Una vittoria che vale molto di più. Non ci sono solo i 6 gol nella gara del Messina: c’è la dimostrazione di forza, di unità e di profondità di rosa. C’è la capacità di schiacciare un avversario tutt’altro che facile, c’è la reazione di chi archivia le sconfitte e guarda avanti. Alla vittoria finale.
INDIRIZZARE – Troppo facile considerare la gara partendo dal risultato. Un 6-0 dice tanto e forse inganna. Il tranello resta tutto nel credere che la classifica del Troina giustifichi il passivo. Non è così, non lo è perché la squadra di Mascara le sue qualità le mantiene intatte, nonostante una carentissima fase difensiva. Balistreri e Ficarotta, però, guidavano un reparto offensivo che non poteva essere sottovalutato. Lo aveva denunciato alla vigilia Raffaele Novelli (voto 8) il bisogno di rispettare tutti gli avversari e come gli ennesi avessero qualità tecniche rilevanti. Il Messina, allora, la partita la aggredisce subito: partenza sprint, pressante, asfissiante, per far capire all’avversario che non ci saranno tracce di lotta alla fine della contesa. Solo dominio. Ma non senza errori: fuorigioco in sequenza, scelta dell’ultimo passaggio non sempre corretta. Scosse di assestamento. Poco più di un quarto d’ora per passare, con Arcidiacono, un tempo intero per vedere Foggia divorarsi – in un eccesso di inspiegabile generosità – il raddoppio per poi firmarlo dal dischetto a coronamento di una frazione da dominatore degli ultimi 20 metri. Necessario, decisivo, perché la rete del 2-0 chiude la sfida e chiude le valigie del Troina che, con la testa, è già sulla lunga strada del ritorno.
Troppo facile considerare la gara partendo dal risultato. Un 6-0 dice tanto e forse inganna. Il tranello resta tutto nel credere che la classifica del Troina giustifichi il passivo. Non è così, non lo è perché la squadra di Mascara le sue qualità le mantiene intatte, nonostante una carentissima fase difensiva. Balistreri e Ficarotta, però, guidavano un reparto offensivo che non poteva essere sottovalutato. Lo aveva denunciato alla vigilia Raffaele Novelli (voto 8) il bisogno di rispettare tutti gli avversari e come gli ennesi avessero qualità tecniche rilevanti. Il Messina, allora, la partita la aggredisce subito: partenza sprint, pressante, asfissiante, per far capire all’avversario che non ci saranno tracce di lotta alla fine della contesa. Solo dominio. Ma non senza errori: fuorigioco in sequenza, scelta dell’ultimo passaggio non sempre corretta. Scosse di assestamento. Poco più di un quarto d’ora per passare, con Arcidiacono, un tempo intero per vedere Foggia divorarsi – in un eccesso di inspiegabile generosità – il raddoppio per poi firmarlo dal dischetto a coronamento di una frazione da dominatore degli ultimi 20 metri. Necessario, decisivo, perché la rete del 2-0 chiude la sfida e chiude le valigie del Troina che, con la testa, è già sulla lunga strada del ritorno.
DIMOSTRARE – Non ci sono speranze di rientro per gli uomini di Mascara, se mai ci fossero ci pensa Addessi a sopirle con un sinistro che mostra – finalmente – di cosa sia capace il numero 5. Ingredienti di una prova di forza che, solo superficialmente, potrebbe sembrare l’esagerata esibizione contro l’avversario inferiore. No, perché è il Messina a mettere il Troina a una distanza di 6 reti e lo fa per lanciare un messaggio al campionato. Rende è cancellata, coi calabresi che firmano la terza vittoria consecutiva a Licata dimostrando che al Lorenzon – da adesso in poi – soffriranno tutte. Il tris seppellisce l’agonismo e regala spazio allo spettacolo, favorito dall’ingresso in campo di Bollino. Prima della sua perla, però, arriva il secondo penalty che permette ad Aliperta di aumentare il bottino personale e lascia il Troina in 10 e ancora più in balia. L’ultimo quarto d’ora diventa il Bollino-show: stop a seguire che diventa dribbling, cambio di passo, controllo nel fango, collo esterno sinistro e palla sparata sotto la traversa. Cinquina, che dura poco. Ha troppa fame questo Messina, ancora di più Manfrellotti che scaccia via i mesi ai box per una spalla fuori posto con la zuccata che chiude i conti ed esalta, ancora una volta, la classe dell’assist-man Bollino.
