Messina-Rotonda, la fine e l’inizio

Pubblicato il 22 Dicembre 2018 in Primo Piano

A qualsiasi costo. Non può fallire l’obiettivo vittoria il Messina di Oberdan Biagioni, il cammino in lenta crescita non può essere arrestato prima della sosta che darà nuove convinzioni. Le prestazioni dei giallorossi non hanno convinto, sono arrivate però due vittorie nelle ultime tre gare che fanno ben sperare, almeno dal punto di vista del carattere e della voglia. Il mercato ha portato in riva allo Stretto calciatori meno patinati e più di sostanza: il trio difensivo più il portiere Lourencon sono il manifesto di questo nuovo Messina. Non convincono, ancora, le poche idee di gioco mostrate da Biagioni: non una ricerca della critica estetica, solo la voglia di comprendere quale sia l’identità che questa squadra vorrà sposare. Nessun obbligo di giocare un calcio che vada alla ricerca della bellezza, la cosa importante è costruire un solco da percorrere con sicurezza. Il cambio di sistema visto contro il Castrovillari è stato il palliativo utile: un nuovo modo di lavorare può funzionare per stimolare il gruppo, in più il mercato ha modificato radicalmente le risorse a disposizione del tecnico. Il vero nodo è legato alla sistemazione degli under: insistere, giustamente, sulla solidità regalata dai nuovi protagonisti della difesa, costringe Biagioni a una mediana e un attacco affidato quasi totalmente ai giovani. Se Amadio e Biondi sono, comunque, due buone soluzioni, e che uno tra Barbera e Lundqvist può donare un rendimento accettabile; le difficoltà rimangono in avanti. La prestazione di Tedesco contro il Castrovillari è stata fortemente influenzata da un paio di errori grossolani, l’ex Locri ha però mostrato buona applicazione. Dovrà sbloccarsi per diventare una reale alternativa, anche perché non sarà possibile scaricare tutto sul solo Arcidiacono o sperare sempre in qualche palla inattiva.

RICOSTRUZIONE – Torma e Castorina denunciano un clima di sfiducia nei confronti del Messina, anche se pensare di poter sempre puntare il dito senza fare mai autocritica non è mai una buona scelta. Quanto fatto fin qui, però, mostra una filosofia ben chiara: Zappalà e Ferrante mostrano in maniera evidente la cattiveria agonistica che serve in categoria, discorso che va in rima con le prestazioni di Lourencon; l’impatto di Sambinha è stato positivo anche se occorre più di una prestazione per un giudizio realistico. Su questa base il Messina si sta ricostruendo, lo sta facendo sistemando il grave problema della fragilità difensiva, primo passaggio fondamentale per ritrovare tranquillità. Risalendo il campo ci sarà da dare alternative alla regia isolata di Genevier, col francese che non dovrà essere gravato di tutte le responsabilità in fase di cucitura e creazione. Il discorso legato all’identità resta fondamentale: di vari volti è fatto il calcio, nessuno obbliga un tecnico a giocare un calcio offensivo o difensivo, spettacolare o cinico, sfrontato o abbottonato. Gli allenatori devono poter portare avanti le loro idee, ma devono mostrarle sul campo in maniera credibile e chiara. Biagioni scelga come il suo Messina debba esprimersi, costruisca la riconoscibilità di questa formazione, nessun cammino potrà essere di successo senza una strada sicura da seguire.

GLI UNDICI – Non c’è Barbera nell’elenco dei convocati contro il Rotonda. La sua assenza dovrebbe regalare l’unica modifica rispetto alle scelte viste contro il Castrovillari. Una sola l’alternativa possibile, vista la slot dei 2000 da occupare: lo svedese Lundqvist andrà a sinistra, per il resto si va verso conferme. Lourencon e il nuovo trio difensivo non possono essere modificati, in mediana spazio a tre under, con Tedesco che si gioca la quarta maglia con Carini, anche se non sembra poter esistere alcun ballottaggio. Lavorare sulla continuità è un’arma da sfruttare, le modifiche dovrebbero essere figlie solo di obblighi legati alla condizione. Al San Filippo arriva l’ultima in classifica, detta così la gara col Rotonda potrebbe sembrare una formalità. Errore grossolano, perché i lucani hanno lavorato sul mercato e saranno proprio le prime sfide a scrivere il futuro, con la corsa a evitare la retrocessione diretta che passa anche da quello, che al momento, rimane un amaro scontro diretto.

MESSINA (3-5-2) Lourencon; Sambinha, Zappalà, Ferrante; Janse, Amadio, Genevier, Biondi, Lundqvist; Tedesco, Arcidiacono. All. Biagioni

ROTONDA (4-3-3) Oliva; Marigliano, Silletti, Pastore, Nicolao; Ostuni, Chiavazzo, Zappacosta; Capristo, Flores, Santamaria. All. Baratto

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