Quasi perfetti. Il Messina che schianta il Taranto parte male con la rete subita per una mezza dormita, poi cresce fino a diventare travolgente con un inizio ripresa che tramortisce. Frisenna leader assoluto, Anatriello intenso e cattivo, ma il fil rouge è il lavoro di Giacomo Modica. Che non è finito.
COPPIE E LEADERSHIP – Avevamo presentato la sfida come uno scontro diretto da vincere, così è stato. Giallorossi consapevoli e calati nella parte di squadra che non può lasciare per strada davvero nulla. L’approccio non è granché, e come sempre non ci si può far ingannare dal risultato quando si analizza. Primo tempo rivedibile, perché dietro si balla parecchio e quasi sempre per un ritardo evidente nei movimenti e nelle scalate. Il gol del Taranto è il manifesto, con Manetta che esce sull’esterno ma è un passo in ritardo e pure poco cattivo; mentre in area sono tutti un po’ leggeri nell’approcciare il pallone. Aspettato e non attaccato, così fila via fino a impattare sulla testa di Ardizzone. Male, male. Perché questi sono gol un po’ regalati. Lo sa bene la squadra e lo sottolinea Modica (voto 7,5) che in sala stampa parla di errori “di inesperienza e di esperienza”. Più chiaro di così. Come diventa trasparente che questa squadra necessiti di tempo e qualche scossone per alzare il proprio livello. Si rischia dietro, ma davanti le misure prese piano piano portano pericoli. Restiamo, per ora, sugli aspetti negativi della fase difensiva: Lia spinge parecchio, da quelle parte si dovrebbe soffrire maggiormente ma, invece, è la parte sinistra il problema. Chiaro, anche perché il Taranto punge di più con Mastromonaco, ma il Messina scala sempre male ed è distratto con Ortisi e Marino che sembrano sempre un passo fuori posizione. I pugliesi non raddoppiano per loro demeriti, ma quando Fiorani confeziona una super occasione solo il leggero ritardo con cui Matera arriva sul pallone salva il Messina. Andare nuovamente sotto, infatti, sarebbe stato un grosso peso da buttare via. La reazione c’era già stata nel trovare un penalty grazie all’asse Anatriello-Luciani. Bravo il primo nel calarsi nell’atipico ruolo di esterno destro, bravissimo il secondo nel fare quello che Modica gli chiede dall’anno scorso: attaccare la profondità. Una coppia che piace, che può crescere e che verrà usata parecchio. Magari non sempre, perché ogni tanto esterni più puri – Petrungaro o Re – torneranno utili per ripartenze e fase di non possesso. Intanto, giusto godersi quanto fatto vedere. Anatriello è attaccante cattivissimo, in lotta perenne contro i difensori e sempre pronto a colpire. La rete del 3-1 è da centravanti scafato, col tocco a liberarsi e mettere fuori tempo il difensore. Tre reti in tre partite.
I MARGINI DI CRESCITA – La ripresa è di grande livello non solo per le due reti che chiudono il match. La parte migliore è la gestione da squadra matura, cosa che – in fin dei conti – il Messina non è ancora. Certo, il Taranto è crollato fisicamente e Gautieri deve rendersi conto che per salvarsi la sua squadra dovrà crescere parecchio. Quasi un all-in quello dei pugliesi che sembravano aver puntato tutto sul primo tempo. Nel secondo, infatti, non parevano aver la forza di far male ai giallorossi. Bravi, però, nel non voler strafare. Puliti, ordinati e con i rischi ridotti. Non azzerati, perché un paio di ripartenze vengono subite per un po’ di leggerezza eccessiva in fase di possesso. I miglioramenti passano da queste consapevolezze. Le cose belle, però, sono tante. A partire da Giulio Frisenna: il leader tecnico. Nel primo tempo un paio di scelte forzate, poi si trasforma in “mister lucidità” e incanta. Verticale potente e precisa per innescare Lia e ispirare la rete di Garofalo. Poi, gestione serena, ritmo imposto secondo la propria volontà e, per chiudere, destro imparabile per prendersi il premio di una rete meritata. Lui e Anatriello sono le note migliori della serata. Due profili che dicono che questo Messina sarà meno esperto di quello dello scorso anno – cosa che sicuramente peserà in alcune sfide -, ma è più vicino alle idee e alle caratteristiche richieste da Modica. La crescita di Frisenna è stata progressiva e pare sempre più possibile possa essere lui la chiave del gioco. Sensazioni diverse, quindi, perché i piedi di piombo suggeriscono che il vero Messina sia un mix di quello visto nelle prime tre di campionato, ma questa gioventù bruciante indica la via della crescita come ipotesi possibile e probabile. Certo, tutto passa dal lavoro quotidiano e sempre più intenso. Modica sembra avere un piano preciso da seguire, consapevole di alcuni limiti e pronto a incidere sui margini di crescita. Non ci saranno sempre e solo giorni felici, saper gestire quelli difficili farà tutta la differenza del mondo.
