Rilevare il Messina: un’idea che adesso può concretizzarsi. In passato no, perché l’esposizione debitoria del club sarebbe stato un fardello incompatibile con l’idea imprenditoriale di Pietro Sciotto. Il nome che non ti aspetti, estratto all’improvviso dal cilindro di un momento storico in cui le incertezze regnano sovrane dopo il tracollo del Messina di Proto. L’imprenditore originario di Gualtieri Sicaminò è nome forte del comparto concessionari d’auto, che vanta l’esclusiva su tredici marchi. Un nome che campeggia su quasi metà dei concessionari di tutta la provincia di Messina. L’uomo da cui potrebbe ripartire la macchina del calcio giallorosso, che al momento vive nell’attesa di conoscere il proprio futuro.
QUESTIONE DI CUORE – L’idea nasce dal nulla, ma a radici lontane nel tempo: “Ho sempre pensato di rilevare il Messina, la mia squadra del cuore. Questa è la prima volta, da quando ho immaginato di rilevare il club, in cui ci sono le condizioni necessarie per mettere in atto un’operazione concreta. Fare salti nel buio tanto per raccontare di essere il presidente del Messina non mi interessa, non mi è mai appartenuto come concetto, neanche e soprattutto nell’ambito della mia attività imprenditoriale. Nel calcio serve competenza ma anche lungimiranza, senza questi elementi non puoi farne di strada: gli sprovveduti prima o poi si fermano. In ragione di quanto detto, ritengo tecnicamente errate le operazioni di acquisto del club fatte nel recente passato dalle proprietà che si sono susseguite. Troppi debiti, troppi passaggi poco chiari. Per questo sono sempre rimasto a guardare”.
LEADERSHIP – L’occasione per Sciotto adesso arriva. Il momento è propizio, ma bisognerà contestualmente capire se con il gruppo rappresentato da Francesco Barbera, rimasto in attesa di nuovi input da Palazzo Zanca, ci siano i margini per un dialogo proficuo: “Non so cosa accadrà da qui a qualche giorno. Non conosco personalmente Francesco Barbera, mi dicono sia una brava persona. Eppure, avendo letto qualcosa nei giorni scorsi, anticipo da subito che la mia visione gestionale prevede l’emersione chiara di un soggetto che reciti da leader. Ognuno di noi, anche in via del tutto personale, a volte fatica a decidere con se stesso. Figuriamoci se ogni aspetto dovesse passare dalla valutazione di una decina di persone. Nel calcio serve decidere in fretta. Nel calcio servono leader, altrimenti si rischia di fare confusione. Per questo motivo, se dovesse essere necessario sarei disposto a rilevare anche il 100% del nuovo Messina. Un sogno? Nel mio cuore ho sempre desiderato il Messina in Serie A”.