Crescita esponenziale. Il Messina che impatta contro il Palermo si mostra squadra ricca di idee e spirito di gruppo. Un pareggio che inganna, ma il lavoro sarà ancora tanto prima di chiarire quali possano essere le reali ambizioni dei giallorossi.
IDENTITÀ – Una visione di gioco precisa, con teorie che diventano pratica sul campo. La squadra di Sasà Sullo (voto 6,5) non soffre il timore reverenziale nei confronti di un avversario dall’obiettivo fissato sulla promozione, dimostrando come il gruppo costruito da Christian Argurio non vada sottovalutato mai. Approccio alla partita carico di personalità, senza paura contro un pressing alto e cattivo di un Palermo che, però, resta tutto lì. La squadra di Filippi rimane imballata dal non avere idee vincenti, appigliandosi all’umore di qualche singolo. Troppo poco, merito anche di un Messina volenteroso e in grado di imporre ritmi e stile. Fraseggi, tocchi di prima e la ripetizione di giocate sempre indirizzate alla costruzione. Sulle questioni tattiche – come sempre – entreremo nel dettaglio nei prossimi giorni, ma la parentesi sulla voglia di Sullo di non sprecare nemmeno un pallone va aperta. “Non siamo il Sassuolo o la Lazio di Sarri, ma dobbiamo provare a giocare sempre” dice il tecnico giallorosso, ma non sembrano esempi casuali quelli usati. C’è l’idea di sviluppare calcio e di farlo senza paura: mai un rinvio lungo di Lewandowski, sempre ripartenza ragionata e spesso di prima. Quando Damian riesce a uscire dalla marcatura e abbassarsi le giocate respirano a pieni polmoni, diverso quando sono difensori o Fofana a dover fare troppi tocchi. Rischia il Messina, perché il pressing del Palermo è asfissiante, con la fortuna di concedere – tutto sommato – una mezza occasione. Lavoro e ripetitività aiuteranno, ma resta una volontà precisa.
RAMMARICO – “Il calcio è situazionale”, così Sullo – nel pre gara – anticipa quel che sarà. Vero, perché il derby tra Messina e Palermo somma una quantità di sliding doors importante. Il mancato rosso a Marconi, una gestione generale dei cartellini confusa di un pessimo Longo, un rigore generoso che avrebbe potuto cambiare tutto, e poi due reti con errori difensivi evidenti, fino al clamoroso spreco firmato Busatto. Situazioni, di quelle che vanno oltre ai piani partita, anche dei migliori. La valutazione sulla prestazione, però, deve andare oltre a risultato e situazioni: il Messina strappa un voto generale che sfiora il 7, questo perché la sua identità è chiara come la sua intenzione di imporre gioco. Il rammarico deve esserci, anche per aiutare a migliorare e non far sedere la squadra sui complimenti. Un primo tempo vigoroso, cattivo agonisticamente e con un vantaggio meritato. Una ripresa leggermente timida, che serve al Palermo per un quarto d’ora di spinta reale che porta al pari, ma che sgonfia i rosanero. Forze poche, anche per una rosa corta che attende l’ingresso dei nuovi. Il finale, però, è di quelli che fanno capire che questo Messina sta imparando a gestire la lucidità: i cambi aiutano, creano e sfiorano il colpaccio. Matese – che sembra vittima di uno di quegli incidenti che non vorresti mai vedere – impatta alla grande, come Busatto che rovina tutto sprecando l’appoggio che sarebbe valso un derby. Peccati di gioventù, nessuna croce. Resta un Messina bello e intenso per più di un’ora, con una capacità di reagire concreta e un futuro tutto da costruire.
Lewandowski 6: sempre attento quando chiamato in causa, in occasione della rete subita non basta un suo mezzo miracolo.
Morelli 5,5: perde un brutto pallone quando il Palermo impatta, prestazione non all’altezza.
Celic 6,5: forte in contrasto, pulito in anticipo, insuperabile di testa. Profilo di valore.
Carillo 6: dai suoi piedi riparte l’azione e lui si mostra a suo agio. Non legge benissimo il cross di De Rose che dal via all’azione del pari.
Sarzi 6: pulito e attento in difesa, quando spinge è sempre utile.
Distefano 6,5: ottimo impatto sulla sfida e buonissima prova nelle due fasi, spreca una buona chance nel primo tempo. (dal 13′ s.t. Fazzi 5: non in condizione, sembra spaesato e nel finale non sfrutta un’ottima occasione)
Fofana 5,5: qualche pallone perso di troppo, in fase di possesso va spesso in confusione. Molto bene nel recupero palla.
Damian 6,5: gioca con una calma che fa invidia agli avversari, impossibile per lui sprecare un pallone o una giocata. Chiude stanco.
Simonetti 6,5: ancora una prova travolgente dell’ex Pistoiese. Gioca adattato sulla fascia, ma non sembra soffrire diventando un’arma offensiva sempre innescata. (dal 31′ s.t. Matese 6: entra bene e crea un paio di buone occasione per sé e i compagni. Poi quello che sembra un brutto infortunio, in bocca al lupo)
Adorante 5: non trova quasi mai il tempo per superare Lancini, soffre troppo la difesa rosanero. Non incide e spreca qualche pallone per eccesso di leziosità. (dal 27′ s.t. Busatto 5,5: la sua fisicità impatta diversamente sugli avversari, ma nel finale sbaglia una rete clamorosa)
Baldé 6,5: quasi imprendibile per i rosanero. Crea, crossa, tira e alla fine trova anche il gol mostrandosi lucido e attento. (dal 32′ s.t. Mikulic 6: mette forza fisica e attenzione quando serve)
PALERMO Pelagotti 5,5; Peretti 5,5 (dal 32′ p.t. Marong 4,5), Lancini 6,5, Marconi 5,5 (dal 19′ s.t. Perrotta 6); Almici 5,5, De Rose 5,5, Luperini 6,5, Giron 6,5; Dall’Oglio 6 (dal 11′ s.t. Soleri 7), Floriano 5 (dal 11′ s.t. Fella 5,5); Brunori 5,5. All. Filippi 5,5.
*fonte foto: Acr Messina – pagina Facebook ufficiale | ph. Saya