Messina-Monterosi, una squadra si vede nel momento del bisogno
Pubblicato il 7 Aprile 2024 in Primo Piano
Le parole di Modica? Seguirà dibattito, ma chi si sorprende dovrebbe ricordarsi che gli stessi concetti erano stati espressi già nel mese di ottobre. Prima, però, c’è il campo e la vittoria contro il Monterosi che ha riaperto la corsa playoff e avvicinato una salvezza che potrebbe arrivare, addirittura, senza giocare.
LA QUALITÀ VINCE SEMPRE – Vittoria dove essere e vittoria è stata. Il modo è di quelli che va analizzati in profondità per comprenderne la reale essenza. Quello contro il Monterosi, infatti, è un Messina dai due volti: spettacolare in attacco, terrorizzato in difesa. A pagarne il conto è una manovra che risulta meno fluida e brillante del previsto. Anche per le scelte di Giacomo Modica (voto 6,5) che, in assenza di Emmausso, torna a un 4-3-3 leggermente appiattito da protagonisti che faticano a concepire il calcio spiccatamente in verticale. Firenze è calciatore ormai ai margini, ultima opzione del menù e, allora, spazio per Frisenna e Giunta ai lati di un Franco monumentale per personalità. Giocano una partita frenata, liberandosi solo nel terzo finale quando proprio Giunta si divora due reti. Passo indietro, perché il primo tempo è interessante per lo slancio di carattere che porta al doppio vantaggio. La paura di non farcela è strisciante, così si fa troppa fatica a trovare un ultimo passaggio pulito e si finisce anche per allungarsi. Parentesi, manca comunque un evidente rigore per mani di Bittante su tiro di Dumbravanu. Chiusa parentesi. Quando ci si difende i pericoli paiono limitati, ma la forza fisica di Eusepi e Vano mettono in difficoltà un Manetta leggero e un Pacciardi in evidente difficoltà. Meriterebbe anche un plauso dato il grande sacrificio che sta compiendo nonostante un problema non banale con cui convivere. Soffrono, però, così Fumagalli deve piazzare il solito intervento che sveglia un po’ tutti. La svolta è firmata Zunno, ancora lui. Sul tabellino scriveremo i nomi di Rosafio e Plescia, ma le due giocate di Zunno sono esattamente quello che serviva in quel momento. Il numero 11 capisce che il terreno fertile è quello in mezzo al campo, così taglia dentro e imbuca in profondità. Rosafio suona l’assolo che si attendeva da gennaio, poi pennella per Plescia. Ecco, il centravanti che segna poco ma pesa tanto. Stop e sinistro imprendibile. Le 5 reti realizzate restano poche – soprattutto per lui -, ma hanno un peso specifico importante: gli 1-0 contro Avellino e Giugliano, il primo gol col Sorrento, quello contro il Monterosi e uno dei tre nel pari interno con la Turris. Totale? 13 punti. Sicuramente, gli è mancata continuità e una squadra ambiziosa necessita di un centravanti che sappia andare in doppia cifra. A Plescia sono mancati i numeri, per qualche mese anche le prestazioni visto un evidente calo anche mentale. L’attaccante c’è, si vede e deve trovare dentro sé stesso il qualcosa in più che gli sta mancando in carriera. Le critiche ricevute? Ci stavano tutte e, forse, sono state anche leggere.
