Martellante. Il Messina che batte il Sorrento è squadra dalla cattiveria agonistica al massimo livello, con una partecipazione totale di tutti i protagonisti. In campo e in panchina. Il lavoro di Modica tocca il picco stagionale, la riprova sono le prestazioni trascinanti di Zunno e Frisenna.
EFFETTO ZUNNO – Vi ricordate il Marco Zunno dell’estate? Un giocatore dai tratti interessanti, con buona tecnica e alcuni spunti che facevano ben sperare. Per tanti mesi, però, il suo meglio era rimasto quanto fatto vedere a Cerignola nella prima uscita in campionato. Un paio di guizzi nel ruolo di prima punta e la prospettiva di poter essere la variabile impazzita di un attacco che si fondava, comunque, su altri protagonisti. Così non è stato, o almeno non lo è stato fino a dicembre. Per settimane in serie, infatti, Zunno si è perso dietro prestazione abuliche e in cui sembrava scegliere sempre la giocata sbagliata. Insomma, sembrava il classico giocatore su cui non era possibile puntare. Troppo discontinuo, magari acerbo e, forse, non pronto mentalmente alla pressione che una squadra ancora da formare deve reggere. Mollare il colpo sarebbe stata la via più semplice. Metterlo in disparte, arrivare a gennaio e magari ridiscutere il suo prestito con la Cremonese. Come fatto con Tropea, per intenderci. Invece no. Il giocatore è stato rilanciato poco a poco, piccoli passi per riacquisire fiducia, per poi essere l’arma che non ti aspetti nel derby col Catania. Fuori Plescia, dentro Zunno. E il brusio che si sentiva in sottofondo non era di quelli che accoglievano la scelta. Sbagliavano, anzi sbagliavamo. Tutti. Perché Zunno entra e decide la partita col pallone rubato a Silvestri. Il resto è storia. Da quel momento, nella sua testa, cambia tutto. Si ritaglia sempre maggior spazio, poi trova la rete con continuità: Cerignola, Taranto, Virtus Francavilla. Prima, però, c’è Caserta. Il giorno in cui Modica seppellisce il suo 4-3-3 per un 4-2-3-1 basato su Emmausso. Lo fa, però, anche perché di Zunno non può farne a meno. A sinistra è l’uomo che può creare superiorità numerica. Sempre. Diventa un fattore, tanto che metterlo sulla stesso piano di importanza di Emmausso e Rosafio diventa lecito. Lui risponde alla grande. Contro il Sorrento la vittoria porta la sua firma, anche se nel tabellino c’è scritto Plescia e Luciani.
EFFETTO MODICA – La lunga parentesi su Marco Zunno non è altro che il riconoscimento del lavoro di Giacomo Modica (voto 8). La partita contro il Sorrento è il suo capolavoro stagionale, anche meglio di Caserta nonostante, in quel caso, l’avversario fosse di maggior lignaggio. Il migliore perché sbagliare contro il Sorrento stava nelle cose. Vittorie in serie, morale a mille e un avversario di quelli complicati da interpretare erano gli ingredienti giusti per far scattare il trappolone. Nella presentazione al match avevamo scritto che quella contro il Sorrento doveva essere la partita per dimostrarsi “adulti”, una cosa simile passa nei concetti che Modica sciorina nel post gara. Uno spartiacque per capire che squadra fosse la sua. Una squadra matura, rispondiamo tutti noi. La dimostrazione arriva dal campo. Sorrento che resta creatura tattica interessante, ma che al San Filippo resta in balia di un Messina quasi perfetto. L’inizio è lento, perché i due tecnici si conoscono troppo bene per lasciarsi sorprendere. I giallorossi escono alla distanza e quando portano Lia più in alto diventano devastanti. Ecco, Damiano Lia è un altro tassello fondamentale di questa storia. Giuseppe Salvo ha stupito tutti per la rapidità di crescita, anche per la personalità con cui ha affrontato il tratto di campionato da unica opzione sulla destra. La sua squalifica ha riaperto le porte a Lia e adesso il dubbio esiste. Non per valore, ma per caratteristiche. Lia è calciatore che attacca con maggiore velocità la profondità, che detta il passaggio e che ha la qualità per il tocco giusto nella trequarti avversaria. La linea di fondo è la sua meta e il Messina può sfruttare questa sua attitudine per costringere il terzino del lato ad abbassarsi facendo respirare il proprio esterno alto. Col Sorrento funziona, infatti Lia trova il fondo un paio di volte – anche se poi pecca nell’ultimo passaggio – e Ragusa trova maggiore libertà vista una difesa avversaria più schiacciata. Che Salvo resti un’ottima opzione è fuor di dubbio, tanto quanto pensare che Lia sia calciatore difficile da panchinare. Il gioco sulle corsie lancia il Messina, col Sorrento che arranca e si salva solo per l’imprecisione degli attaccanti di Modica. Non può piovere per sempre, però.
