Troppo brutto, troppo incostante, troppo poco. Il girone di andata del Messina è finito in archivio dopo la sconfitta, con coda polemica, di Giugliano. Contro il Troina si riparte in 2020 ritmato dai soliti buoni propositivi. Vacue promesse a parte, la parola d’ordine resta: rivincita.
TUTTO DA SCRIVERE – La gara del Proto vecchia di 17 turni diede il primo messaggio alla stagione dei giallorossi. Una sconfitta atrocemente meritata, figlia di una squadra senza logica tecnica e tatticamente disordinata e senza riferimenti. Acqua sotto i ponti ne è passata, portando via Cazzarò prima e Obbedio poi, con l’interregno di Rando che ha aperto alla rivoluzione zemaniana. I vizi sono stati nascosti sotto il tappeto di un paio di vittorie casalinghe: il bel gioco resta abbozzato, spesso ci si accontenta di un attacco della profondità fatto bene visti i chiari di luna iniziati, proprio, a Troina. Il mercato è stato di quelli da interpretare: a guardare nomi e carriere c’è poco da star allegri dalle parti del Despar Stadium, però c’è un tecnico come Zeman che prima dei nomi ha bisogno di caratteristiche tattiche e tecniche ben precise. Questo il motivo principale dell’attesa di giudizio, col campo che dovrà mostrare un Messina diverso. Fin qui l’apporto dell’ex allenatore del Gela è stato importante sia per la crescita fisica che per quella della padronanza in campo. Adesso manca lo step definitivo: essere davvero pericolosi. Il calcio zemaniano non lascia spazio a interpretazioni: questo Messina produce ancora troppo poco dal punto di vista della finalizzazione diretta, il difetto maggiore resta quello di una costruzione ancora troppo lenta e fatta di troppi tocchi. Il Troina arriva per testare il lavoro di queste settimane di pausa, avversario perfetto per capire quanto sia nuovo questo Messina.
I SINGOLI – In campo, si sa, ci vanno i calciatori e tocca a loro dimostrare che il sudore della settimana non è stato solo uno spreco di energie vitali. Le liste di proscrizione sono il passato, gli epurati hanno lasciato Messina con la loro zavorra economica e tecnica, questo però non ha ancora fatto rima con rinascita. Il cambio di passo ai giallorossi dovranno imporlo i leader, quelli tecnici e quelli verbali: la squalifica di Bruno priva il Messina di uno di questi, ma il centrale campano tornerà presto per ridare sostanza alla retroguardia di Zeman. Il mercato ha regalato il duttile Vuolo e l’alternativa Cinquegrana, chiaro che la crescita più attesa resta quella degli Ungaro e Fragapane. Gli over insomma, i calciatori con un minimo di esperienza capace di dettare la strada e percorrerla. Sampietro sembra slegato dalla paura di un acciacco sempre alle porte, la sua conferma lo destina alla titolarità ma la prestazione resta sovrana. Rossetti deve scaricare in rete il peso dell’errore di Giugliano, ma il suo stile di calcio ha subito chiarito che per Zeman è il centravanti adatto. Cristiani e Crucitti hanno tenuto la barca a galla: se metà del loro impegno fosse prodotto dal resto della squadra il Messina potrebbe ambire facilmente al podio.
IL TROINA – Un progetto che stupisce ogni anno. Una squadra infarcita di stranieri, ma piena zeppa di qualità che negli ultimi campionati ha raccolto piazzamenti e una Serie C persa solo allo spareggio contro la Vibonese. Era il Troina di Pagana, quello di Boncore è diverso negli uomini ma non nello spirito agonistico e tecnico. Una difesa a 3 che non ha paura dell’uno contro uno, mediana tecnica e attacco che mescola fisicità e capacità nel giocare la palla. Il pericolo numero uno resta l’estro di Camacho, anche se l’uomo decisivo è sempre capitan Saba. Squadra dal cammino netto: o vince o perde. Un solo pareggio in stagione, quello dell’ultima di andata contro il Palermo (che ha sbagliato due calci di rigore); prima solo vittorie o sconfitte. Cammino esterno con 13 punti conquistati figli di 4 successi e il pari del Barbera.
LE SCELTE – Squalificato Bruno, fuori dai convocati gli ammalati Barbera, Pozzi e Alleruzzo, oltre a Orlando. Prima convocazione per Forestieri che sarà il secondo del titolare Avella. Per il resto solo dubbi: la scelta del centrale al fianco di Ungaro condizionerà l’undici finale. Saverino torna utile dal ruolo di terzino a quello di attaccante esterno, ma tutto gira intorno a De Meio: se il laterale destro verrà adattato in mezzo partirà l’effetto domino, se dovesse toccare a Cinquegrana allora si andrà verso una formazione simile a quanto visto prima della sosta. Mister Zeman ha chiarito, in più, che il vero problema dei nuovi è quello legato alla differenza di preparazione rispetto al resto del gruppo. L’emergenza legata alla squalifica di Bruno, però, potrebbe portare a scelte obbligate. Si ricomincia: un girone da percorrere tutto di un fiato e senza i blackout dell’andata.
ACR MESSINA (4-3-3) Avella; Vuolo, De Meio, Ungaro, Fragapane; Saverino, Sampietro, Cristiani; Crucitti, Rossetti, Manfrè. All. Zeman
TROINA (3-4-1-2) Calandra; Raia, Calaiò, De Santis; Fricano, Daqoune, Saba, Indelicato; Camacho; Lautaro Fernandez, Bamba. All. Boncore