Continuità. Questa la parola d’ordine in casa Messina. Si torna in campo, dopo la sosta natalizia, con il chiaro obiettivo di ricominciare da quanto di buono fatto a dicembre. Al San Filippo arriva il Paternò, solo sulla carta un match alla portata.
OBBLIGO – Il ritorno dalla pausa forzata – a dicembre – ha mostrato un Messina concreto, cattivo agonisticamente e capace di mutare il proprio volto a seconda degli avversari. Non tutto oro quel che luccica, tanto che lo stesso Novelli – nella conferenza di presentazione – batte il ferro degli errori e dei difetti. Perfezionismo necessario, dato che solo puntando al massimo si potrà vedere il miglior Messina possibile. Quello del secondo tempo di Trapani, a esempio, è uno dei più cattivi e convinti mai visti. Da quell’agonismo i giallorossi ripartono, con una costruzione di certezze favorita dalla crescita di tanti singoli. Sabatino e Foggia su tutti. Al San Filippo arriva il Paternò di Gaetano Catalano: gli etnei sono il tipico avversario fastidioso. Ben preparati fisicamente, con buona qualità ed esperienza. Probabile, comunque, che il compito di dare ritmo alla sfida si obbligo del Messina, come quello di riuscire a vincere. A proposito di ritmo, ancora Novelli riesce a riassumere al meglio le caratteristiche della sua squadra: “Solo a ritmi alti possiamo esprimerci al meglio”. Una frase buttata un po’ lì, ma che invece spiega perfettamente che tipo di Messina dobbiamo aspettarci negli intensi mesi che porteranno alla fine del campionato.
SOLITI DUBBI – Ballottaggi a centrocampo e attacco, ma forse dubbi solo per stampa e tifosi. Novelli, infatti, sembra sempre convinto di una strada tracciata secondo scelte precise. Cristiani e Arcidiacono diventano – ogni settimana – protagonisti degli enigmi di formazione. Puntualmente, poi, sono tra i titolari; e quando finiscono fuori – Arcidiacono a Trapani – sono i primi a entrare per cambiare il match. Punti di riferimento all’apparenza marginali, ma in realtà fondamentali per caratteristiche tecniche e tattiche. Le capacità di Vacca – che tra Paternò e Santa Maria Cilento una maglia da titolare dovrebbe strapparla – non sono in discussione, ma l’importanza nella doppia fase e nell’intensità di corsa di Cristiani sono armi a cui Novelli fatica a rinunciare. Discorso simile per Arcidiacono: se Bollino e Addessi sembrano avere una varietà di colpi maggiore, il capitano mostra una presenza psicologica e di sacrificio ancora intermittente nei compagni di reparto. Ovvio, comunque, che gestire Arcidiacono sia una missione a cui Novelli non può sottrarsi, ma rinunciare ai suoi quarti d’ora di pura mareggiata potrebbe diventare difficile.
IL PATERNÒ – I numeri dicono verità. A volte cancellando percezioni sbagliate. Il Paternò è una formazione neopromossa, ma il suo cammino fin qui non è stato da piccola squadra. Nessuna mezza misura: 4 vittorie e 3 sconfitte, col solo pari in casa del temibile San Luca. Sono 13 i punti in classifica, con una partita in meno visto il rinvio della sfida col Troina. Avversario non impossibile, vittoria che darebbe al Paternò una distanza di soli 2 punti dal Messina. Anche gol fatti e subiti sono interessanti: 11 realizzati – uno meno dei giallorossi – e 7 subiti. I numeri dicono verità, ma non dicono tutto. Infatti, quando il calendario ha alzato l’asticella degli avversari il Paternò è andato in difficoltà: sconfitte con Castrovillari, Licata e Santa Maria Cilento, successi con Rende, Roccella e Dattilo. Numeri e cammino, allora, chiariscono come la squadra guidata da Catalano sia la tipica formazione di categoria capace di trarre il meglio possibile da ogni gara. Il tecnico – già vincitore del torneo col Messina a proprietà Lo Monaco – non è di quelli che sbagliano la preparazione delle gare, aiutato anche da un folto gruppo di calciatori esperti e bravi ad allungare le zone morte delle partite.
IN CAMPO – Se contro il Dattilo, vista la sosta imminente, il turnover non si era reso necessario, l’arrivo del doppio match contro Paternò e Santa Maria Cilento nel giro di 72 ore peserà sulle scelte di Novelli. Probabile, comunque, che si riparta dalla struttura vista fin qui, grazie anche alle 5 sostituzioni che garantiscono varietà di soluzioni in corsa. Ancora fuori Manfrellotti, col mercato che non regalerà molto se non il chiarimento sulla questione Zaine. Lo stesso Novelli, poi, è chiaro: “Non compreremo tanto per farlo”. L’undici titolare, allora, non dovrebbe essere molto diverso da quello visto prima della sosta. Unici dubbi, come detto, in mediana e attacco dove Cristiani e Arcidiacono sembrano in vantaggio. Sfida che il Messina deve vincere, un obbligo che si ripeterà di settimana in settimana, con un orecchio sugli altri campi per scoprire se, al fischio finale, potrà esserci un primato mai visto in stagione.
MESSINA (4-3-3) Lai; Cascione, Lomasto, Sabatino, Giofrè; Crisci, Aliperta, Cristiani; Bollino, Foggia, Arcidiacono. All. Novelli.
PATERNÒ (3-5-2) Cavalli; Bontempo, Mazzotti, Puglisi M.; Di Stefano, Maiorano, Cozza, Truglio, Puglisi S.; Khoris, La Piana. All. Catalano.