appoggio alla manovra, sbaglia quando perde Lipani in occasione del 3-2.

Grillo 6: la rete è un regalo di Alia. Le cose migliori le fa quando prova a creare superiorità numerica, strappa la sufficienza ma alcune scelte errate in contropiede sono davvero irritanti. (dal 36′ s.t. Napoletano s.v.)

Curiale 5: si vede pochissimo, la sua partecipazione è più legata all’impegno profuso che a una reale capacità di incidere. Tocca pochissimi palloni, quasi mai utili. (dal 15′ s.t. Balde 5,5: entra con buono spirito, ma si perde presto nei suoi soliti difetti. Manca di freddezza e senso del gol)

Catania 6: non una gran partita, un filo troppo leziosa e presuntuosa in alcune giocate. Però, quando cambia passo si porta dietro compagni e avversari. Deve e può incidere di più e meglio. (dal 36′ s.t. Iannone s.v.)

MONTEROSI Alia 4; Mbende 5,5, Tartaglia 5,5, Piroli 6 (dal 40′ s.t. Tolomello s.v.); Verde 5,5 (dal 31′ s.t. Burgio s.v.), Lipani 7, Gasperi 6,5 (dal 21′ s.t. Costantino 5,5), Di Paolantonio 6,5 (dal 30′ s.t. Parlati 6), Cancellieri 6 (dal 31′ s.t. Di Renzo s.v.); Carlini 5,5, Santarpia 6. All. Menichini 6

*foto copertina: Acr Messina – sito ufficiale | ph. Francesco Saya

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