Messina-Potenza: non gli errori, ma la voglia di rimediare

Pubblicato il 26 Agosto 2024 in Primo Piano

Imparare. Sia dagli errori che dalle cose positive, perché il pari che il Messina trova contro il Potenza mostra una squadra con carenze strutturali da colmare e idee tattiche espresse solo in parte. La qualità torna sempre utile, ma occorre maggiore attenzione in tutte le fasi della prestazione.

LEGATI E SVEGLIATI – Tra teoria e realtà, c’è sempre di mezzo il campo. Certo, giudizi tranchant o definitivi non devono arrivare, ma quanto mostrato dai giallorossi apre a diverse possibilità di analisi. La premessa è d’obbligo, però, perché Giacomo Modica (voto 6,5) non poteva contare su Petrungaro e attende che il mercato gli regali due profili di spessore. Per questo, si inventa un 4-3-3 falso con Frisenna laterale tattico e Pedicillo più avanzato per provare a dare un sostegno reale ad Anatriello. In mezzo al campo Anzelmo si prende subito la regia e decide come dettare i tempi di gioco. Seguirlo è cosa buona, e dovrebbero farlo soprattutto i compagni che, invece, si fanno prendere dalla voglia di strafare e finiscono per forzare. Infatti, il Messina del primo tempo è discreto per applicazione generale ma frenetico e impreciso. Il Potenza tiene i ritmi bassi e consegna a Felippe il compito di fare gioco. Funziona a sprazzi, così il Messina ha più di una possibilità per colpire. Frisenna si prende l’onere di prendere la squadra per mano, ma forza fin troppe giocate – compresa quella che porta al vantaggio lucano -, mostrando ancora un’intesa da trovare con i compagni. Frenesia, come detto, diventa la parola chiave: mediana che vuole andare verticale presto, ma prima di giocare a memoria occorre dare un’occhiata ai movimenti della punta. Anatriello, infatti, trova un muro di fronte a sé e decide di svariare per cercare aria pulita. Manca intesa, quindi, visto che sulle giocate in impostazione manca il movimento a supporto e viceversa. Inoltre, Di Palma pecca di precisione e finisce in un tunnel di giocate corte non riuscite. Si riscatterà, ma solo quando la squadra si sentirà più leggera e libera. Forse, questo cambiamento è indotto dallo svantaggio. Che arriva su palla inattiva, ma che nasce – come detto – da una forzatura di Frisenna e uno sbilanciamento che fatica a venire contenuto. Lia è fuori, sulla quella corsia il Potenza imbastisce e Rossetti fa il resto. Rizzo e Curtosi ci mettono una pezza ma la palla ferma che ne consegue viene pagata. Sbaglia Curtosi? Non fa benissimo, ma la sua uscita è un azzardo per cercare di salvare il salvabile. Pare evidente che fisicamente gli manchi qualcosa per eccellere in quella specifica. Però, Manetta perde il duello con Caturano e sembra partire in ritardo sulla traiettoria di palla. Modica lamenterà l’atteggiamento dei suoi, più in attesa che aggressivi. Così sarà anche nell’azione del pari finale.

VALORIZZARE E IMPARARE – La ripresa è tecnicamente più pulita e ritmata da maggiore convinzione. Il Potenza dorme per un quarto d’ora buona, vittima anche della sua idea di tenere i ritmi soporiferi. Il break che trova Di Palma lancia Pedicillo, il resto è farina del sacco di un ragazzo che sfrutta la chance. Novella gli dà una mano con una leggerezza inaccettabile, ma lui è bravo nel crederci e lucido nel tocco per Anatriello. C’è intesa, che torna presente quando il campo è aperto e il 28 può mostrare di avere qualità vera. Pennellata per il centravanti e raddoppio. Due cose da sottolineare: Pedicillo ha visione e qualità, gli va cucito addosso il ruolo di esterno di estro alla Emmausso, per intenderci, ma sembra aver compreso quello che il tecnico vuole da chi gioca in quel ruolo. Anatriello si presenta alla grande, non solo per le reti ma per la cattiveria agonistica. Al primo contrasto si rialza, zittisce l’avversario, protesta con l’arbitro e sveglia i compagni. Tutto in una volta. Personalità, poi il fiuto. La prima rete è costruita dal compagno ma lui c’è; nella seconda fa il 9 vero. Legge lo sviluppo, si piazza tra i due difensori e schiaccia in controtempo. Presto per le medaglia da apporre, ma il ragazzo è di quelli che hanno intenzione di brillare. Sono le note liete, come Anzelmo che non ha paura di alzare la linea del pressing e di muoversi sempre in maniera utile. Cerca lo spazio per ricevere, poi due tocchi al massimo e si accompagna l’azione. Calciatore moderno nell’interpretazione del ruolo. Il Messina cerca un centrocampista, ma l’ex Vibonese va tutelato e valorizzato. Nel secondo tempo, quindi, c’è ritmo e intensità. Che potrebbero anche bastare, perché il Potenza è fuori gara e il Messina insiste. Anatriello fa tris, ma forse Salvo è più avanti e si cancella. Un peccato, ma la sensazione è che la vittoria possa arrivare. Le sbavature ci sono state e quella firmata Ortisi-Manetta manda il Potenza all’incasso. Il terzino finisce fuori zona, Manetta esce con irruenza e conquista rosso e punizione per gli altri. Due gialli di quelli che non piacciono per il capitano giallorosso, col Messina che riparte dalla brutta abitudine di finire in 10 le partite casalinghe. Firenze trova Verrengia ed è parità. Ndir difende una zolla e lo fa aspettando la palla e saltando pochissimo, il difensore di De Giorgio arriva da dietro e non può sbagliare. Che peccato, ma errori così si pagheranno sempre. Anche con un altro paio di over in rosa. Per questo, allora, occorrerà lavorare e parecchio sulle carenze mostrate. Modica ne è consapevole, tanto da essere il primo a dirlo nel post gara. La stagione sarà influenzata dalla contestazione, che riguarda la proprietà e non la squadra. Lo scetticismo attorno alla rosa, invece, è figlio di una costruzione con meno blasone, ma – dopo le necessarie iniezioni dal mercato – questa squadra sembra poter avere alcune caratteristiche per riuscire funzionare secondo le direttive di Modica. Tra la teoria e la realtà, però, c’è di mezzo il campo.