FACCIAMO I CONTI – La ripresa pare di quelle che vogliono essere gestite. Infatti, la presa sulla partita è meno fitta e diventa scontato che ci si possa cullare serenamente fino al novantesimo. Invece no, perché su un pallone sporcato arriva la rete di Eusepi su corner – con Fumagalli che ci mette del suo -, e la partita si riapre. Sulla carta, sia chiaro. Perché sul campo è il Messina che crea quattro palle gol nitide, mentre i laziali non fanno nulla. La sofferenza è nell’aria perché la beffa fa sempre paura, ma i giallorossi avrebbero potuto triplicare e più sia con Giunta che con Zunno che si fa travolgere dall’egoismo e non serve Ragusa. Peccato, perché il 2-1 è bugiardo, nonostante – come detto – larghi tratti di partita giocati con timore. Portata a casa e raggiunta quota 44 punti. Record del triennio e con tre turni di anticipo. La distanza sulla zona playoff è tornata minima, in questo senso peserà la sfida tra Potenza e Foggia di sabato. Si apre, quindi, la grande questione relativa agli incroci. Partiamo dalla salvezza: il Messina potrebbe essere sereno senza giocare se la Turris perdesse a Latina e il Monterosi non dovesse vincere contro il Giugliano. A quel punto, infatti, avrebbe la certezza del vantaggio di almeno 9 punti sulla penultima e non sarebbe più raggiungibile dalla Turris quartultima. Due match che si giocheranno sabato (Monterosi) e nel pomeriggio di domenica (Turris), così il Messina potrebbe giocare il derby con la testa più leggera e un solo obiettivo. Opzione da mettere sul tavolo, ma come contro il Monterosi vale il discorso del doppio percorso: fare punti col Catania sia per attaccare la top ten che per allontanare la zona rossa. Giochi di incastri che diventano complicati, ma che dicono che questo Messina sia molto più sereno di quello che la percezione suggerisce. E non a caso, quindi, Giacomo Modica ha alzato l’asticella dei toni dopo la vittoria col Monterosi. E no, non si pensi che ci potrà essere minor tensione visto che la rosa pensa le stesse medesime cose messe sul piatto dal tecnico. E le parole di Modica? Alla prossima puntata.
Fumagalli 5,5
Bravo nel primo tempo su Vano, poi si perde in liti senza utilità e sulla rete di Eusepi è imperfetto.
Salvo 6
Tornato quello di qualche mese fa per cattiveria e attenzione. Dalla sua parte non si passa e accompagna discretamente la manovra.
Manetta 5,5
Soffre parecchio la fisicità dei due centravanti laziali, anche se mette una pezza quando può. Ma la linea trema troppo quando viene attaccata.
Pacciardi 5,5
Come il compagno di reparto, con l’aggravante di troppi errori tecnici e la scusante di una condizione al limite. Gioca per professionalità, ma non sta bene e si vede.
Dumbravanu 6,5
Buonissima prova sulla corsia sinistra. Contiene gli avversari e si prende la responsabilità di iniziare l’azione. Accompagna poche volte, ma su un suo tiro c’era la mano di Bittante che valeva un rigore.
Frisenna 6
Partita di sacrificio e buona qualità. Corre molto, tappa svariati buchi e prova ad aiutare il trio offensivo muovendosi negli spazi.
Franco 6,5
Personalità e saggezza. Palloni recuperati e ripuliti, senza mai forzare la giocata. Anche il giallo viene speso con sapienza.
Giunta 6
Gioca una buonissima partita per intensità e presenza, nel finale si divora il tris con un sinistro impaurito poi è Parlati a negargli la prima rete in casa sua.
Rosafio 7,5
Spettacolare. Partita di immensa utilità tecnica. Capisce che è il giorno in cui prendersi responsabilità importanti e vuole tutti i palloni. Sventaglia, crossa, poi diventa decisivo. Zunno lo lancia in profondità e lui rispolvera la specialità della casa per stappare la partita. L’assist per Plescia è meraviglia. Nella ripresa innesca i compagni che, però, sbagliano troppo.
Plescia 7
Stop e botta sotto l’incrocio. Le 5 reti stagionali sono poche, ma quando segna non è mai banale. Una rete che pesa come un macigno, perché i gol vanno pesati e va dato atto che i suoi hanno sempre portato punti: 13 per l’esattezza. Peccato sia mancata continuità. Per il resto gioca la sua classica partita di lotta e contrasti.
Zunno 7
Quando la partita sembra andare in direzione contraria, lui si accende. Si accentra e spezza in due il Monterosi con due tagli profondi che innescano le due reti. Tantissima qualità, poi troppo egoismo quando cerca il gol con insistenza e non serve Ragusa per un facile appoggio che sarebbe valso la tranquillità.
Ragusa 6
Entra con il giusto spirito, recupera tanti palloni e cerca la giocata giusta per chiudere i conti. Zunno, come detto, non lo premia.
Civilleri e Scafetta s.v.
MONTEROSI Forte 5,5; Piroli 5 (dal 22′ s.t. Fantacci 5,5), Mbende 5,5, Crescenzi 5; Bittante 6, Frediani 5,5 (dal 38′ s.t. Palazzino s.v.), Gori 6, Parlati 6, Gavioli 5,5 (dal 9′ s.t. Silipo 6); Vano 5 (dal 1′ s.t. Rossi 5,5), Eusepi 6,5. All. Scazzola 5,5
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya