Nel Dizionario della Comunicazione la voce “silenzio stampa” viene così declinata: “È l’oscuramento di un fatto e dei suoi sviluppi sui mezzi di informazione. Riguarda anche la pubblicazione e divulgazione di documenti. L’espressione trova riscontro in almeno tre casi”.
IL SILENZIO STAMPA – Tra questi casi, quello che coinvolge direttamente il mondo dello sport, è il silenzio stampa proclamato dalle fonti: “È il rifiuto di offrire informazioni e comunicazioni al mondo dell’informazione da parte di chi ne abbia disponibilità. È quello che si verifica quando personaggi del mondo della politica, della cultura, dello spettacolo, dell’economia e dello sport decidono di non comunicare con i giornalisti”. Per i giornalisti, ovviamente, si tratta di un’iniziativa quasi sempre da condannare. Pur tuttavia, in questa stagione in cui per l’Acr sta andando tutto all’incontrario, un silenzio stampa – anche se, come spiegheremo, un po’ sui generis – è auspicabile.
CLIMA SPAREGGIO – L’attuale settimana conduce a uno dei cinque spareggi da cui passa la salvezza diretta dei biancoscudati. Domenica scorsa, in una giornata in cui la paura l’ha fatta da padrona, abbiamo capito come la parte bassa della classifica, ormai, si muoverà sostanzialmente soltanto attraverso questi scontri diretti (si veda il successo del Città di Messina sulla Sancataldese). Tra un paio di giorni, quindi, Arcidiacono e compagni saranno di fronte a un crocevia fondamentale. Sarebbe bello (ed assai utile), proprio in questa settimana, sentire parlare solo ed esclusivamente di calcio giocato e di questa partita. E il silenzio stampa? Lo impongano calciatori e staff tecnico alla società. Niente letterine, nessuna esternazione. Che per una volta, in questa sventurata annata, si accendano i riflettori sulle questioni tattiche, sulle sensazioni dei calciatori, sulla necessità – duole dirlo, ma è questa l’amara realtà – di affrontare il Locri come se fosse una sfida promozione. È vero, d’altronde, che per il Messina “di doman non c’è certezza”, ma intanto l’oggi impone di salvare a ogni costo la categoria. E, allora, che sia una settimana di calcio e di nient’altro.