Messina-San Luca, le regole del delitto perfetto

Pubblicato il 18 Gennaio 2021 in Primo Piano

La vittoria dell’intelligenza. Il Messina studia l’avversario, ne capisce i punti deboli e schianta un San Luca più appariscente che concreto. Un primato dalle mille facce, una squadra dalle varianti continue e dalla forza di volontà incrollabile.

LA DURA LEGGE DEL CALCIO – L’aveva detto in fase di presentazione Raffaele Novelli (voto 7), i calabresi sono squadra che amano palleggiare e sfidare l’avversario in duelli individuali. Vero, infatti i ragazzi di Cozza rubano l’occhio per buoni venti minuti nei quali fanno circolare la sfera a un tocco, mangiano il campo in stile rugbistico con passaggi orizzontali in corsa e verticalizzazioni improvvise. Interessante, davvero, l’approccio di un San Luca che spreca Leveque a uomo su Aliperta per un quarto d’ora, poi capisce che la voglia di giocarsela a viso aperto è più nelle sue corde. In tutto questo c’è il Messina: squadra intelligente, attenta e capace di appoggiarsi all’avversario. Lo studia, la squadra di Novelli, capisce dove attaccarlo e inizia un martellamento sulle corsie incessante: Cascione attacca la profondità per servire i compagni, Giofrè ha spazio per andare in porta. Il San Luca regge sulla densità, sfruttando un Foggia con la mira da aggiustare. Il Messina studia ancora, cambia in corsa l’approccio e invita il San Luca ad alzare la linea. I calabresi cadono nella tentazione di diventare spregiudicati, difendono alti e la premiata ditta Sabatino-Cristiani velocizza l’azione che manda Foggia oltre la linea dei difensori – stavolta con partenza regolare dopo un paio di tentativi finiti in offside -. Il tocco è morbido, pulito e fa arrendere Scuffia. Vantaggio meritato, perché la concretezza paga sempre. Il San Luca, infatti, era piaciuto per brillantezza ma dalle parti di Lai solo noia.

MILLE VOLTI – C’è il Messina in crescendo del primo tempo, e c’è il Messina dominante della ripresa. Un dominio mentale, di atteggiamento e utile per addormentare l’avversario e allungare i tempi morti della sfida. In quelli vivi, però, i giallorossi spingono con break di pura tecnica peccando – ancora una volta – di quel pizzico di cinismo sotto porta. Il match si allunga, il punteggio resta in bilico ma alle porte del San Filippo non bussa mai la sensazione che il San Luca possa pareggiare. Novelli mette i muscoli di Vacca e Crisci, ma quando entra Bollino la poesia prende il sopravvento: una ventina di minuti (extra recupero compreso) di soli tocchi di classe e passaggi filtranti. Su uno di questi – delizioso – Cascione trova il tempo di servire Foggia che raddoppia e chiude. Poesia sì, però la prosa racconta di una squadra che gioca su automatismi precisi e ragionati. La ripetizione aiuta e le catene laterali funzionano alla grande. Vittoria di intelligenza, dicevamo, che mostra una squadra dai mille volti e capaci di adattarsi ai vari passaggi della sfida. Novelli, allora, sembra aver messo da parte l’istinto di una squadra riconoscibile per soli punti fermi. Il suo Messina, infatti, mostra le qualità del calcio offensivo voluto da inizio stagione, al quale aggiunge l’equilibrio regalato dal totale distacco verso l’oltranzismo e la capacità di sporcarsi le mani in fasi di gara complicate e di sofferenza.

