Tre sconfitte consecutive da cancellare. Il Messina che ospita il Monterosi è obbligato a reagire, mancare l’appuntamento con la vittoria ufficializzerebbe una crisi vicina dall’essere cronica.
REAGIRE – Le scorie di Foggia sono, probabilmente, le più difficili da smaltire. Una prestazione che sembrava poter cancellare le due insufficienti viste con Picerno e Bari, ma gli errori del finale hanno ricacciato la squadra di Sullo nel vortice della mediocrità. Una sconfitta che lo stesso tecnico ammette di aver accettato a fatica, ma altra lezione importante per un gruppo che pare lontanissimo dalla vera maturazione. A preoccupare, infatti, è il calo nelle prestazioni rispetto allo speranzoso inizio di stagione. Meglio con Palermo e Virtus Francavilla – e non contano i risultati – che nelle ultime uscite, non un dettaglio se si pensa che le squadre dovrebbero tendere a un miglioramento nel tempo e non viceversa. Al San Filippo arriva il Monterosi, nel più classico degli scontri diretti salvezza. I laziali sono squadra con un’identità ben definita, capaci di sfruttare al massimo le proprie qualità – soprattutto difensive – e in grado di strappare punti a formazioni del calibro di Foggia, Palermo, Taranto e Avellino (l’unica vittoria stagionale). La rosa di D’Antoni è la tipica espressione della categoria, con tutte le difficoltà del caso. Per il Messina, però, il tempo per premesse e scusanti sembra essere terminato – pur tenendo in alto la bandiera del rispetto per l’avversario -, col percorso che sembra imporre l’obbligo della vittoria. La classifica in calo conta poco, più pesante il crollo che deriverebbe dall’ennesimo passo falso. Un punto da cui, difficilmente, si farebbe ritorno.
MODIFICHE NECESSARIE – Settimana intensa per lavoro tattico e recuperi. Sullo non ritrova Simonetti, ma dovrebbe poter contare in maniera reale – e non solo sulla carta come a Foggia – su Celic e Mikulic. Il secondo pare il più vicino a una maglia da titolare, anche se le prove – continue – di difesa a 3 spingono a pensare che nel futuro i due croati possano trovare posto ai lati di Carillo. Non pare ancora maturo, però, il tempo delle modifiche (di quanti mesi ci sarà bisogno?), con il modulo visto fin qui che viaggia verso la riconferma. Sullo continua a battere su tasti diversi rispetto a quelli tattici: giusto, perché i macroscopici errori individuali spostano l’attenzione, ma non si potrà ignorare per sempre l’insipienza che questo sistema produce. Ballottaggi, comunque, aperti in tutti i reparti: in difesa Sarzi Puttini è uscito malconcio da Foggia, scalpita Gonçalves, ma recuperare l’ex Bari resta fondamentale. In mezzo Mikulic prenota il suo esordio da titolare, con il giovane Fantoni che dovrebbe tornare a imparare dalla panchina. In mediana non c’è posto per i dubbi, con Fofana confermato al fianco di Damian, mentre sulle corsie Fazzi potrebbe traslocare a sinistra per lasciare spazio a destra a Russo, fuori Catania. Ultimo dubbio in avanti: Milinkovic e Baldé sembrano lontani dal 100%, per questo pensare alla fisicità di Adorante da far sposare al movimento di Vukusic non pare così improbabile, ma lo spagnolo ex Foggia parte ancora leggermente in vantaggio. Gara che non ammette risultati diversi dalla vittoria, in caso contrario il tempo dei cambiamenti sarebbe maturo.
MESSINA (4-4-2) Lewandowski; Morelli, Carillo, Mikulic, Sarzi Puttini; Russo, Fofana, Damian, Fazzi; Vukusic, Baldé. All. Sullo
MONTEROSI (3-5-2) Borghetto; Mbende, Rocchi, Piroli; Verde, Parlati, Di Paolantonio, Adamo, Cancellieri; Polidori, Costantino. All. D’Antoni
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Saya