Messina-Viterbese, la distanza tra allenatore e rosa

Pubblicato il 15 Settembre 2022 in Primo Piano

La parte migliore di questo Messina? L’allenatore. Sì, Gaetano Auteri sembra essere l’unica certezza in questo inizio di stagione con un solo punto e tanti svarioni. Contro la Viterbese prova di maturità mancata, ma se la prima vittoria è stata sfiorata lo si deve alle intuizioni del tecnico.

APPESI AL TECNICO – Quando le cose, per una qualsiasi squadra, non vanno bene la prima reazione è sempre quella di scagliarsi contro l’allenatore. Spesso, funziona anche e così una situazione in declino viene risolta. Nel caso del Messina, invece, le cose sono più complicate o proprio al contrario: la parte migliore – come detto nell’incipit – è proprio Gaetano Auteri (voto 6,5). Una rosa giovane, in larga parte ancora poco smaliziata e in alcuni suoi elementi mediocre, che viene resa credibile dall’identità di gioco che l’allenatore siciliano è riuscito a trasmettere. Crotone, Virtus Francavilla e Viterbese sono tre indizi che raccontano come il Messina abbia una buona dose di calcio nella sua testa e una sproporzionata dose di ingenuità a rovinare tutto. La gara contro i laziali non è bella o spettacolare, anzi i giallorossi soffrono parecchio a causa di un avversario non eccelso ma di categoria. Ecco, dove non arrivano le capacità subentra l’esperienza. La squadra di Filippi è ricca di quella, così Marotta, Volpicelli e Mungo pungono con continuità dalle parti di Trasciani e Ferrini. Nulla di speciale, sia chiaro, ma quanto basta per tenere la partita in bilico fino alla dormita fatale. Ci pensa Polidori, un altro che in Serie C è di casa e al Messina non resta altro che dover fare i conti con sé stesso. Evidente che il problema principale sia il rendimento dei singoli: una bozza di gioco c’è. Verticalizzazioni, soluzioni di palleggio corto e sviluppo sulle corsie. Marino è il migliore in assoluto in questo inizio, gli altri si muovono a sprazzi e peggiorano quando fanno di testa propria. Poco, troppo poco. Il reparto che non riesce a convincere resta l’attacco: se in difesa le assenze di Camilleri, Fazzi e Versienti raccontano che il margine di miglioramento è già presente nel roster, in avanti il potenziale è stato mostrato. Curiale non è ancora al livello del calciatore atteso, gli altri restano ragazzi con buona tecnica e tanto da imparare sul calcio dei grandi. Capitolo Balde: inesistente. Auteri lo difende, intravede in lui capacità che, probabilmente, vengono espresse nei blindatissimi giorni di allenamento. In campo non c’è traccia, ma non c’era stata nemmeno lo scorso anno. Il lavoro aiuta sempre, ma bisogna stringere i tempi.

LEGGERISSIMI – Volendo scendere nel dettaglio del pari con la Viterbese dovremmo partire dalla scelte iniziali: difesa a 4 perché meglio la semplicità che inventarsi qualcosa sulle corsie vista la doppia assenza di Fazzi e Versienti. Parentesi: non è possibile reggere una stagione con due soli laterali più Konate inventato – senza successo – esterno. Chiusa parentesi, Auteri sceglie un 4-3-3 che mostra una mediana capace di palleggiare – al netto di un Fofana ancora insufficiente – e un tridente che deve pensare solo a offendere. Dietro difesa bloccata, così andare velocemente in verticale diventa l’arma migliore. Si vede poco, ma quando Curiale si desta dal suo girovagare pigro il Messina va in gol. La lucidità di Marino è la scintilla, poi bravo lui e Fiorani a non farsi ingolosire dal tiro e scaricare per Iannone. Il numero 8 la butta dentro e, in generale, si mostra come il più vivace del pacchetto offensivo. La rete del Messina costringe la Viterbese ad attaccare e allungarsi. La squadra di Filippi è banalotta, ma Marotta è capace di ripulire mille palloni. Il Messina si trova di fronte a una tavola imbandita da distruggere in contropiede. Operazione fallita ed ecco i limiti: Grillo si perde in tocchi di esterno e giocate lente, Catania in finte e controfinte, ancora finte, finché i difensori non risolvono la situazione senza nemmeno affannarsi. Ecco, il Messina in avanti è spiegato dalla leziosità di due – che paradosso – dei suoi calciatori più esperti (almeno per anagrafe). La rete del pari è amara non solo perché toglie 2 punti, anche perché boccia sul piano della maturità e capacità di soffrire. Vincere di misura, difendendosi con attenzione, lottando, sarebbe stata una bella iniezione di fiducia. Tutto crollato, perché sul lancio di Megelaitis la difesa giallorossa va in catalessi: su palla scoperta – in quel frangente di partita – meglio scappare all’indietro, soprattutto se si è stanchi e leggermente fuori posizione. Trasciani sale, Berto rimane a metà e Ferrini è troppo lontano. Polidori attacca la profondità e si ritrova tutto solo, il resto è bagaglio tecnico. Comprendere gli errori, lavorare, correggere. Per alcune carenze, però, potrebbe non bastare.