EFFETTO FRISENNA – Il cielo torna azzurro sopra la testa di Vincenzo Plescia. Sono passati 122 giorni dalla sua ultima rete e l’attaccante palermitano non nega che l’ossessione per il gol stesse diventando una cattiva compagna di viaggio. Ad Avellino, però, aveva giocato la sua miglior partita degli ultimi mesi e il ritorno alla rete sembrava nell’aria. Blondett fa muro alla prima vera occasione, la maledizione sembra proseguire. Ci vuole Zunno per aprire la breccia: giocata stratosferica del numero 11 che lascia Vitiello sul movimento e si beve Blondett e compagnia prima di scaricare su Plescia. Che calcia di istinto e sfiora anche Del Sorbo. Se non si soffre non si gode, così quella frazione di secondo in più prima che il pallone entri rende tutto più bello. Urla, corsa liberatoria e un gioco con lo speaker. Quarta rete stagionale e, chissà, testa nuovamente sgombra. Come quella che provando a liberare Nino Ragusa. La sua prova è di alto profilo tattico e tecnico. Manca, però, l’ultimo metro. Non tanto il gol, ma la capacità di immettere la sensazione di pericolo in fase di creazione. Quella, per intenderci, che contraddistingue Emmausso. Ci arriverà, perché la gamba gira forte e la testa necessita solo di un gol. Di quelli che cancellano tutto. Come ha cancellato gli errori contro Virtus e Avellino, Pierluca Luciani. Una rete che vale la blindatura del match, ma che serve anche a sbloccare un ragazzo fermo a quota 1 dal 29 ottobre. Un po’ pochino, anche perché le qualità non gli mancano. Deve solo crederci per migliorare. Non basta far intravedere, occorre dimostrare ogni giornata di più. Come sta facendo Giulio Frisenna. Prestazione di alto profilo tattico e tecnico, ma la cosa che stupisce di più è la personalità di questo ragazzo che fuori dal campo si nasconde dietro occhiali da vista e timidezza dettata anche dall’età. In campo no, è sfrontato e non teme il confronto con chi ha cinque volte le sue presenze in categoria. Il centrocampo è suo. Anche in questo caso è il lavoro di Modica a farlo brillare. Lui, a dire il vero, ha avuto maggiore costanza sin dall’inizio della stagione ma restava un ragazzo con pochi minuti di Serie C nelle gambe. Cresciuto, responsabilizzato e anche messo in panchina quando alla squadra serviva l’esperienza del duo Firenze-Franco. Che magari tornerà utile, ma Modica sa che su Frisenna ci potrà contare sempre e comunque. Lui, come Zunno e Salvo, rappresenta in maniera plastica il grande lavoro di Giacomo Modica. Tirare fuori il meglio dai ragazzi più giovani, stimolarli e farli crescere anche in fretta. Sulla questione minutaggio si dibatte spesso, ma quasi sempre chi ascolta vuol capire quello che più gli conviene. Perché se gli under sono di livello – come hanno dimostrato quelli dello scorso anno, bravi a supplire alle carenze dei senatori nella prima parte di stagione – possono anche essere il valore aggiunto. Quelli di questo Messina, però, lo sono diventati. Bisogna prenderne atto, perché fino a dicembre non era così. Di Zunno abbiamo detto – come di Frisenna -, Salvo è diventato forte giocando e Ortisi – col Sorrento prestazione Theohernandeziana – si è trasformato in un terzino affidabile in corsa. Lo sono diventati tanto da mettere in panchina gente come Firenze o Lia. Ecco, sarebbe interessante capire se ogni tanto potrà essere consentita una piccola deroga per sfruttare, senza paletti, tutte le opzioni che la rosa offre. Postilla a parte, però, il merito di tutto questo – compreso Scafetta che, nato ala d’attacco, fa il mediano puro quando Frisenna deve alzare bandiera bianca – è di Giacomo Modica che ha lavorato sulle loro qualità, ha smussato i difetti e sopportato i passaggi vuoto. Insieme a lui, Domenico Roma. Vilipeso, da alcuni, in maniera fin troppo sprezzante, ma grande conoscitore di calciatori e che, oggi, non ha nemmeno tutta questa voglia di passare all’incasso. Al massimo, preferisce rendere merito ai suoi ragazzi.
POST SCRIPTUM – Ah… ma sapete cosa dice il principio zero della termodinamica? In poche parole – che trovate su Wikipedia – dice che: “Se i corpi A e B sono entrambi in equilibrio termico con un terzo corpo C, allora lo sono anche fra loro”. Che, detta così, sembra una cosa che non c’entra molto… o forse sì.