EFFETTO NOVELLI – Nel giorno di un 6-0 – con tutti marcatori diversi – si potrebbe slalomeggiare solo su singoli e giocate. Come non mai, però, la sfida contro il Troina è la giornata di Novelli. Dopo Rende era stato chiaro: “Dobbiamo giocare a calcio”, riferito al brutto vizio di protestare. Più in generale, una dichiarazione di intenti chiara su quale sia la sua visione del gioco. Giocare, sempre. Il Messina gioca e mostra le sue armi, nonostante un paio di tentazioni di affidarsi al lancio lungo anche quando non utile. Il gioco, ma cos’è il gioco? Non i colpi di tacco, gli esterni no-look o i tocchi sotto. Il gioco è una squadra corta, reparti che si muovono di insieme, compagni che si intendono con uno sguardo. Sono trame studiate e ripetute, giocate provate e riprovate. Geometrie, appoggiarsi sul centravanti e attaccare gli spazi. Cresce Cascione e si esalta nell’attaccare profondità e avversari: il terzino destro diventa valore assoluto, attaccante aggiunto e macchina da cross. I giallorossi mettono la freccia a destra, allora, scegliendo una precisa dose di continuità offensiva sulla corsia di Cascione e di Addessi e Bollino in alternanza. Effetto Novelli, dicevamo, perché la mano dell’allenatore va a toccare movimenti e soluzioni: nel pre gara – stimolato sull’argomento – era stato chiaro su cosa e come dovessero fare gli esterni offensivi per trovare la porta. Detto, fatto. Un gol a testa, arrivati andando a occupare porzioni di campo più strette e meno ampie. L’ampiezza, infatti, serve ai laterali bassi per toccare la linea di fondo e servire in mezzo. Tra tattica e tecnica, tantissima, e non c’è il solito Aliperta – che anzi brilla alternato – a mostrare i colpi migliori. In mediana è Cretella a strappare la palma di MVP: per qualità, visione e dose di coraggio. Più campo da attaccare, per lui, diventa un aiuto concreto per rischiare la giocata e far esplodere la tecnica di base. Effetto Novelli: su gioco, squadra, singoli.
Lai 6: un solo intervento per trasformare il senza voto in una sufficienza.
Cascione 7,5: indomabile. Un incubo sulla corsia destra per gli avversari, dai suoi piedi partono sempre pericoli e l’assist per il gol che stappa la sfida.
Boskovic 7: ordinato, pulito, deciso e senza fronzoli. Se questo è il “terzo uomo” della difesa, Novelli può dormire sogni tranquilli.
Sabatino 6,5: giornata senza grosse preoccupazioni, prova pure a trovare un gran gol dalla distanza ma pecca di leggera imprecisione. (dal 34′ s.t. Bellopede sv)
Giofrè 6,5: gara senza strafare, intelligente nel tenere la posizione e non lasciare spazio a Ficarrotta.
Cretella 7,5: torna mezzala e, con più campo da attaccare, incanta. Il tocco c’è, come la sfacciataggine di giocare di prima e senza paura di sbagliare. (dal 23′ s.t. Crisci sv)
Aliperta 6,5: gestione accorta e senso della posizione, col terreno pesante è bravo a non rischiare. Dal dischetto arriva la terza rete stagionale.
Vacca 6,5: in crescita, piace il modo con cui occupa il campo e lega i reparti di centrocampo e attacco.
Addessi 7: primo tempo dove non trova le misure, inizio ripresa per dimostrare che era solo questione di tempo. Sinistro che gira, gira e finisce all’angolino. Deve crescere in condizione. (dal 27′ s.t. Saindou sv)
Foggia 7,5: si divora una rete per eccesso – inutile – di altruismo. Non fa pesare l’errore e firma il rigore del raddoppio e conquista quello del poker. In mezzo c’è tutto il suo repertorio da attaccante che fa reparto da solo. (dal 38′ s.t. Manfrellotti 6,5: una manciata di secondi per firmare il primo gol in maglia giallorossa e candidarsi al ruolo di alternativa ingombrante)
Arcidiacono 7: ha il merito di trovare la rete che apre la gara, non un dettaglio visto quanto si era sprecato fin lì. Gioca la sua classica partita di sacrificio. (dal 14′ s.t. Bollino 7,5: gli basta mezz’ora per incantare. Un gol pazzesco per tecnica, classe e cattiveria, ci aggiunge l’assist per Manfrellotti per confermare che quel 10 sulla maglia non è casuale)
TROINA Aiolfi 6; Nania 5, Neri 4,5, Mbaye 4, Puleo 4,5; Di Grazia 5, Guerci 5; Ficarrotta 4,5 (dal 12′ s.t. Popolo 5), Aperi 5, Ciccone 4,5; Balistreri 5. All. Mascara 4,5.
*fonte foto: Acr Messina