Tutto fermo. In casa Messina si accoglie – non senza la giusta dose di solidarietà – il rinvio della sfida contro la Gelbison. Campani alle prese col Covid-19, tre contagiati che impongono alla LND di posticipare il match.
IL PROTOCOLLO – Che tra la Serie A e le categorie minori ci sia differenza è chiaro, che non sia solo tecnica e di giocate lo diventa – ancora di più – nelle situazioni di emergenza. Il famoso protocollo, quello che tutti gli appassionati di calcio hanno imparato a conoscere dopo il caso di uno Juventus-Napoli deciso prima dall’Asl e poi dal Giudice Sportivo, in Serie D non esiste. Non c’è la possibilità per i club di chiedere un rinvio in caso di più di 10 casi, come non c’è l’obbligo per le squadre di scendere in campo se a disposizione ci sono 13 calciatori di cui un portiere. In Serie D non funziona così: tra i Dilettanti, infatti, decide la Lega Nazionale Dilettanti in base al numero dei contagiati delle singole squadre interessate. Così, allora, Messina-Gelbison non si gioca. Così come non si giocheranno 43 delle 83 partite previste per domenica 1 novembre in Serie D. La scorsa settimane erano state 37 quelle rinviate. Il motivo è semplice, e si torna al protocollo diverso: in Serie A, infatti, i club hanno le risorse per effettuare i tamponi ogni tre giorni e, nel caso di positivi, isolare i contagiati dal resto della squadra e porre in isolamento in strutture private (o nel domicilio dopo il parere dell’Asl) il famoso “gruppo squadra”. In Serie D, invece, il quadro cambia: i tamponi ogni tre giorni non sono sostenibili, allora ci si affida ai test rapidi o sierologici che danno un quadro generale del gruppo, poi monitoraggio totale della salute del singolo tesserato e si prova a non far scoppiare cluster. Una volta trovati i positivi, poi, le squadre sospendono quasi completamente l’attività, perché non potendo usufruire delle strutture della Serie A devono rispettare i protocolli dei cittadini “normali”: isolamento fiduciario e monitoraggio delle condizioni, poi tamponi dopo 8/10 giorni per essere entrati in contatto con dei positivi. A quel punto i risultati daranno vita a ripresa o ulteriore sospensione. La Gelbison, nella fattispecie, era entrata in contatto col Troina che aveva, successivamente, riscontrato 3 positività. Stop anche per i campani in attesa delle scadenze previste dalla legge: primi test che hanno confermato le positività. Non è scontato, allora, che la Gelbison possa tornare in campo già nella sfida dell’8 novembre.
IL QUADRO – Che si torni in campo l’8 novembre, poi, non è così scontato per tutte le squadre. Resta l’attesa, infatti, per le possibili ulteriori misure restrittive del governo, questo rifacendoci alle cronache giornaliere. Provando ad andare oltre, però, torniamo in casa Messina: la sconfitta contro il Football Club aveva acceso nel gruppo la voglia di un immediato riscatto, anche spinti da una parte di calendario che vedeva accidenti minori rispetto a un inizio fatto di soli scontri diretti. Sulla strada dei ragazzi di Novelli, infatti, tante delle prime della classe. Da una parte un male, perché il rodaggio non è concluso; dall’altra buoni test per far comprendere a Novelli il punto di crescita dei suoi. Crescita tattica, tecnica ma anche consapevolezza nelle scelte: allora, ecco, che il tecnico non pone il proprio veto – anzi – sulle cessioni di Catalano al Licata e di Cruz al Rende. Il primo addio, però, viene colto con sorpresa da una piazza che aveva imparato ad apprezzare le capacità – anche umane – di Catalano. Da sesta scelta, però, era difficile la convivenza resa impossibile dai solo 5′ (più recupero) giocati sul campo del Rotonda. Discorso diverso, invece, con Cruz: il brasiliano non lascia una traccia tangibile, e non convince neanche dal punto di vista della crescita fisica. Al suo posto, allora, lo staff dirigenziale punta forte su Salvatore Manfrellotti. Svincolato dal Bisceglie prima del 30 ottobre e, quindi, tesserabile anche successivamente alla sessione di mercato. Il calciatore è in gruppo da qualche giorno, si attende la comunicazione ufficiale del suo ingaggio e non dovrebbero esserci sorprese.
LAVORARE SUGLI ERRORI – Le scorie da sconfitta non potranno essere sfogate in campo, l’amaro in bocca, invece, è già passato in un gruppo maturo e consapevole della sua forza. Percezione e realtà hanno preso strade differenti nel post stracittadina: Messina che ha giocato una gara che avrebbero meritato altro rispetto alla sconfitta, ma non riflettere – e Novelli lo sta facendo – su alcune pecche sarebbe presuntuoso e gravemente errato. L’arrivo di un calciatore come Manfrellotti, infatti, fa intendere che sia dal punto di vista strutturale che delle soluzione di emergenza le prime cinque giornate abbiano suggerito di virare verso strade alternative. Contro Cittanovese, Rotonda e Football Club, infatti, quando gli avversari si sono chiusi la squadra di Novelli ha faticato nel rendersi, realmente, pericolosa. Una serie di cross senza costrutto, e quella sensazione che tradire il credo non fosse possibile. Derogare, però, potrebbe – ogni tanto – risultare utile: l’addio di Cruz fa capire, comunque, che una parte dell’insistenza fosse figlia della poca fiducia dei calciatori alternativi. Manfrellotti, allora, diventa credibile concorrente e arma tattica e fisica importante quando si troveranno avversari poco avvezzi nel lasciare spazi utili ai giallorossi. Non solo assedi mancati, però, perché contro il Football Club la vera pecca – magari poco percepita – è stata la difficoltà, non solo per un terreno di gioco abbondantemente oltre la linea della vergogna, di costruire in maniera rapida. Troppo comodo, infatti, archiviare la sfida persa come episodica: l’assenza di Aliperta è pesata, sia dal punto di vista della personalità che tecnico. L’ex Turris avrebbe favorito un’uscita palla dalla difesa fermata, invece, con troppa facilità dal pressing di Caballero e compagni. Lavrendi è apparso, contro un avversario che aveva impostato una partita tatticamente fatta di pressing, in difficoltà; peggio ha fatto Sabatino che non è riuscito a supplire il compagno facendo, anzi, rallentare ulteriormente l’impostazione e favorendo il lavoro di pressione della squadra di Rigoli. Da studiare gli automatismi, allora, ma anche le soluzioni alternative intese come sviluppo del gioco. Ultimo, ma non ultimo, anche il mercato degli svincolati: perché, per due over usciti ne entrato solo uno. Sul centrocampo, allora, un pensierino sul ruolo di regista – chiaramente alternativo, ma credibile, ad Aliperta – sarebbe lecito farlo.
*fonte foto: Acr Messina – ph. Paolo Furrer