Messina, un bagliore in fondo al tunnel

Pubblicato il 26 Febbraio 2019 in Primo Piano

Per capire l’importanza della gara e del successo contro il Locri, basta un dato: il Messina, per la prima volta dall’inizio del campionato, approda in zona salvezza diretta.

SALVEZZA – Questo basta per comprendere ancora meglio in quale razza di pasticcio sportivo ci siamo ficcati e quanto sarà dura conquistare la permanenza in D. Perché – è bene non perdere mai occasione per ribadirlo – mantenere la categoria è condizione indispensabile per qualsiasi altro discorso in chiave futura. Da non sottovalutare, poi, che in un’altra giornata nella quale tante squadre si sono accontentate del pareggino, diventa più plausibile l’ipotesi di risucchiare nella bagarre per evitare i play-out almeno una tra Troina, Palmese e Nocerina, ora a -5. Anche perché il Messina deve incontrarle tutte e tre (le ultime due, in casa). 
Adesso, almeno, vediamo un piccolo bagliore in fondo al tunnel, pur se la scalata è ancora lunga.

PASSIONE INFINITA – Archiviato il discorso sportivo, non senza la constatazione che con il 4-2-3-1 Biagioni sembra finalmente avere trovato l’abito più adatto a questa squadra, una riflessione d’obbligo va riservata all’originale contestazione degli ultras in tribuna, a pochi metri dalla famiglia Sciotto. La premessa è che non si può discutere la fede e l’amore per la maglia di chi paga 20 euro per  fare sentire in modo inequivocabile la propria voce, poi abbandona lo stadio e, volendo comunque sostenere i giocatori, raggiunge la collinetta in cima al S. Filippo. Allo stesso modo, sono indiscutibili la fede e l’amore di chi, sempre pagando il biglietto, ha assistito alla gara dagli spalti, tifando ininterrottamente. Seppur con forme e modalità diverse, insomma, il dato che emerge è che attorno alla squadra non è tramontato l’interesse della tifoseria. Guai a chi dice che in questa città il calcio non interessa più.

PROSPETTIVE – È assodato come la famiglia Sciotto abbia abbondantemente esaurito il proprio credito di fiducia e si sia giunti a un punto di non ritorno; come il bando per la gestione degli stadi potrebbe attrarre investitori; come, anche per risollevarsi dalla Serie D, la programmazione sia un elemento imprescindibile; come il calcio abbia delle regole non scritte, ma infallibili, per cui una stagione vincente va pianificata sin dall’estate, mentre le rivoluzioni invernali servono solo a mettere toppe. Ciò che non è assodato, invece, è arrivare a maggio preservando quel titolo sportivo concesso dai palazzi del calcio appena due anni fa e che difficilmente ci verrebbe nuovamente messo a disposizione il prossimo agosto.

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