Fumagalli 6
Non deve compiere interventi eccezionali, ma quando Ravasio lo chiama in causa lui risponde con la solita reattività.
Lia 6,5
In crescita continua. In fase difensiva non sbaglia e nulla, piazzando pure un paio di recuperi importanti. Quando appoggia la manovra è difficile da contenere, ci sono solo un paio di errori di misura non da lui.
Manetta 6,5
Guida alla grande la linea, non perde alcun duello e non nega qualche entrata per far capire che non è la giornata per farsi vedere dalle sue parti.
Dumbravanu 7
Sorpresa di giornata. Preciso in fase di possesso, se non per un lancio forzato nel primo tempo, poi pragmatico e asciutto nel far circolare il pallone. Di testa sono tutte sue, bravo anche nel leggere alcuni cross laterali che sarebbero potuti diventare pericolosi.
Ortisi 7
Personalità. Partita di alto livello tecnico e senza alcuna sbavatura tattica. Ogni tanto eccede in confidenza in fase di possesso, ma è bravo a rimediare. Annulla il suo avversario, non spreca un pallone.
Frisenna 7
Leader. Il centrocampo è il suo e lo chiarisce sin da subito. Perfetto palla al piede, ottima tecnica e lucidità quando c’è da dettare i tempi della manovra. Recupera tantissimi palloni e non ha mai fretta nel ripartire. Fosforo puro. Esce per un leggero fastidio.
Franco 6,5
Lotta in continuazione e in ogni parte di campo. Tantissimi palloni recuperati e ripuliti, nella sua partita c’è esperienza e sapienza tattica.
Ragusa 6,5
Al sacrificio, stavolta, abbina freschezza in fase offensiva. Crea per i compagni e può colpire in prima persona. Manca ancora precisione e un pizzico di cattiveria. Non è una questione fisica perché sta benissimo, manca solo l’ultimo clic mentale.
Emmausso 6,5
Più lezioso e meno preciso del solito. Nel primo tempo spreca un paio di buonissime chance. Quando sale in cattedra, però, diventa delizioso e la sua tecnica serve per far respirare la squadra. Perfetto l’assist a Luciani.
Zunno 8
Prova a prenderlo. Prestazione clamorosa per intensità, qualità e convinzione. Non è più il giocatore della scorsa estate che si perdeva in un bicchier d’acqua o che faceva sempre la giocata opposta a quella corretta. No, è un leader tecnico e la squadra affida a lui tanti palloni pesanti. Crea sempre superiorità e la sua giocata per il gol di Plescia decide la partita. Sfiora la rete dopo un’azione personale straordinaria.
Plescia 7,5
Finalmente. Una rete che mancava da 4 mesi e che, come confessato da lui, era diventata una cattiva ossessione. Il gol è un premio alla ritrovata capacità di incidere nella prestazione senza perdersi in momenti di buio. Gioca una partita molto utile in fase di salita della squadra, più bravo del solito nel dettare la profondità. Nel primo tempo Emmausso non lo serve in ottima posizione, la ripresa parte con un mezzo miracolo della difesa campana su un suo tap-in. Poi, nel posto giusto al momento giusto e destro che lancia il Messina.
Scafetta 6
Sacrificio per la squadra. Entra da mediano puro e si adatta a un ruolo che ha meno nelle corde. Qualche piccolo errore c’è, ma mette sostanza dove serve.
Firenze 6
Perde un pallone che poteva diventare pericoloso, ma è la classica prima giocata che viene un po’ così. Poi, prende le misure alla mediana avversaria e gestisce palloni e movimenti con grande esperienza.
Luciani 7
Doveva cancellare quell’errore contro la Virtus Francavilla. Più per sé stesso che per altro, dato che la vittoria era comunque arrivata. Bravo a calarsi nella sfida e metterci la cattiveria giusta. Stavolta, davanti al portiere è freddo e lucidissimo. Movimento, piccola finta e palla piazzata. Si sblocca anche lui dopo 3 mesi e mezzo.
Cavallo e Polito s.v.
SORRENTO Del Sorbo 6; Vitiello 5, Blondett 5,5, Fusco 6, Loreto 5 (dal 34′ s.t. Colombini s.v.); Messori 5,5 (dal 23′ s.t. La Monica 5,5), De Francesco 6, Cuccurullo 5,5 (dal 28′ s.t. Martignago 5,5); Badje 5,5, Ravasio 6, Scala 5 (dal 22′ s.t. Kolaj s.v. e dal 34′ s.t. Capasso s.v.). All. Maiuri 5,5
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya