Nel calcio, come a scuola, i bilanci di dicembre non servono a nulla. Il primo quadrimestre del Messina è volato tra delusioni e materie dai voti insufficienti. La sosta anestetizza i giudizi momentanei, col tempo che resta abbondante per recuperare la strada perduta.
UNA GESTIONE DIFFERENTE – Un passo avanti rispetto al passato è quello imposto dalla dirigenza ex Camaro. Da Manzo a D’Arrigo si lavora con pochi riflettori e mosse giuste al momento giusto. La proroga di un anno per la concessione dello stadio San Filippo arriva per riaccendere la miccia del sogno ripescaggio – citato con furba tempestività nella motivazione della richiesta all’amministrazione -, nonostante la classifica non veda i giallorossi presenti nella griglia. Questa la vera mossa programmatica: la dirigenza – con la proprietà che si spera viaggi alla stessa velocità – non lascia nulla di intentato non facendosi trovare impreparata nel prossimo futuro. Il terreno fertile è quello di un sindaco prontissimo a trattare sul tema impianti sportivi viste le casse vuote per il segmento. Il Messina sposta al 2021 la scadenza della concessione incaricandosi, così, degli oneri previsti per gli interventi di manutenzione straordinaria finalizzati agli eventi non sportivi della prossima estate (concerti di Ultimo e Tiziano Ferro). Un do ut des che accontenta un Cateno De Luca che può tirare un sospiro di sollievo sull’argomento, e un Messina che può programmare il futuro senza la grana stadi da risolvere.
CAPZIOSA DIATRIBA – Tutto rosa? No, perché nel caso in cui il Comune di Messina riesca a partorire il famoso bando sugli stadi – chiaramente entro il maggio 2021 -, arrivando poi a gara e assegnazione, ecco che l’accordo verrà ovviamente cancellato. Fermo restando possa essere la stessa società degli Sciotto ad aggiudicarsi l’affidamento. Anche per questo motivo risulta eccessiva la nota – arrivata nella tarda serata di giovedì – del Fc Messina, con l’appendice social del presidente Arena, che attacca direttamente l’amministrazione. Gioco delle parti, palese, quello del Football Club che si chiede se il proprio progetto sia mal visto dalla Giunta, chiaro invece come De Luca abbia colto la palla al balzo per interessi prettamente legati alle casse comunali in vista degli spettacoli estivi: la scadenza del precedente accordo era fissata al 31 maggio 2020, così l’Acr Messina avrebbe dovuto lasciare l’impianto di San Filippo nuovamente al Comune (che nel Salva Messina non ha destinato fondi agli impianti sportivi) che avrebbe dovuto eseguire il maquillage come da accordi con gli organizzatori dei concerti in cartellone. Come detto, invece, sarà la società degli Sciotto a incaricarsene (magari facendo tornare utili i 34 mila euro elargiti dal Fc Messina a oggi). Di contro, il sottolineare – nel documento ufficiale – l’arrivo (quando???) della stesura del bando per gli affidamenti pluriennali pone il Football Club Messina nella medesima condizione dell’Acr Messina. All’asta, infatti, vince chi offre di più.
IL MERCATO – Specchietto per allodole delle polemiche sugli stadi a parte, il tempo della pausa è terminato col ritorno in campo che si fa concreto. Contro il Troina mister Zeman dovrà fare a meno di Francesco Bruno squalificato per due turni, nel frattempo è arrivato il difensore Vuolo dal Belluno. Più un centrale a 3 che un terzino – come visto lo scorso anno a Nocera -, ma perfetto per supplire alle mancanze momentanee dei giallorossi. Cinquegrana, difensore centrale svincolato nella prima parte di stagione dopo l’annata alla Palmese, prova a strappare l’ingaggio ma i veri colpi dovrebbero arrivare dalla Serie C. L’apertura del mercato dei Pro diventa opportunità per colpi di un livello maggiore, anche se molti dei nomi accostati a società di Serie D (tipo il Palermo) sono di calciatori con pochissimo minutaggio in stagione. Sul tema il Messina insiste per il terzino destro Simone Pecorini, 449′ tra campionato e Coppa Italia col Monopoli, che andrebbe a cambiare gli equilibri tra under e over nelle scelte di Zeman. Sempre dalla squadra pugliese è pronto a partire Ettore Mendicino: ex enfant prodige delle giovanili della Lazio, con una carriera tra Serie B e C ma adesso ai margini nelle scelte di mister Scienza e con sole 3 tre presenze in campionato (l’ultima l’8 settembre contro il Catanzaro). Colpi complicati visto l’interesse di altre squadre di Serie C, anche per questo ci potrebbe voler qualche giorno in più utile ai calciatori per capire quante siano realmente le chance di rimanere tra i Pro prima dell’ultima spiaggia in Serie D.