Da troppe estati a Messina non si pensa alle vacanze, al mare, agli amici lontani che ritornano. Per chi ama il calcio, per chi ama il calcio giallorosso, l’estate è sinonimo di calvario e sofferenza. Fallimenti annunciati, passaggi di proprietà a dubbi personaggi, campionati vinti ma subito cancellati da una programmazione assente. Poi il dopo Lo Monaco, un settimo posto che sembrava porta d’accesso ad una stagione di relax. Niente di tutto questo, dallo scorso maggio ad oggi si è parlato quasi solamente di quote societarie e bilanci. Da una parte chi vorrebbe entrare nel Messina, dall’altra chi questa squadra vuol continuarla a guidare. Ne abbiamo scritto, analizzato e dato voce a tutti i diretti interessati. Adesso vorremmo solo parlare di calcio, del pallone che rotola e, come spesso capita, di moduli e atteggiamenti tattici. Vorremmo ma non possiamo, o meglio non abbiamo tutte le carte per sederci al tavolo del prepartita di Messina-Siracusa. L’estate non è stata solo scandita dalle trattative societarie; un tecnico è arrivato a Messina per rimanere il tempo di un paio di buone uscite in Tim Cup. Con lui è sparito un direttore sportivo dall’altissima autostima, ma capace di riempire lo spogliatoio del San Filippo di speranza e inesperienza. Domenica sera non toccherà a loro, ci saranno due protagonisti che Messina ha amato tanto ed ai quali vorrà dare il credito che si deve alle “bandiere”. Sasà Marra ed Enrico Buonocore tornano sulle rive dello Stretto in una veste tutta nuova: allenatore e vice di una squadra che stanno provando a modellare con i pochi giorni di mercato rimasti. Si faranno andare bene alcune scelte precedenti, e forse ingoieranno la loro voglia di 3-5-2 per un po’. Moduli e tattiche possono tranquillamente essere messo nel cassettone delle cose da fare, c’è da ricostruire un gruppo scosso dall’addio di Bertotto e schiacciato dalla pressione di una piazza che di partecipare e basta non ne ha nessuna voglia. Il carico da undici lo mette il sempre sorridente presidente Stracuzzi, dallo scorso giugno parla di miglioramento del piazzamento in classifica. Onesta richiesta per chi è convinto di aver investito bene il proprio denaro. Sembrano diverse le sensazioni di chi dovrà scendere in campo: il nuovo capitano mette le mani avanti, parla di salvezza come primo step e poi si vedrà. Musacci è giocatore di esperienza, probabilmente la saggezza del tempo passata sul campo a correre andrebbe ascoltata con attenzione. Mister Marra non sembra pensarla diversamente, non perché alzare l’asticella sia un male ma più perché le chiacchiere le porta via il campo.
EMERGENZA – Il tempo del calcio è scoccato, nel pensare alla formazione da mettere in campo contro il Siracusa mister Marra dovrà chiedere un parere allo staff medico-atletico e fare i conti con il giudice sportivo. Palumbo è un buon colpo di questo fine mercato, il difensore ex Cesena non gioca una partita di calcio dallo scorso novembre nel derby contro il Catania (9 mesi fa). Maccarrone e Marseglia sono squalificati e tutti da scoprire: il primo potrebbe essere l’erede fisico di Burzigotti con la speranza di una maggiore velocità col campo alle spalle. Ci sarà De Vito in mezzo con Palumbo, il “grazie” più grande andrà a mister Lello Di Napoli che ha insistito nel schierarlo in quel ruolo lo scorso anno. Il resto è quasi ovvio, Mileto e Ionut si prenderanno gli esterni e avranno pochissima licenza di attaccare. A quello ci penseranno dalla cintola in sù, Musacci dovrà dettare i tempi mentre Baldissin e Foresta (per Capua potrebbe servire qualche allenamento in più) gli daranno manforte e intensità. Il trio offensivo, perché sarà un 4-3-3 il modulo, è la vera speranza del Messina. Smaltito l’addio di Bertotto e Tosto adesso Pozzebon può pensare solo alle reti da gonfiare. Il suo gioco dovrà armonizzarsi con quello dei compagni e delle loro caratteristiche. Milinkovic ha bisogno del pallone, di riceverlo sui piedi perché di attaccare lo spazio non ha poi tutta questa voglia. Madonia sembra il fratello maggiore, per questo motivo potrebbe partire dalla panchina (oltre alla condizione fisica) per lasciare campo ad un Ferri più abituato a cantare e portare la croce. Sarà un Messina corto, almeno nelle intenzioni, che proverà a delegare a Musacci il gioco ed a Pozzebon la profondità. Dietro bisogna serrare i ranghi davanti a Russo, che sarà il portiere in attesa di capire il futuro di Berardi e se Brunelli potrà (o dovrà) essere l’under in più.
LINEA CONTINUA – In campo non ci sarà solo il Messina. Di fronte ai giallorossi un Siracusa che arriva da un campionato di Serie D vinto con merito, e con un tecnico come Sottil voglioso di punti e complimenti. Rosa costruita con raziocinio quella degli aretusei, fondata sulle basi dello scorso anno con qualche innesto di categoria. Leader supremo è Davide Baiocco, un 41enne che tutti ricordano con le maglie di Perugia e Catania. Non l’unico esperto al servizio di Sottil che, sopratutto in mezzo al campo, lascia poco spazio alla gioventù preferendo qualche anno di calcio giocato in più. Non la classica neopromossa tutta corsa e spensieratezza: in difesa Diakite ci mette velocità e Turati esperienza, qualche dubbio sul portiere Santurro che già a Melfi non ha lasciato ricordi sensazionali. In avanti è arrivato Filippo Scardina, ex di turno, che regala a Sottil il centravanti fisico che ha tanto cercato sul mercato. Sugli esterni ci sarà tanta gamba e sprazzi fantasia, Scardina sarà perfetto per il lavoro sporco e per favorire l’attacco delle seconde palle da parte degli intermedi di centrocampo. Tra Lupa Castelli Romani e Messina l’attaccante romano non ha mai mostrato particolare confidenza con il gol, toccherà a Sottil trovare la chiave per sfruttarlo come finalizzatore e non solo come boa al servizio della squadra.