Un Messina mai così in alto a inizio dicembre. Settimo posto in classifica, dietro al Football Club solo per la sconfitta nello scontro diretto, e quindi a un solo passo dalla tanta agognata zona playoff. Tre vittorie in quattro gare a precedere la rivoluzione: quella voluta dalla proprietà.
LA RISPOSTA – Il dubbio sulle motivazioni che avrebbero spinto il gruppo era vivo, soprattutto, in un Karel Zeman (voto 6,5) fin troppo chiaro nelle dichiarazioni già dal giovedì pre Corigliano. I giudizi netti sulla rosa erano stati del tecnico, arrivavano a ruota del durissimo – e in larga parte fuori luogo nei modi, buono solo per arruffianarsi la pancia del tifo incazzato – attacco della proprietà nel post sconfitta con il Football Club. Venivano ripetuti dopo la vittoria sul Biancavilla e confermati una settimana fa nella sala stampa del Barbera. Contro il Nola la risposta sull’impegno è arrivata sin dal calcio di inizio: squadra volenterosa, applicata e vogliosa di archiviare un avversario ampiamente alla portata. Il futuro dirà chi ha recitato il passo d’addio e chi no, intanto il Nola non poteva rappresentare una recita da fallire.
TROPPO POCO – Il Messina domina la sfida con i campani, non rischia mai nulla facendo passare un pomeriggio di ventosa noia a Michele Avella. Il giusto premio dopo gli straordinari palermitani, forse la prima gara stagionale in cui i pericoli sono evitati. Conta, e moltissimo, la pochezza di un Nola ormai conclamato iscritto alla lotta salvezza; il resto lo fa una buonissima applicazione generale rallentata solo da qualche singolo bolso. La compattezza difensiva, anche nelle scelte, trova ulteriore conferma anche grazie all’aiuto di una mediana meno timorosa. Sampietro gioca una partita piena di dignità, forse un messaggio verso chi lo vorrebbe lontano dallo Stretto; anche se il recente passato e il contratto pesante non giustificano il risparmiare della sentenza nei confronti dell’ex Gozzano. Per una volta non è il peggiore di un centrocampo dove brilla pochissimo Buono, soprattutto se paragonato all’extra prestazione di un Cristiani che si prende la scena anche in zona gol vista l’abulia di un attacco ingolfato da un Coralli incidente in senso negativo.
VOLERE DI PIÙ – Diventa lecito pretendere qualcosa di meglio da una squadra arrivata a ridosso della zona playoff. Di danni economici e tecnici ne aveva parlato la società, la stessa che oggi non farà un passo indietro pretendendo che la rosa venga ridimensionata nei costi e modellata per rendere al massimo secondo i dettami zemaniani. Quasi una necessità per non sprecare le idee del tecnico: il pressing alto si è intravisto, come l’attacco del portatore degli intermedi con la copertura degli esterni offensivi. A mancare è stata la regia fresca e brillante oltre alla spinta reale degli laterali bassi. Su De Meio e Fragapane, però, i margini per lavorarci esistono e bisognerà incidere solo sulle alternative. Saverino ha regalato venti minuti di un’intensità che ne giustificano il ripescaggio, soprattutto alla luce del brutto acciacco di Orlando (il 2001 resta obbligatorio in campo). Il mercato, quindi, non andrà visto come una falce con cui tagliare teste: serve lavorare per esaltare il gioco del tecnico, deve essere quello l’obiettivo principale. Il tutto va sposato, ovviamente, con la volontà di non elargire più stipendi sproporzionati a rendimenti insufficienti. Ovviamente la lente di ingrandimento sull’attacco boccia Coralli (ingiusto insistere con commenti su Siclari) e fa comprendere come l’infortunio in preparazione – misto alle richieste tattiche di Zeman – condizioni in negativo il giudizio su Gennaro Esposito. Il tempo per parlare, esclusivamente, di mercato arriva presto: il compito della dirigenza sarà quello di non sprecare la posizione di classifica più alta, all’alba del mese di dicembre, sotto la gestione Sciotto (quattordicesimo posto con 14 pt. in 14 partite nel ’17/’18; sedicesimo posto con 15 pt. in 14 partite nel ’18/’19).
Avella sv: pomeriggio da spettatore annoiato, il Nola non lo coinvolge mai.
De Meio 6: prova a galoppare sulla corsia senza grosso successo, difensivamente è ordinato.
Bruno 6: pomeriggio di ordinaria amministrazione, gestita con personalità.
Ungaro 6: copia incolla con il compagno di reparto.
Fragapane 6: più deciso quando tenta di attaccare il fondo campo rispetto a De Meio, anche se la sua prestazione è incompleta.
Buono 5,5: il lavoro oscuro che serve sempre, pochissima personalità in fase di possesso. Non attacca mai lo spazio. (dal 9′ s.t. Saverino 6,5: ottimo impatto sulla sfida, crea diversi pericoli alla difesa campana)
Sampietro 6: più nel vivo rispetto al solito, non può bastare un’ora di buona presenza per cancellare il poco visto fin qui. (dal 32′ s.t. Lavrendi sv)
Cristiani 7,5: un gol da calciatore vero per coraggio e coordinazione. Il classico martello nelle due fasi, il lavoro con Zeman lo esalterà.
Crucitti 6,5: non sarà una punta esterna e tutti restiamo curiosi di vederlo nel trio di centrocampo, detto questo gioca una partita fatta di tecnica e visione di gioco che aiutano sempre lo sviluppo offensivo. (dal 43′ s.t. Bossa sv)
Coralli 5: un paio di sponde banali e un gol divorato, poi sparisce. (dal 22′ s.t. Esposito 5: sembra voler spaccare il mondo, la squadra lo serve con palloni sporchi, lui diventa frettoloso e poco lucido)
Orlando 6: un palo, un gol clamorosamente mancato, un paio di giocate di pura classe poi un brutto incidente. Forza Francesco! (dal 28′ s.t. Manfrè 5,5: si divora quattro palle gol con il risultato ancora in bilico, buona però la vivacità che fa ben sperare)
NOLA Capasso 6; Reale 5,5, Mileto 6, Guarro 5; Todisco 5,5 (dal 36′ s.t. Marrella sv), Cardone 5 (dal 13′ Calise 5,5), Cavaliere 5,5, Gargiulo 5 (dal 7′ s.t. Gaye 5); Di Caterino 5, Stoia 5 (dal 13′ s.t. Giliberti 5), Esposito 5 (dal 32′ s.t. Serrano sv). All. Baldassarre (Esposito squalificato) 5
*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale dell’Acr Messina