Tra tattica e volontà di vincere. Il Messina passa sul Pescara grazie alla lucidità nei momenti chiave e la perfetta preparazione di mosse e contromosse. Un successo pesantissimo in chiave salvezza, ma il tempo per goderselo non c’è visto che domenica arriva il difficile scontro di Potenza.
IL TEMPO GIUSTO – Quando affronti una squadra di Zeman devi sempre ricordarti dei pregi e dei difetti del suo gioco. Come una partita a scacchi, quindi, occorre lucidità per non andare sotto al martellamento offensivo che potrebbe nascere e per colpire quando si apriranno – fisiologicamente – degli spazi da attaccare. Il primo tempo del San Filippo non è per esteti con le due squadre che si accatastano in mezzo al campo dando vita a una serie infinita di scontri e duelli senza vincitori. Il Messina gioca una gara coraggiosa, in cui vince gli uno contro uno sulle corsie esterne e sacrifica un pizzico di qualità per la quantità. Fuori Mallamo e dentro Konate con Fiorani. Una mossa che può stranire sulla carta, ma che diventa ovvia quando si vede lo schieramento in campo: doppio mediano in aiuto al quartetto difensivo, squadra che volutamente difende in 6 per lasciare gli attaccanti più alti. L’idea di Raciti (voto 6,5) è quella di non consentire ai terzini abruzzesi di accompagnare continuità, ma di lasciarsi la possibilità di occupare quegli spazi quando – per mentalità – andranno volutamente in avanti. Nel primo tempo tutto questo non accade, perché il Pescara non interpreta la partita con la giusta intensità e non sembra ancora aver appreso la filosofia zemaniana. C’è poco da raccontare, ma nella parte dell’analisi c’è l’ammirazione per un tatticismo che nasconde il fuoco sotto la cenere. Tutto deve esplodere. Il tappo viene tolto a inizio ripresa, quando Cancellotti commette il peccato mortale di lasciare un paio di metri a Ragusa e il Messina va velocemente in verticale. Recupero palla, attacco della profondità e servizio. Ragusa fa il resto, perché anche se la gamba non è quella dei giorni migliori la qualità resta alta. Prende campo, punta, alza la testa e premia Balde che aveva iniziato e seguito l’azione. Lo spagnolo mette la firma, come ormai gli capita con familiarità. Partita che si sblocca, si apre e diventa la scena perfetta per il Messina.
VITTORIA MAI IN DISCUSSIONE – Il risultato finale è anche stretto, ma la vittoria passa pure da Fumagalli. Al numero 30 viene richiesto un solo intervento, di quelli decisivi e importanti. La deviazione di Brosco è veloce e pericolosa, lui reagisce di istinto e mostra quanto e quando un portiere possa fare la differenza. Il vantaggio del Messina è difeso con ordine, con metodo e con la capacità dei difensori di non commettere sbavature. Hélder Baldé torna titolare e mostra una prestazione simile a quella vista contro Iemmello: prende le misure a Lescano, ne spegne le possibilità e non gli consente mai di girarsi. Lui brilla, come lo fanno i compagni di reparto che sanno che è giornata di duelli continui. Funziona tutto il sistema, partendo dalla cerniera di centrocampo – con Konate che cresce di minuto in minuto fino a dominare la mediana – che filtra e non fa giocare pulito in verticale. Non lascia nemmeno spazi da far attaccare alle mezzali, così la macchina offensiva di Zeman si inceppa. Fumagalli non deve mai intervenire e il finale di tempo viene ritmato dal tentativo di raddoppio del Messina. I giallorossi si difendono attaccando, tengono il pallone in alto e si appendono alla capacità di Perez di portare a spasso i difensori centrali. Balde sale in cattedra, oscilla tra le linee e gioca per i compagni. Il raddoppio sarebbe meta giusta per il Messina, che non ci arriva per un pizzico di imprecisione e per un difetto di controllo di Kragl. Il tedesco ha la palla della tranquillità, ma quando la stoppa il giro – anche influenzato dal vento – è troppo forte e la sfera gli finisce addosso. Giusto appoggiare per Perez, ma è ormai i difensori sono rientrati. Peccato, ma di occasioni ne arrivano altre. Niente 2-0, ma la sensazione è quella che il Messina non avrebbe non potuto vincere. Sorrisi sì, ma testa che non si può scaricare dato che si torna a giocare tra 72 ore. Potenza avversario più che tosto: squadra che in casa vuole sempre vincere, ma che resta quella con più pareggi in assoluto (17) e con la peggior difesa del Girone C con 46 reti subite (al pari della Turris). Quel 17 è numero che torna, perché sono le sconfitte del Messina fin qui. Ecco, i giallorossi hanno lasciato a terra quasi un intero girone. Un dato che spiega quanto sia vicino a essere miracolosa la scalata iniziata col ritorno di Raciti in panchina.
Fumagalli 6,5: chiamato in causa in una sola circostanza, grande risposta e decisiva.
Berto 6,5: non sbaglia praticamente nulla e non soffre mai la rapidità di Kolaj, bravo pure nella fase di costruzione e appoggio.
Baldé 6,5: come contro Iemmello, quando può giocare sull’uomo si esalta e domina. Lescano è annullato, prestazione perfetta.
Ferrara 6,5: guida la linea con autorità, negli uno contro uno non perde mai ed è forte nella giocata in anticipo.
Celesia 6: ordinato, zero sbavature e stravinto il duello con Merola. (dal 42′ s.t. Marino s.v.)
Fiorani 6: sacrificio, lotta e tantissimi palloni sporcati e rubati. Ennesima prova di grandissima sostanza. (dal 13′ s.t. Mallamo 6: prova a mettere maggiore qualità in mediana, si becca un giallo che gli farà saltare Potenza ma gestisce tutto con freddezza)
Konate 6,5: prova maiuscola e centrocampo dominato dal punto di vista muscolare e del controllo. Non perde un duello, con coraggio accompagna anche la manovra offensiva.
Kragl 6: si sacrifica molto quando c’è da rincorrere, bravo nel regalare qualità alla squadra ma l’occasione del raddoppio sprecata rischiava di pesare parecchio. (dal 42′ s.t. Trasciani s.v.)
Balde 7: migliore in campo non solo per la rete. Scherma Palmiero, si muove su tutto il fronte, gioca per i compagni e sempre con ottima tecnica. La rete è il premio meritato.
Ragusa 6,5: la giocata giusta, nel momento giusto. Si sacrifica, punta a ripetizione Cancellotti e non appena c’è lo spazio da attaccare diventa decisivo. (dal 36′ s.t. Zuppel 6: due occasioni, una di testa e l’altra col sinistro, che mostrano tutta la sua vivacità)
Perez 6: grande partita dal punto di vista tattico, anche tecnicamente offre sempre qualità di buon livello. Manca un pizzico di concretezza negli ultimi sedici metri. (dal 36′ s.t. Versienti s.v.)
PESCARA Plizzari 6; Cancellotti 5,5 (dal 40′ s.t Crescenzi s.v.), Brosco 6, Mesik 5,5, Milani 5,5; Germinario 6, Palmiero 5,5, Mora 5,5; Merola 5 (dal 37′ s.t. Delle Monache s.v.), Lescano 4,5 (dal 40′ s.t. Vergani s.v.), Kolaj 5 (dal 19′ Cuppone 5,5). All. Zeman 5,5
*foto copertina: Acr Messina – sito ufficiale | ph. Francesco Saya