Ingenuità o beffa. Poco cambia quando la vittoria tanto agognata salta a pochi attimi dalla fine. Il rigore di Bonanno complica la settimana di Venuto e squadra in vista della trasferta di Vallo della Lucania contro la Gelbison. I passi avanti nella sfida col Gela sono stati evidenti, errore sarebbe però archiviare il pareggio finale come un passo falso casuale. Dalla gestione tecnica a quella in campo il Messina ha palesato difetti ancora lontani dall’essere risolti. La presenza in campo di Lia nel ruolo di equilibratore è accettabile in questa fase di transizione e crescita fisica, dalle prossime uscite servirà affidare il ruolo di attaccante esterno a chi potrà avere nei piedi assist e reti. Il ragazzo ex Sicula Leonzio tornerà utile come mossa tattica o terzino di spinta in caso di necessità, schierarlo come pedina del tridente non è più supportabile per una squadra che fatica, clamorosamente, a calciare verso la porta avversaria. La prestazione di Rosafio ha già chiarito che l’ex Lecce potrà essere l’uomo in più per scardinare avversari chiusi, la via del gol rimane però occasionale anche per uno degli ultimi arrivati in casa Messina. A questo si somma il ruolo di centravanti rimasto nelle possibilità di due calciatori lontani dall’interpretazione tanto cara a mister Venuto. La partita di Dezai è stata insufficiente: l’ex Siracusa non ha convinto per personalità, perseverando in un gioco spalle alla porta che non ha mai fruttato nulla. Meglio il Cocuzza mobile e pronto a trovare zone di campo aperte: il suo movimento verso il centrocampo ha costretto la difesa di Pippo Romano ad aprirsi, non casuali infatti le occasioni in totale libertà avute da Arcangelo Ragosta. L’assenza di un attaccante fisico non può essere una scusante credibile: nessun obbligo a intestardirsi nel lancio lungo o nella ricerca di un riferimento centrale. Il parco di centrocampisti a disposizione di Venuto porterà l’inerzia verso un gioco meno statico e più alla ricerca degli inserimenti senza palla. Un bomber mancherà a questo Messina, non necessariamente dovrà mancare l’abitudine ad andare in rete dell’intera squadra.
SCELTE – Le parole di Venuto nella conferenza post partita non lasciano spazi a dubbi: promosso a pieni voti Andrea Migliorini nel ruolo di cervello del centrocampo. Il rischio depressione per Bruno Pezzella rimane alto: l’argentino non ha convinto in cabina di regia e ancora meno nel ruolo di intermedio destro. Lo scorso anno nell’Akragas mister Di Napoli aveva trovato il giusto equilibrio con un centrocampo a quattro e un riferimento sulla trequarti: reparti vicini e spazi di giocata ridotti avevano fatto rendere Pezzella come uno dei migliori interpreti del ruolo tra le squadre di seconda fascia. Difficile che mister Venuto possa adesso sperimentare per cercare di salvaguardare il solo Pezzella, il centrocampo della ripresa contro il Gela sarà la base su cui fondare una nuova doppia fase di gioco. Discorso simile in difesa: l’espulsione dell’ultimo minuto farà saltare la sfida con la Gelbison a Bruno, rimane evidente però l’impatto su questo Messina dell’ex difensore di Casertana e Melfi. La coppia con Colombini sembra poter trovare futuro, le caratteristiche opposte ma perfettamente incastrate fra loro regalano a Venuto un duo centrale capace di trovare efficacia sia atletica che tattica. La loro esperienza diverrà fondamentale dati i due under sulle corsie esterne: Polito è il ’99 che ha dato ossigeno alle scelte del tecnico, Cozzolino rimane un calciatore in divenire. Il classe 1998 ha mostrato buona applicazione in fase di spinta, il suo continuo sovrapporsi ha dato ai giallorossi uno scarico offensivo importante. Di contro, la fase difensiva è stata ancora una volta latente: dopo il mal di testa provocato da Paviglianiti a Cittanova anche contro il Gela il terzino sinistro è diventato l’obiettivo preferito degli avversari. Un giallo, un quasi rosso per un reiterato fallo tattico e tante rincorse sono i campanelli d’allarme che suonano per Venuto. Nessuna croce addosso al ragazzo, indubbio però che sul ruolo dovrà esserci un lavoro continuo e applicato. La propensione offensiva rimane arma necessaria, la sua crescita in fase di non possesso diventa essenziale. Ultimi minuti e deriva psicologica della sfida contro il Gela da cancellare, da tenere caro rimane l’insegnamento che circostanze del genere lasciano. Il Messina deve trovare la sua strada, la sua continuità, con in testa l’obiettivo più importante: il destino non è ancora stato scritto.