Monopoli-Messina, rispettare il pericolo

Pubblicato il 14 Settembre 2021 in Tattica

Se non si gioca mai non si sbaglia. Il Messina di Sullo gioca, quindi sbaglia. A Monopoli, però, i giallorossi giocano per troppo poco tempo finendo per lasciare agli avversari il dominio mentale della gara. Gli errori? Prima indiziata è l’attenzione.

L’UOMO NON LA PALLA – Entriamo subito nel match – lo facciamo grazie a brevissimi video con dei fermo immagine che, ricordiamo, ci servono da macro esempi per affrontare temi più ampi -, iniziamo da quella che pare un’azione banale: calcio di punizione per il Monopoli che Bussaglia calcia male, palla sulla barriera. Sulla respinta ci va Mercadante che controlla e trova il tempo di ragionare e cercare – ci aiutiamo con una doppia freccia blu un compagno sul cambio di campo.

Nel secondo frame del nostro video vediamo la parte finale: Bizzotto (freccia blu) attacca lo spazio e la palla, il suo sinistro è centrale con Lewandowski che blocca. Dove sta l’errore? Il Messina guarda solo la palla. Dopo la respinta i giallorossi escono – giustamente per provare a rubare spazio e mettere in fuorigioco gli avversari -, ma non sono attenti sui movimenti dei calciatori del Monopoli. La palla verso Bizzotto non è casuale, anche perché il tempo per ragionare c’era tutto.

SULLA SCACCHIERA – Dopo la prima parentesi legata al livello generale di attenzione, adesso, entriamo in campo in maniera più dettagliata. Fase di non possesso, primo frame: vediamo come il 4-4-2 del Messina decide di accoppiarsi col 3-5-2 del Monopoli. Sullo decide di lasciare gli esterni a tutta fascia dei pugliesi ai suoi terzini: linea blu per indicare come Sarzi Puttini sia l’uomo che dovrà scalare su Novella. Con la freccia gialla – dall’altra parte del campo – vediamo che Morelli è pronto a uscire su Guiebre. Occhio al riquadro rosso: Simonetti scala e prende la mezzala destra. Nel secondo frame, poi, possiamo vederlo ancora meglio come il compito di Simonetti non sia mai quello di scalare sull’ampiezza, ma di accorciare su Piccinni per non lasciargli tempi di incursione.

L’ultima immagine, invece, ci mostra come dall’altra parte il lavoro sia diverso: Distefano da laterale destro mette il mirino su Mercadante – il terzo di sinistro dei centrali difensivi – , in questo modo il gioco delle coppie è completo. Funzionerà? A tratti. O meglio, in fase di non possesso il Messina non gioca una brutta partita, soffrendo molto di più nella fase di costruzione. Quello, però, è merito di un Monopoli molto ben messo in campo.

IL PRESSING CHE FUNZIONA – La fase di non possesso per funzionare davvero ha bisogno di tutta la squadra. A calcio si gioca in 11, non si può pensare da reparti separati. Quando il Messina difende bene con gli attaccanti, allora, soffre davvero molto poco. Due frame per capire nel dettaglio: Bizzotto vuole provare a giocare dal basso, Baldé (evidenza arancione) esce alto e velocemente sul portatore, pallone rimpallato e azione da rifare da zero.

Quando questo pressing funziona, quindi, il Monopoli fatica a uscire. Anche nella ripresa il Messina accorcia bene, nel secondo frame (rettangolo arancione) vediamo come Busatto ci metta tanto impegno nell’accorciare e togliere tempo a Bizzotto. Il numero 4 del Monopoli, comunque, è l’assoluto dominatore dei tempi di gioco di questa gara, e lo vedremo tra poco.

ECCESSO DI LEGGEREZZA – La partita è di quelle complicate, perché non c’è possibilità di una pulizia nelle giocate continua. Il Messina soffrirà per colpa di un centrocampo che non trova più aria pulita in cui liberarsi, impossibile scavalcarlo vista una coppia d’attacco che non mostra la personalità di volerla, desiderarla, chiederla quella palla. Prima abbiamo visto un pressing portato bene, ora cambiamo faccia della medaglia. Le reti, infatti, nascono da una leggerezza che prende vita già dagli attaccanti. Bizzotto può impostare, con la linea blu – nel primo frame – vediamo la distanza con Adorante. Andiamo veloci nelle immagini, nel secondo frame (rettangolo blu) vediamo come Bizzotto avanzi e Adorante non accorci ancora, forse più preoccupato di chiudere l’eventuale linea di passaggio su Bussaglia.

Quando Adorante capisce che il vero pericolo è proprio Bizzotto è tardi. Freccia blu col pallone che viaggia verso Vassallo. Il Messina è preso di infilata, nonostante parte da una condizione di difesa schierata. Altro frame – andiamo rapidi – con Celic che è uscito su D’Agostino (lo vediamo con la X blu), ma nell’occasione è bravo l’attaccante di Colombo a tirare fuori posizione il croato. Morelli ha ingaggiato Guiebre, ma l’esterno avanzerà troppo facilmente fino al cross. Occhio al riquadro arancione: Damian su Starita. L’ultima immagine di questo nostro breve video ci mostra il momento in cui Starita fa realmente gol: nel riquadro blu vediamo come Damian stia guardando il pallone, Starita gli passa alle spalle con Carillo che è troppo schiacciato (Simonetti è scalato ancora su Piccinni). Lewandowski è certamente poco reattivo, ma se in questa azione si vuol trovare un colpevole unico si commette un gravissimo errore di ingiustizia.

SORPRESI E ARRESI – Ultima parentesi dedicata alla rete che porta alla vittoria del Monopoli. I primi indizi ci fanno capire che siamo di fronte a uno sviluppo simile a quello che aveva portato al pari di Starita. Azione che parte, ancora, da dietro e sempre da Bizzotto: anche stavolta il pressing del Messina sul portatore è leggero, pigro, così Bizzotto può cercare la verticalità. Frecce e linea nera, che immaginiamo sia un muro che aiuta un rimbalzo. In realtà è una buona sostituzione per la deviazione che aiuta il Monopoli: la palla di Bizzotto viene sporcata da un calciatore del Messina, ma finisce a Mercadante che può andare verticale su Guiebre.

Nella seconda e ultima immagine siamo già in area di rigore: Guiebre è scappato in posizione regolare, Morelli lo affronta ancora una volta in maniera troppo timida. Lo accompagna, ma non lo affronta. Il numero 11 finta e rientra, occhio al riquadro nero: Grandolfo è in mezzo a Celic e Marginean, dove sta l’errore? Guardano, ancora una volta, solo la palla. Il Messina è sempre troppo attratto dal pallone e non dal pericolo, perché il pallone da solo non entra in porta. Grandolfo detta il passaggio, riceve in solitaria e da pochi passi non può sbagliare.

*foto copertina: Acr Messina – pagina Facebook ufficiale | ph. Saya

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