Nella mediocrità della terza serie la speranza di giorni migliori. Nonostante gli errori maturati tra campo e scrivania, la doppia conduzione manageriale o i ripensamenti dell’ultimo minuto, il Messina resta una squadra competitiva anche dopo la chiusura del calciomercato invernale. Il futuro restituirà gli imbarazzi del 31 gennaio come un test per la nuova proprietà: la possibilità di osservare sul campo i tanti errori commessi dai predecessori e prendere nota. L’organico 2016-17, un mostro a quattro teste consegnato nelle sapienti mani di un Lucarelli taumaturgo, il solo in grado di sanare le ferite più gravi. Amen.
DIFESA – Dopo l’impresa con la Juve Stabia il tecnico livornese aveva sottolineato l’assoluta affidabilità dell’intera retroguardia, unico reparto escluso da eventuali campagne di rafforzamento. Un cambio nel ruolo di secondo portiere – con lo strabismo di chi guarda contemporaneamente a presente e futuro – non avrebbe intaccato equilibri consolidati: la tirannia del tempo ha preso il sopravvento sulle buone intenzioni. Positive le cessioni di Ionut e Mileto, oramai ai margini del progetto tecnico. Restano in gruppo Maccarrone e Marseglia: il primo è stato oramai scavalcato da Bruno nelle preferenze di Lucarelli, l’ex Taranto si accontenterà del ruolo di vice-De Vito.
CENTROCAMPO – Nessuna rivoluzione sulla linea mediana, il dietrofront di Stracuzzi nella vicenda Musacci pone interrogativi che solo il campo potrà sciogliere. L’ex catanese gode della stima del tecnico, la concorrenza di Gladestony da Silva potrebbe responsabilizzarlo ulteriormente. Nell’avvicendamento tra Nardini e Sanseverino il Messina guadagna freschezza atletica in luogo dell’esperienza: fuori da facile retorica, l’arrivo della mezzala scuola Palermo è l’unico vero colpo del mercato invernale. Le conferme di Akrapovic, Ricozzi e Saitta sono la cartina al tornasole di un’opera di sfoltimento rimasta solo in potenza: Capua manterrà intatte le sue chance di primo cambio sulla mediana. Gli addii di Bramati, Rafati e Lazar, infine, non lasceranno troppi rimpianti dalle parti del San Filippo.
ATTACCO – Nel reparto offensivo le maggiori incognite. Anastasi, reduce da un paio stagioni poco fortunate, è chiamato a sostituire degnamente un centravanti da doppia cifra come Pozzebon. Senza paracadute, poiché non si è ovviato alla più nota delle carenze strutturali in rosa: la riserva pronta a spaccare in due la partita, il vice che pungoli il titolare. Lucarelli studierà un paio di soluzioni con il falso nueve (Madonia e Milinkovic i maggiori indiziati nel ruolo) nella convinzione di recuperare presto alla causa anche Nicola Ciccone, da considerare a tutti gli effetti un acquisto invernale. Di necessità virtù: niente di nuovo sotto il sole.