CLASSIFICA – Primo posto per il Messina di Novelli, e poco importano i recuperi delle altre. Non perché non contino davvero, ma perché i giallorossi hanno fatto – fin qui – il loro, ottenendo il massimo dei punti possibili per prestazioni, con la consapevolezza di non poter vincere sempre. Per questo, allora, i recuperi contano per la classifica, ma nella testa del Messina il primato è concreto risultato che non presenta una lista di rimpianti. Se Acireale o Football Club Messina, e occhio al Castrovillari che con 4 gare in meno ha il potenziale per avvicinarsi, dovessero effettuare il sorpasso non cambierebbe nulla sull’analisi del cammino del Messina. La squadra di Novelli presenta una profonda percentuale di crescita, con evidente evoluzione di gioco, sia tattico che tecnico. Poi ci sono i singoli: come nel commento alla gara contro il Santa Maria, però, l’obiettivo lo spostiamo sugli uomini meno da copertina. Ancora una volta il dominatore della mediana, infatti, è Alessio Cristiani: il toscano gioca per tre, non perché debba supplire a mancanze, ma perché il suo apporto va davvero moltiplicato per tre. Benissimo anche Lavrendi, che sembra quello dei tempi di Modica e che palesa la sua attitudine per un tipo di calcio verticale e a trazione offensiva. Infine gli under, anzi, l’under: Cascione sempre più incisivo, sempre più fattore fondamentale, sempre più calato nella missione di intensa doppia fase chiesta da Novelli. Il fattore under, in generale, sta incidendo come mai visto nelle stagioni precedenti. Questo il vero segnale. Non tanto del campo, ma della cabina di comando e di regia. Insomma, fattore D’Eboli.

Lai 6: in fin dei conti il San Luca non lo chiama mai, davvero, in causa. Sempre attento a gestire uscite e palle vaganti.

Cascione 7: treno instancabile. Solca la corsia senza sosta diventando sempre opzione utile per i compagni. Firma l’assist del raddoppio, nel primo tempo trova anche una fortunosa traversa.

Lomasto 7: dominante nel gioco di anticipo e nel gioco aereo, dalla sua parte non si passa mai e se c’è da spazzare in tribuna non si tira indietro.

Sabatino 7,5: non perde un duello, impartisce lezioni di calma e fa iniziare l’azione sempre con lucidità.

Giofrè 6,5: primo tempo da vera spina nel fianco degli avversari. Entra facilmente in area avversaria, in un caso è troppo generoso e nell’altro è bravo Scuffia. Esce per un problemino muscolare. (dal 40′ s.t. Mazzone sv)

Cristiani 7: quanti sono? In campo non può esserci un solo Cristiani. Onnipresente. Corre, recupera, sempre a testa alta e regala a Foggia una palla deliziosa per il vantaggio. (dal 45′ s.t. Saindou sv)

Aliperta 6,5: prima parte di gara con Leveque a pestare le stesse zolle. Poi prende spazio e misure, come sempre forzando giocate importanti in avanti. Quando difende, però, è insuperabile.

Lavrendi 6,5: grandissima prova di carattere, resistenza, esperienza e buona qualità. Attacca gli spazi e suggerisce per i compagni, quando c’è da lottare vince sempre. (dal 19′ s.t. Vacca 6: una buona mezz’ora per riprendere confidenza vera, entra in un momento delicato e risponde presente)

Cretella 6: un paio di giocate tecniche di assoluto valore, deve crescere in continuità. (dal 27′ s.t. Crisci 6: regala sostanza in un momento caldo del match)

Foggia 8: il primo tiro finisce sul fondo, il secondo deviato in corner. Poi due gol, una traversa e la firma su una vittoria pesantissima. Ancora una volta impone la sua legge, quella del centravanti spietato.

Arcidiacono 6: un paio di spunti interessanti, manca il pizzico di brillantezza in più per essere decisivo. Si impegna molto in fase difensiva. (dal 32′ s.t. Bollino 6,5: gioca poco, ma la rete del raddoppio nasce da una sua imbucata perfetta per Cascione. Rientro fondamentale)

SAN LUCA Scuffia 5,5; Pitto 5, Pezzati 5,5, Greco 5,5, Murdaca 5; Nagore 6, Carbone 5,5; Bruzzaniti 6, Leveque 6,5, Pelle 5,5 (dal 10’ s.t. Marchionna 5,5); Selpa 5,5 (dal 7’ s.t. Nirta 5,5). All. Cozza 5,5.

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