Il tempo è amico o nemico? Il Messina si prepara allo scontro diretto con il Football Club con la possibilità di una settimana senza impegni ufficiali. Un paio di giorni di riposo totale, energie recuperate e pressione crescente da tenere lontana.
L’ABITO – Il tempo non è citato a caso. Utile alleato per raccogliere le forze, infimo tarlo capace di logorare la mente con l’arma dell’attesa. Lo scontro è di quelli diretti, che valgono l’altissima classifica, con il carico della rivalità – e più la smentisci, più la senti – tra due realtà diversissime tra loro. Di eventuali aspetti psicologici, però, parleremo (forse) nell’immediato pre gara. L’attenzione adesso deve essere spostata sul campo. La squadra di Novelli è la dimostrazione di come il lavoro costante porti a una crescita esponenziale, dove le qualità vengono esaltate dalla brillantezza fisica e la solidità mentale è favorita dalle conoscenze tattiche. Tutto collegato, tutto intrecciato e dipendente. Messina con il suo abito di alta sartoria e cucito su misura: un 4-3-3 che non ammette deroghe, ritmato dai meccanismi tipici di uno stile riconoscibile e che non si lascia condizionare da vizi e difetti. Vanno accettati, digeriti e incasellati tra i segni particolari. Comunque pochi, e allora l’attenzione può essere spostata sui tanti pregi mostrati e figli di un allenatore paziente martellatore incessante.
Entriamo nelle trame di questo abito: Messina-Rotonda, un 3-0 comodo ma ottimale per mostrarci la disposizione dei giallorossi. Immagine perfetta per diventare esempio di uno schieramento tipico della squadra di Novelli. In nero l’arco dei 4 difensori, in giallo il triangolo di centrocampo e in rosso ci sono gli attaccanti. Possesso sulla sinistra di Vacca, sale Giofrè e Cascione resta in posizione per la regola dell’alternanza dei laterali. Aliperta accorcia sulla zona palla (restando, però, sempre come vertice alto di un immaginario triangolo completato dai due centrali difensivi) condizionando gli avversari che devono, quindi, buttare un occhio pure su di lui. Cretella (mezzala destra) è preso a uomo ma il linguaggio del corpo parla chiaro: attaccare. Interessante il trio offensivo – e dopo vedremo un dettaglio diverso – con i due attaccanti esterni a dare l’ampiezza massima per allargare la linea difensiva avversaria. Foggia balla in mezzo ai centrali: con un occhio guarda il pallone e con l’altro lo spazio da aggredire. Fase di possesso, è vero, ma un particolare torna utile anche per la fase difensiva: squadra corta, capace di restare sempre in 40 metri e già piazzata per le marcature preventive in caso di cambio possesso.
TREMENDAMENTE STRETTI – Abbiamo visto il 4-3-3 appoggiarsi sul terreno di gioco in modo da occupare le zone utili di campo. Scalate, corsa in più, ampiezza e spazi, ma il Messina non è mai uguale a se stesso. Il campionato è fatto di avversari dalle sfaccettature ampie, da affrontare con le differenze del caso. Vediamo, allora, come il tridente di Novelli abbia capacità di adattarsi a tutte le circostanze.
Acireale-Messina: notiamo, immediatamente, come Addessi e Arcidiacono abbiano stretto il campo accorciando su Foggia e aprendo le corsie laterali a eventuali avanzate dei terzini. Reparto corto, strettissimo e che trova l’occasione di fraseggiare ravvicinato (anche se nella circostanza Arcidiacono calcerà dalla distanza). Una delle mosse in corsa di Novelli: per molte settimane, infatti, gli esterni offensivi avevano peccato in zona gol, anche per una evidente difficoltà a giocare dentro il campo. Dal Troina in poi, però, i giallorossi hanno modificato la loro attitudine, i risultati sono evidenti. Con la linea gialla indichiamo, invece, Cretella e Vacca: le due mezzali che accompagnano sempre la manovra. I dettagli? Arrivano.
SEMPRE COINVOLTI – Torniamo a Messina-Rotonda, ricordando che le immagini servono da esempio e ricalcano situazioni viste in più occasioni: siamo nell’azione della rete del vantaggio firmata da Addessi. Primo focus ancora sul tridente: Foggia (nel riquadro) rallenta la corsa e si stacca dalla marcatura, le due frecce indicano il movimento dei due esterni che dettano il passaggio a Cretella in possesso palla. Detto, fatto perché il 2002 andrà in verticale con l’esito già noto. Interessante la dinamica: Foggia tiene nella terra di nessuno i centrali che, infatti, scappano in ritardo e non riescono a chiudere definitivamente sul lancio di Cretella. I due esterni attaccano in simultanea, dando due linee di passaggio al compagno e mettendo in difficoltà l’intera difesa. Alla fine, poi, saranno loro due i protagonisti della fase di finalizzazione.
Detto degli attaccanti, allora, è tempo di soffermarci sui due centrocampisti. In tante occasioni abbiamo analizzato il lavoro in fase di costruzione di Aliperta e Sabatino in supplenza. Probabilmente esagerando, dato che la regia dell’ex Turris è andata, pian piano, calando in velocità e pulizia. Giocatore tecnico ma pesante Aliperta, una corporatura importante che necessita del massimo della condizione fisica per brillare anche in tecnica. Non solo, perché spesso il numero 8 si lascia andare a eccessi di confidenza in palleggio. Ecco, i piccoli difetti che citavamo all’inizio. Fisiologici e neanche così gravi, dato che l’apporto di Aliperta resta di buon livello. Più interessante, però, il lavoro che Novelli chiede ai due intermedi: ancora linea gialla per la disposizione di Cretella e Vacca. Sempre in accompagnamento: Vacca attacca lo spazio, pronto al taglio esterno vista la postura di Arcidiacono che tende verso il centro. Sulla verticalizzazione di Cretella, allora, ecco che l’altro intermedio è pronto a buttarsi in profondità per diventare una soluzione di passaggio.
IL SACRIFICIO – Abbiamo preso in considerazione – dal punto di vista delle immagini – solo le ultime due sfide, frame che restano ottimi esempi per una squadra ricca di automatismi. Torniamo ad Acireale per una parentesi sulla fase difensiva: protagonista ancora Cretella, che – azioni alla mano – strappa la palma di uomo più in forma del momento.
Riquadro e freccia nera per lui: Savanarola è in possesso palla e attacca la profondità, Cascione è rimasto alto dopo un’azione offensiva e il Messina resta scoperto. Cretella, allora, ingrana la quinta e corre dietro all’avversario andando a coprire il buco lasciato dal compagno. Il tipo di applicazione fondamentale per una squadra votata all’offensività come il Messina di Novelli. Primo comandamento: sacrificio.