L’inutile sforzo fisico di Giuseppe Madonia, la rete del 2-1 che non bastava a salvare la panchina di Sasà Marra e consegnava al Monopoli la quarta vittoria consecutiva. La quinta nelle prime nove gare: 17 punti e la corona di sorpresa del campionato del Girone C. Da quel momento qualcosa si rompe, forse una tensione calata sin sotto i tacchi, o più ragionevolmente un assestarsi dei valori in campo. Solo 13 i punti conquistati dalla vittoria contro il Messina, un intero girone che ha visto crollare la squadra pugliese al limite della zona playout. Una separazione di pochi punti non può far dormire sogni tranquilli ai biancoverdi, con lo scontro diretto in arrivo sul campo del Messina che si traveste da crocevia della stagione. Venticinque uscite per Zanin, poi l’esonero e l’arrivo in panchina di Giovanni Bucaro. L’inversione di tendenza è lontana ad arrivare: un punto in due gare e la sensazione che sul campo le differenza siano davvero minime. Non si può bollare come deludente la stagione pugliese, sarebbe sbagliato dimenticare il playout salvezza giocato lo scorso anno, pensare ad un Monopoli di medio-alta classifica in questa stagione era esercizio per ottimisti di professione. Squadra esperta che non è comunque riuscita ad assorbire i primi scricchiolii, tanto che adesso il Monopoli è l’obiettivo che tutte le inseguitrici hanno messo nel mirino. Lo strano addio di Mirarco: il giovane portiere che ha barattato la carriera da calciatore con la sicurezza di un posto di lavoro. Un mercato invernale con qualche nome ma poca sostanza, perché il campo non rifletteva mai quanto pensato sulla carta. Impronta tattica leggermente differente da Zanin a Bucaro: rimane una certa duttilità di fondo a farla da padrone. Pinto, Gatto o Balestrero rimangono ibridi tattici che consentono modifiche in corso, a non cambiare è la linea a quattro in difesa. Montini si è preso il ruolo di riferimento centrale in attacco, la verità rimane quella di una discontinuità di gruppo che non regala punti di riferimento alle guide tecniche.
PALLA SCOPERTA – Entriamo nel dettaglio tattico: siamo nella sfida pareggiata contro la Fidelis Andria. Nella ripresa il colpo di testa di Aya aprirà le danze, il tap-in di Genchi dopo il rigore parato da Pop le chiuderà. Focus difensivo: la Fidelis attacca da sinistra, il Monopoli decide di giocare con una linea difensiva relativamente alta. Il taglio verso il centro costringe la difesa a muoversi, palla scoperta e uomo che attacca la profondità che il Monopoli sceglie di difendere accorciando. Filosofia chiara: atteggiamento difensivo aggressivo, si esce in pressing senza rinculare. Impossibile pensarla diversamente per Bucaro, storico centrale del “Foggia dei Miracoli” di Zdenek Zeman.
VERO NOVE – Passiamo alla fase offensiva: chiarito la filosofia zemaniana alla base della formazione di Bucaro, vediamo come i movimenti d’attacco siano condizionati dalla partecipazione del centravanti. Cerchio blu per Montini: vediamo come il numero 23 si sia abbassato per sfruttare la sua fisicità, in rosso la linea dei due esterni più l’inserimento ad attaccare lo spazio di Balestrero. Classica giocata del 4-3-3 con tanto spazio da liberare per l’attacco verticale degli interni di centrocampo, partecipazione totale dell’intera squadra alla fase offensiva ma sopratutto presenza fisica del riferimento centrale. Oltre al gol c’è di più nel lavoro di un attaccante.