Daga 6: un buon intervento nel primo tempo, poi risolve un paio di corner anche se dovrebbe mostrare maggiore sicurezza in alcune situazioni in area di rigore. Sulla rete del pari può davvero poco.

Konate 5,5: prova a tenere la posizione con ordine, ma non è impeccabile in fase difensiva e non trova mai i tempi per appoggiare la manovra offensiva. (dal 27′ s.t. Berto 5,5: partecipa all’impaccio finale)

Trasciani 5,5: gioca una buonissima partita nonostante un cliente difficile come Marotta, ma nell’occasione del pari è uno dei più responsabili.

Ferrini 6: buon esordio per senso della posizione e personalità, anche lui è protagonista – con molte meno responsabilità – della mancata chiusura su Polidori.

Angileri 5,5: si adatta a sinistra con applicazione, soffre avversari che ci mettono intensità.

Fiorani 6: qualche sbavatura in mezzo a tante cose fatte bene, come l’assist che apre a Iannone la strada della rete. (dal 9′ s.t. Grillo 5,5: entra con buona voglia, trova un paio di conclusioni e poi spreca troppo con giocate pretenziose e poco funzionali)

Marino 6,5: maestro d’orchestra. Sempre a testa alta, sempre consapevole di dove siano i compagni. Corre molto, ma più veloce corre il pallone che passa dai suoi piedi. Peccato che venga poco supportato.

Fofana 5,5: non ancora il calciatore dello scorso anno. C’è la solita quantità, ma la qualità è poca e ci sono pure troppi errori di confusione.

Iannone 6,5: il più vivace in assoluto. Subito due tentativi, poi è bravo e freddo nel trovare la rete del vantaggio. Peccato per un affaticamento che lo costringe a uscire. (dal 9′ s.t. Catania 5,5: sempre tanto fumo, ma al momento di concretizzare è ancora troppo lento e leggero)

Curiale 5: non c’è una gran prestazione nella sua partita, resta l’intuizione che muove la difesa avversaria in occasione del vantaggio. Pochissimo per un centravanti. (dal 9′ s.t. Napoletano 5,5: si adatta in mediana, prova a metterci qualità ma è un momento di sofferenza e gli manca un po’ di malizia)

Balde 5: al tecnico piace, ma è sempre il solito calciatore incapace di essere decisivo nel momento giusto. (dal 39′ s.t. Zuppel sv)

VITERBESE Fumagalli 6; Santoni 6, Ricci 6, Monteagudo 5,5; Nesta 5,5 (dal 34′ s.t. Simonelli sv), Andreis 6 (dal 21′ s.t. Di Cairano 5,5), Megelaitis 6,5, Semenzato 5,5 (dal 21′ s.t. Polidori 6,5); Mungo 5,5 (dal 12′ s.t. D’Uffizi 6); Marotta 6, Volpicelli 6. All. Filippi 6

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale

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