Curtosi 5
Azzarda un’uscita di troppo e Caturano lo beffa. In generale è poco sicuro su alcuni tentativi dalla distanza del Potenza, serve una crescita fisica e tecnica per reggere un torneo professionistico.

Lia 5,5
Fatica più di quanto dovrebbe a contenere l’asse mancina dei lucani, anche se è bravo nel metterci una pezza con l’esperienza. In attacco è poco servito, pessima abitudine iniziata lo scorso anno. Un peccato non sfruttarlo.

Manetta 4,5
Malissimo. Il primo giallo è gratuito oltre che inutile visto il fallo commesso a cinquanta metri dalla porta. Perde Caturano in occasione della prima rete avversaria, poi completa l’opera col fallo che gli costa il rosso e la punizione che vale il pari. Vero che Ortisi lascia un buco, ma un giocatore come lui deve saper gestire l’irruenza.

Rizzo 6,5
Personalità e colpo d’occhio. Capisce dove potrebbe soffrire ed è sempre bravo nel preparare le contromisure. Quando c’è da duellare non si tira indietro, nel finale deve uscire per un crampo di troppo. (dal 43′ s.t. Ndir 5: gioca poco, ma in occasione del pari ha le sue responsabilità. Verrengia arriva in corsa, ma lui aspetta il pallone e salta pochissimo. Ci vuole una cattiveria diversa per difendere in questo tipo di mischie)

Ortisi 5,5
Per larghi tratti è ordinato, ma poco servito in avanti. Difende senza soffrire, qualche pallone sprecato per eccesso di confidenza ma in generale non viene coinvolto troppo in fase offensiva. Nel finale si fa attirare fuori posizione e costringe Manetta a un’uscita laterale, poi il centrale esagera.

Di Palma 5,5
Tante cose da rivedere, un paio fatte bene. Nel primo tempo sbaglia tante volte la misura di passaggi comodi, spesso forza la giocata ma senza leggere bene lo sviluppo. Nella ripresa dà il via all’azione del pari. (dal 13′ s.t. Salvo 6,5: entra mettendoci cattiveria agonistica e vivacità. Grande chiusura per evitare il raddoppio, poi l’assist per il tris di Anatriello cancellato dall’offside)

Anzelmo 6,5
Buona la prima. Regia di grande lucidità e senso della posizione. Il suo è un lavoro difficile perché Modica gli chiede di dirigere e portare il pressing alto, fino al regista avversario. Lui risponde presente, si fa trovare sempre in zone di campo ripulite dal pressing avversario e gioca con pulizia. Quando forza qualche giocata, sbagliandola, è solo per la tanta voglia di fare.

Garofalo 6
Un diesel, ma il passo è quello giusto per essere importante nelle due fasi. Calcia un paio di volte dalla media distanza mostrando personalità. Cuce bene il gioco, prova anche a strappare e incidere in fase offensiva.

Frisenna 6,5
Il leader? Eccolo, ma non senza sbavature. La rete del vantaggio del Potenza nasce da una sua palla sprecata, certo lo sviluppo è tanto lungo da non poter far condannare solo lui. In generale, vuole sempre la palla e prova a giocarlo sempre in maniera utile. Capisce che i compagni hanno bisogno di essere presi per mano e lo fa. (dal 43′ s.t. Simonetta s.v.)

Anatriello 7,5
E se fosse solo l’inizio? Inutile esaltare o esagerare, ma le due marcature del ragazzo scuola Bologna sono da attaccante vero. Rapace, attento e consapevole di poter far male. Il primo è un po’ disordinato dal punto di vista tattico, poi riempie maggiormente l’area e i risultati sono evidenti. Bravo anche spalle alla porta nella difesa del pallone, ma quando attacca la profondità si vedono le cose migliori. (dal 34′ s.t. Luciani s.v.)

Pedicillo 7
La sorpresa. Una maglia da titolare che nessuno si aspettava, lui risponde con qualità. Nel primo tempo è un po’ fuori dallo sviluppo della manovra che passa più da altri calciatori, ma quando viene coinvolto prova subito a calciare. Nella ripresa è tignoso nel riprendere un pallone dal cestino e servire Anatriello, poi pennella per il raddoppio. La sua qualità tornerà utile. (dal 34′ s.t. Mamona s.v.)

POTENZA Cucchietti 6; Novella 5, Sciacca 5,5, Verrengia 6,5, Burgio 5,5; Castorani 5,5 (dal 31′ s.t. Schimmenti 6), Felippe 6,5 (dall’11’ s.t. Vilardi 5,5), Erradi 6 (dall’11’ s.t. Ferro 6); Rossetti 5,5 (dall’11’ s.t. Firenze 6), Caturano 6,5, D’Auria 6. All. De Giorgio 6

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