Giocare, giocare. Il Messina di Sullo prende sempre più forma, con una precisa identità fatta di progressi in aumento di gara in gara. Contro il Palermo i giallorossi mostrano organizzazione, faccia tosta e nessun timore reverenziale.
COSTRUIRE – Ruba subito l’occhio il tentativo ripetuto – e mai abortito – di impostare il gioco dal fondo senza rilanci lunghi. Lewandowski mette giù il pallone e attende il movimento dei compagni, senza mai quella fretta che non aiuta la ragione.
Il frame scelto ci aiuta, allora, per comprendere al meglio l’uscita voluta da Sullo: in azzurro vediamo come il quartetto difensivo cerchi ampiezza per liberare lo spazio interno, nel riquadro arancione ci sono i due mediani che hanno libertà per accorciare sull’area di rigore. Lewandowski scarica su Celic, sarà Fofana ad abbassarsi e ricevere iniziando un lungo giro di prima che tende a non sprecare la sfera. Non c’è paura del pressing feroce del Palermo, non spaventa l’atteggiamento avversario così che la propria identità viene mantenuta. Ripetuto – dicevamo – perché questa modalità non viene mai repressa. Pensate all’azione che porta Baldé in uno contro uno con Marconi – non da espulsione solo per il pessimo signor Longo -, in quel caso il Messina esce con scambi di prima fino a trovare Simonetti che alza per Adorante, sponda per Baldé e via. Tutto di prima, in quattro tocchi.
Non tutto riesce sempre, però, così il secondo frame ci mostra quando il rischio non è tanto calcolato. Siamo più avanti nella fase di costruzione della manovra, ma resta evidente come il Messina non voglia mai gettare il pallone. In giallo vediamo il quartetto difensivo che fa densità e prova a diventare anche possibilità di scarico del pallone. Sfera che è tra i piedi di Fofana (cerchio rosso), il mediano di Sullo porterà troppo palla finendo per oscurare la ragione col panico. Errore, perché Damian (riquadro azzurro) era scarico semplice. Pallone regalato a Dall’Oglio e ci deve pensare Lewandowski. Ci vuole sangue freddo in fase di possesso, soprattutto perché l’atteggiamento generale è iper offensivo. Lo dimostra la linea offensiva (evidenza verde) con Simonetti già proiettato in avanti in appoggio alle punte, nonostante lo sviluppo non sia così chiaro.
PALLA AGLI AVVERSARI – Questo il Messina in fase di possesso, ma quando è il Palermo a iniziare l’azione i giallorossi non mutano il loro volere essere aggressivi. Filippi vuole uno sviluppo che porti Peretti (il terzo di destra) a uscire in alto, ecco che Simonetti (cerchio arancione) resta sulla linea dei centrocampisti per andare a tamponare.
In azzurro vediamo, invece, come la linea offensiva sia composta da un trio con Distefano che resta alto per accompagnare il movimento di Giron. Nel riquadro rosso, poi, vediamo Morelli molto in alto: questo perché Sullo non vuole aspettare che Giron venga preso in possesso, ma accompagnato quando si muove senza palla. Il francese, infatti, è una delle armi tattiche del Palermo, ma nella sfida del Razza viene contenuto.
Una piccola parentesi la merita la rete subita, anche se l’occasione esula da tattica e atteggiamento, rientrando nel novero della situazionalità (Sullo dixit). Il Messina gestisce male un possesso, con Morelli troppo leggero nella copertura su Giron, sfera che finisce a De Rose (cerchio arancione), ma il Messina è schierato. Sbagliata la lettura, qui siamo prima del cross del numero 20 rosanero e possiamo vedere come si guardi più la palla e meno gli uomini. Riquadro azzurro per Luperini, così possiamo notare come il centrocampista di Filippi parta da lontano andando ad attaccare Carillo alle spalle, non c’è marcatura preventiva. Manca, allora, la reale percezione del pericolo e di dove risieda.
TUTTI AVANTI – Chiudiamo questa nostra analisi tornando ad analizzare la fase offensiva – per quella difensiva ci sarà tempo e magari un avversario veramente pericoloso a differenza di questo Palermo -, per farlo scegliamo due frame riguardanti due moduli diversi: siamo nel primo tempo – nell’occasione sprecata da Distefano – vediamo, grazie ai cerchi arancioni, come il Messina sia mosso da un 4-2-4 più che da un 4-4-2.
Baldé è in possesso, alle sue spalle Simonetti sta accompagnando da vicino e Adorante guarda la profondità. Linea azzurra per Distefano, che parte da destra pronto a tagliare per diventare uno scarico possibile. Coraggio da vendere, atteggiamento offensivo reale e che non dipende dagli interpreti.
Ultimissima immagine per l’ultima grandissima occasione della gara: Sullo legge la partita, capisce che la sofferenza è in crescita e decide di cambiare. Dentro Mikulic e squadra col 3-4-3, non cambia l’atteggiamento. Nel cerchio azzurro c’è Matese, l’ex Casertana è pronto a ricevere lo scarico di Sarzi Puttini che anche in un finale di gara stanco si spinge in alto in azione offensiva. Palla a Matese e verticalizzazione per Fazzi (riquadro arancione), difesa del Palermo sorpresa e il resto lo conosciamo. Fazzi e Busatto sprecheranno, ma rimane evidente come il Messina sia squadra dalla trazione anteriore spinta e decisa.
*foto copertina: Acr Messina – pagina Facebook ufficiale | ph. Saya