Curtosi 6
Sulla rete di Ardizzone non può fare nulla, cresce in sicurezza nelle uscite alte e nella connessione coi compagni.
Lia 6,5
Instancabile. Sta tornando sui livelli attesi, gioca una partita di grande atletismo e non si perde una corsa per dare un’opzione ai compagni. Servito, comunque, ancora troppo poco. Firma – nonostante la sporcatura di Anatriello – l’assist per Garofalo. (dal 38′ s.t. Cominetti s.v.)
Manetta 6
Ordinaria amministrazione, anche se è un po’ molle nel contrastare Guarracino in occasione del vantaggio tarantino. Poi, prende le misure a Zigoni e guida la difesa con sicurezza.
Marino 6
Anche lui cresce alla distanza, perché nel gol avversario non fa una gran figura facendosi tagliare dietro alle spalle dall’avversario.
Ortisi 6
Nel primo tempo è in sofferenza, troppi errori di leggerezza e posizionamento. Nella ripresa serve la palla del tris e cresce in difesa dove piazza pure un gran recupero su un contropiede avversario. (dal 22′ s.t. Salvo 6: tiene il campo, non rischia nulla ed è sempre utile)
Frisenna 7
Leader assoluto. La responsabilità gli piace e prendere la squadra per mano è diventato il suo lavoro principale. Nel primo tempo forza, ancora una volta, qualche giocata ma tutto deve passare dai suoi piedi. La rete del raddoppio parte da una verticalizzazione convinta su Lia, poi chiude i conti con una sua classica meraviglia.
Anzelmo 5,5
Meno intenso e coinvolto rispetto alla sfida col Potenza, finisce per perdere distanze e il gioco passa meno da lui. Alcune scelte sono sbagliate. (dal 22′ s.t. Rizzo 6: mette sostanza al momento giusto)
Garofalo 6,5
Bellissima la rete che porta la sfida dalla parte del Messina, premio per una prestazione di grande sostanza e sacrificio. Quando c’è da mettere qualità risponde sempre presente. (dal 38′ s.t. Petrucci s.v.)
Anatriello 7,5
Cattivissimo lui. Attaccante col veleno, che gli serve per non mollare su ogni pallone vagante, contrastare duro e fiutare il gol. Si adatta a destra e lo fa con grande applicazione, ed è bellissimo l’esterno sinistro con cui lancia Luciani in occasione del rigore. Bene da esterno, ma quando attacca la porta non sbaglia. Tre gol in tre partite, buon inizio.
Luciani 6,5
Conosce lo spartito e si vede. Attacca la profondità, cuce quando deve e non sta mai fermo. Si prende un rigore con malizia, lo calcia con precisione. Sempre utile nel gioco, buona l’intesa coi compagni. (dal 15′ s.t. Petrungaro 6: buon ingresso per qualità e voglia di fare)
Pedicillo 6,5
Altra prova di buonissimo livello. Non ruba l’occhio, ma c’è sempre grandissima qualità nelle sue giocate. Pulito, preciso e coi tempi giusti. Parte esterno, poi aiuta in mezzo e chiude anche da regista. Modica crede in lui e viceversa.
TARANTO Del Favero 5,5; Mastromonaco 6, De Santis 5,5, Shiba 5, Contessa 5 (dal 21′ s.t. Verde 5,5); Ardizzone 6,5 (dal 32’ s.t. Varela s.v.), Schirru 5,5 (dal 10′ s.t. Speranza 5,5), Matera 6 (dal 10′ s.t. Fabbro 5,5); Fiorani 5,5, Zigoni 5 (dal 21′ s.t. Giovinco 5,5), Guarracino 6. All. Gautieri 5,5
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya