Messina-Sorrento, la pancia vuota

Pubblicato il 25 Novembre 2024 in Primo Piano

Seconda sconfitta interna stagionale, settima in totale. Diciassettesima difesa, sedicesimo attacco. Dodicesima posizione per rendimento interno, diciannovesima per quello esterno. Quartultimo posto in classifica anche grazie alle penalizzazioni di Turris e Taranto. Sì, la pancia del Messina è davvero vuota.

GRANDI CLASSICI – “Il Messina sta giocando bene, quindi perderà”, questa è una battuta fatta ai colleghi Mangiapane e Billa dopo qualche minuto del secondo tempo. Detta così, sembra una frase presuntuosa o quasi una gufata; ma era soltanto l’impressione palpabile che diventava sempre più concreta. Semplicemente perché il Messina trasmette una reale sensazione di impotenza. La squadra di Modica (voto 5) ha un approccio anche interessante, di quelli che devono avere le squadre obbligate a vincere. Il piano gara diventa subito chiaro: i giallorossi giocano, il Sorrento aspetta. Che cosa aspetta? L’errore. Ecco, lo scorrere del tempo non poteva regalare un’idea diversa da quella che, alla fine, il Messina questa partita – contro un avversario ampiamente alla portata – l’avrebbe persa. La sconfitta contro i campani non ha particolari analisi da sviscerare, non ci sono errori grossolani ma solo il ripetersi di carenze. Certo, c’è anche una rete – quella di Marino – annullata per puntigliosità arbitrale, ma c’era anche tutto il tempo per smuovere quello 0-0 dalla propria parte. Invece no, i giallorossi calano sulla corta distanza e finiscono con l’inciampare. Verbo non casuale, perché Salvo inciampa su un avversario che lui stesso aveva spinto a terra, aprendo la strada all’affondo di Panico. Il resto è storia nota, con la partecipazione straordinaria di Krapikas che lascia la porta e alza le percentuali di realizzazione di Musso e Bolsius. Che senza aiuti sarebbero rimaste bassine, a dimostrazione arrivano gli errori scellerati di Musso per tutta la parte finale di gara. Ecco, il Sorrento è quella cosa lì: una squadra messa in campo con ordine, senza fronzoli e con un piano gara scolastico. Quando deve affondare il colpo è più facile che sbagli. Ma se stendi un tappeto rosso…

TROPPO POCO – L’analisi del match potrebbe finire qui, perché l’azione del vantaggio ospite diventa manifesto della pochezza tecnica e di tenuta mentale del Messina. Una squadra che rincorre affannosamente e senza possibilità di intervenire. Mamona che si sfianca nel cercare di fermare l’avversario, la difesa frenetica che perde tutti i riferimenti – ancora una volta Manetta e Marino vanno in apnea – e due tocchi di troppo che finiscono sempre con lo spiazzare i giallorossi e mai gli altri. La classica ripartenza letale, peccato che il Messina fosse schierato e che per muoverlo basti davvero poco. Ma stava giocando bene. Sì, sembra una frase buttata lì, anche se non è così. La prima parte di gara è promettente, con la capacità di muovere il pallone velocemente per cercare ampiezza. Più a destra che a sinistra, anche se dall’out mancino arriva il cross che Anatriello spreca. Non c’è qualità eccelsa, ma la rete pare essere nell’aria. Più non arriva e più diventa concreta quella paura di perdere di cui sopra. Infatti, Drigo annulla due reti – la prima giustamente, la seconda è discrezionale – e il Messina cala. Modica non ci sta, capisce che quel pareggio può essere inclinato dalla sua parte. Boccia giustamente un Pedicillo in riserva e lancia Mamona. Il numero 10 entra per spaccare il mondo, ma un destraccio senza pretese e due cross masticati sono il massimo che può offrire. Il Messina si sbilancia quanto basta per aprire all’azione raccontata in precedenza. La partita finisce lì, perché le idee sono poche e l’applicazione scarsa. Modica deve anche fare i conti col materiale che ha a disposizione. Finisce la gara col 4-2-4 e le quattro punte sono: Re, Luciani, Cominetti e Mamona. Non si arriva a 10 gol tra i professionisti e solo due di loro li hanno segnati. Manca proprio la materia prima. Una cosa che abbiamo detto e scritto tutti: questa squadra va rifondata. Impreparata a questo campionato di Serie C e qualche sprazzo di gioco non può bastare. Nei momenti cruciali – ma questo vale anche per il Manchester City o il Real Madrid – tocca ai calciatori, quelli giallorossi non sono all’altezza. In ogni parte del campo. Attenzione: il discorso è sempre da intendere come squadra, perché presi singolarmente hanno le proprie qualità, ma la somma dell’intera rosa dona un totale troppo basso. Serve integrare con altro e ovunque.

