Vittoria pesantissima quella col Portici. Prestazione sottovalutata quella del Messina di Giacomo Modica. Lo spettacolo non è stato di casa al San Filippo, quasi un peccato mortale dopo quanto fatto vedere dall’avvento del tecnico mazarese. Osservazione superficiale, i giallorossi contro i campani hanno sfoderato una gara da squadra matura e ambiziosa. La lunga sosta è stata scandita dal recupero fisico, un lavoro che ha chiaramente appesantito le gambe dei calciatori. Limite apparso ancora più grave vista l’organizzazione avversaria, la vittoria rappresenta un importante tassello verso la maturità. L’obiettivo playoff è il giusto traguardo per non rendere inutile la stagione, una squadra senza un punto di arrivo rischia l’appiattimento e l’apatia. In una città dove il distacco dal calcio sembra un male incurabile, sarebbe devastante ritmare il fine stagione con l’anonimato.
MERITI – Una vita complicata quella del Messina. Dall’estate all’inverno è sempre stata la stagione delle porte girevoli: Sciotto e compagnia autori di un mercato frettoloso e mal consigliato. Ferrigno tradito da un carattere poco avvezzo alla convivenza ma capace di portare in riva allo Stretto calciatori come Bruno, Rosafio, Ragosta e il ceduto Maiorano. Eredità importante per Modica e Lamazza che sulla propria pelle hanno compreso la difficoltà del mercato in casa Sciotto, bravi i due a saper gestire il carattere del presidente giallorosso e rimodellare in maniera discreta la rosa. Il lavoro del ds lombardo andrà valutato secondo parametri diversi dai tradizionali: l’addio di Carabellò gli ha affidato l’interim della direzione generale, vita parallela a quella da operatore di mercato. Pezzella, Colombini e Gagliardini cacciati dalle prestazioni, Maiorano da un contratto troppo ricco per il budget. Gioco da equilibrista per Lamazza: da una parte si concede dall’altra si pretende. Yeboah rimane il suo piccolo capolavoro tecnico e di gestione, l’impatto di Bettini chiarisce che le scelte rimangono dettate da idee ben precise e non da saldi di fine stagione. Sgradevole la continua ricerca nel suddividere i meriti tra questo e quel ds: il lavoro di Ferrigno resta nelle prestazioni sul campo di Rosafio&Co., quello di Lamazza si sposa con i risultati che Modica agguanta di settimana in settimana. Tipiche schermaglie in salsa messinese, un sapore ormai rancido.
ESAME – Tre vittorie consecutive, una classifica che lentamente si apre ad un sorriso e una corsa playoff da tentare. Del possibile ripescaggio se ne riparlerà dopo il 29 gennaio: l’elezione del nuovo presidente federale riscriverà il mondo del calcio. Tommasi, Gravina o una copia sbiadita di Tavecchio per capire come verranno ridisegnati i format. Regole sulle iscrizioni, sui conti e sulle Squadre B fanno intendere che il presente dovrà concentrarsi sul campo; per le scrivanie ci risentiamo in primavera. L’oggi si chiama Nocerina: i campani inseguono l’imprendibile Troina, contro il Messina passa l’ultimo treno per non arrendersi alla fine della rincorsa. Problemi economici e ridimensionamenti dalle parti del San Francesco, un campionato che rischia di diventare di seconda fascia vista la forma straripante di Igea Virtus e Vibonese. La squadra di Modica deve superare un grande esame per credere in un futuro roseo, una prestazione bagnata da una sconfitta evitata sarebbe un toccasana per morale e gambe. Proprio quelle torneranno a girare forte tra poco: un paio di sfide per scaricare, già dalla Cittanovese si dovrebbe rivedere un Messina brillante. Lo spettacolo può comunque attendere, il Messina adesso deve camminare con lo sguardo spietato di chi non può fermarsi più. Chi deve sempre vincere vive una pressione unica, per non farsi schiacciare ci vorrà serenità, unità e un carattere travolgente.