LA STRATEGIA DEL FONDO – E chi dovrà farlo? Bella domanda. Perché venerdì abbiamo raccontato del preliminare col fondo fiduciario AAD Invest Group e della possibilità più che concreta che entro il 15 dicembre l’80% del Messina passi di mano. In settimana proveremo a saperne di più, ma al momento nasce spontanea la curiosità su quali potrebbero essere le mosse strategiche una volta conclusa la vendita. L’idea di calcio di Cisse e Chateaux è di quelle brillanti, una programmazione che si basa su talento e crescita. Bellissimo, ma prima di scimmiottare il modello RedBull – perché nella vita nessuno inventa niente – serve un pochino di concretezza. In cosa si traduce? In un mercato di categoria, questa categoria, quella da salvare. Una volta fatto, poi, si potrà imbastire un fantastico modello sportivo, ma prima occorre salvarsi. Serve un mercato di gennaio con acquisti mirati e in ogni reparto. Chiaro, serve anche arrivarci col massimo dei punti possibili. Prossima fermata Torre del Greco, poi Foggia in casa e Juve NG a Biella. Tre scontri diretti da cui tirare fuori tantissimo; inoltre prima della pausa e del mercato c’è anche Potenza. Insomma, sarebbe il caso di passare all’incasso dato che 13 punti sono davvero pochini. La pancia è vuota e la fame è tanta.

Krapikas 5
Uscita azzardata per coprire il cross di Colangiuli, pallone che passa e vantaggio ospite. Musso lo grazia due volte.

Salvo 5
L’azione del gol parte da una sua difesa molle e pasticciata, in generale soffre un po’ la corsa lunga e arriva poco lucido nei momenti chiave. Non è il calciatore brillante dello scorso anno.

Manetta 5,5
Salva su un tiro ravvicinato di Carotenuto, ma la sua prestazione è la classica esibizione di difficoltà. Soffre la fisicità di Musso e Bolsius, spesso falloso fino a beccarsi il solito giallo.

Marino 5,5
La sua rete pare buona, ma dalla tribuna o dalla tv capire l’intensità di un appoggio è davvero presuntuoso. Un paio di buchi difensivi ci sono, ma è più abile in alcuni contrasti rispetto a Manetta. In generale, però, è uno degli anelli deboli dell’intero sistema.

Rizzo 6,5
Lui c’è sempre. Perché ci mette carattere e applicazione. Pure da terzino non tira mai indietro la gamba, anche se non c’è molta qualità quando prova a spingere. (dal 25′ s.t. Ortisi 5: un tiro forzato, due cross sbagliati ma la partita era già indirizzata dal punto di vista mentale)

Frisenna 5
Che succede? Non ha gamba, anche le idee sono annebbiate. Sbaglia tutte le scelte.

Anzelmo 6
Tra i migliori. Bravo nell’interpretare il ruolo ed essere sempre nel posto giusto, manca ancora un pizzico di coraggio nella giocata tecnica.

Garofalo 5,5
Un gran destro che Del Sorbo spegne con un bel riflesso, per il resto poca roba. Ci mette tantissimo impegno, ma la qualità che mette nella prestazione non è sufficiente. (dal 35′ s.t. Luciani s.v.)

Pedicillo 5
Benzina finita. Ne risente il gioco e la lucidità. (dal 1′ s.t. Mamona 5: altro giro, altro inganno. Entra per spaccare tutto, un paio di accelerazioni per illudere, poi sparisce. Come sempre)

Anatriello 5
Lo dicevamo la settimana scorsa, non serve dargli il ruolo di “salvatore della patria”, inoltre ha bisogno di giocare con un compagno vicino. Ha un’occasione ma la spreca. Divorato dai centrali campani. (dal 39′ s.t. Re s.v.)

Petrungaro 5,5
Sostituirlo non pare essere una buona idea, ma solo perché chi entra è sicuramente peggio. La sua partita non è eccezionale, spesso presuntuosa. Ma è anche l’unico con colpi veri. (dal 25′ s.t. Cominetti 5: si barcamena, ma soffre troppo la categoria)

SORRENTO Del Sorbo 6; Todisco 6 (dal 44′ s.t. Vitiello s.v.), Di Somma 6,5, Blondett 6,5, Panico 6 (dal 16′ s.t. Cuccurullo 6); Cangianiello 6, De Francesco 6,5, Carotenuto 6; Colangiuli 6,5 (dal 27′ s.t. Colombini 5,5), Musso 5, Bolsius 7 (dal 44′ s.t. Riccardi s.v.). All. Barilari 6,5

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya

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