Imperdonabile. Troppo presto per critiche feroci o sentenze definitive, ma la caduta del Messina a Monterosi rientra tra i momenti più bassi di una stagione che non sembra trovare la via della serenità definitiva.
TUTTO SBAGLIATO – Rimane tutta una questione di approccio. Discorso da allargare, però, perché per “approccio” non deve intendersi solo il contatto con la partita. Dentro c’è la preparazione, l’avvicinamento e il peso che aumenta ogni minuto che passa e porta al fischio iniziale. Quello del Messina al Rocchi di Viterbo è da bocciare su tutta la linea. Questione mentale, di una mente tornata fragile nell’occasione da non mancare. Scontro diretto, quasi spareggio, sicuramente importante chance per tirare il Monterosi nella zona playout. Nulla, con i laziali padroni mentali della partita e consapevoli di come e dove avrebbero potuto far malissimo al Messina. La squadra di Ezio Raciti (voto 4) non esce mai dal suo guscio, influenzata anche da scelte di formazione che non convincono anche dopo le spiegazioni del tecnico. Carillo è il classico calciatore che pesa quando non c’è, così ogni critica rivolta al capitano giallorosso va ripensata se l’alternativa diventa un Camilleri lontanissimo dagli standard richiesti a momenti del genere. I primi due gol lo vedono corresponsabile, con partecipazione evidente di un Lewandowski tornato distratto per una discontinuità che non è più giustificabile. La panchina di Marginean non convincerà mai, perché il rumeno è fattore troppo incidente sul cammino di questa squadra. Non a caso – perché il caso non esiste – la zampata dell’inutile gol della bandiera arriva da lui. Tanto chi non c’è, ma anche chi c’è: malissimo Damian che non sembra mai calato realmente nella missione salvezza Messina. Il numero 10 non convince neanche da mezzala, non incide e quando non spreca palloni li gioca in maniera banale. Sempre più vivace nel protestare che nel giocare. Tutti ingredienti che favoriscono il successo netto di un Monterosi messo bene in campo e bravissimo nel sfruttare al meglio le proprie armi. Ekuban è oggetto misterioso per la difesa del Messina che non legge mai i movimenti dell’ex Francavilla. Costantino è spietato prima, delizioso poi. Il vantaggio iniziale spacca e indirizza, il resto è differenza di valori – soprattutto mentali – che non possono essere ignorati. Tra andata e ritorno, infatti, il Monterosi ha servito un doppio 3-1 al Messina.
RITROVARE LE FORZE – Nell’equilibrio necessario che non porta all’eccesso di entusiasmo post Bari e alla depressione tossica post Monterosi, allora, occorre trovare la lucidità per ripartire. Qualche segnale va analizzato, però, come quello che vede Raciti traballare quando c’è da muovere qualche pedina sulla scacchiera. Presto e discutibili le mosse contro il Foggia, preventivamente non convincenti quelle di Viterbo. Esistono partite in cui serve il meglio possibile, in cui in campo devono andarci i titolari. Quelli che hanno dimostrato di esserlo, sul terreno e non sulla carta. Monterosi era uno dei crocevia stagionali. Lotta salvezza ancora viva in una giornata che, però, regala l’unico sorriso legato alla sconfitta della Paganese. Fa malissimo, infatti, il successo del Campobasso contro il Monopoli, che va a sommarsi a quello del Catania sul campo della Juve Stabia. La salvezza diretta, adesso, dista 7 punti. Lontana, non lontanissima, dovrà essere un Messina non autolesionista a non trasformarla in miraggio. Potenza è già appuntamento vicino, altro scontro diretto e altra gara in cui servirà imporsi. Facile giocare di rimessa contro Palermo, Bari e Foggia, molto complicato gestire gare più nebulose come quelle con Picerno e Monterosi. Non inspiegabile, allora, come il Messina abbia tirato fuori 5 punti da gare difficilissime e solo 1 da quelle complicate. Fare la partita è un’altra storia, mettere sotto l’avversario non sembra essere nelle corde della squadra di Raciti. Quando il Monterosi passa in vantaggio ai giallorossi viene concesso il pallino, ma Damian e compagni non costruiscono e sbattono contro il muro delle proprie giocate inconcludenti. Carenza di trame, di piani alternativi al “rubare e ripartire”, poi – come detto in precedenza – c’è la non incisività dei singoli. Damian è già stato citato, poi c’è Baldé: assente ingiustificato, mai in partita e irritante al limite del sopportabile. Non c’è bisogno di un gran lavoro difensivo su di lui, ci pensa da solo ad arruffarsi e perdere palla. La qualità media di questa rosa non sarà eccelsa, ma alcuni singoli devono essere capaci di scrollarsi di dosso l’appiattimento mentale nel quale sembrano essere scivolati.
Lewandowski 4,5: colpevolissimo in occasione della rete che apre il match, lascia il primo palo aperto e reagisce con estrema lentezza.
Trasciani 5: resta sempre in mezzo e fatica a prendere le misure alle giocate di Cancellieri ed Ekuban.
Celic 5,5: malissimo quando sceglie il tempo di intervento su Ekuban nell’azione del vantaggio, poi ci mette anche più di una pezza in una gara, comunque, piena zeppa di errori.
Camilleri 4: pessimo impatto. Senza mordente e messo male col corpo sul tiro di Ekuban, disastroso quando regala la palla che costerà il raddoppio.
Fazzi 4,5: come Trasciani non trova mai le distanze giuste per chiudere le offensive laziali. Fuori posizione quando Verde può servire, senza pressione, Costantino per il tris laziale.
Fofana 5,5: il meno peggio, nella sua gara c’è lotta e voglia di incidere. (dal 16′ s.t. Marginean 6: non fa quasi nulla, ma “stranamente” è lui a insaccare il pallone che accorcia le distanze. Il caso non esiste)
Rizzo 5: fatica a incidere nel match e finisce, spesso, preda del pressing avversario. Prova a dare geometria, ma non ci riesce mai.
Damian 4: atteggiamento che non aiuta. Protesta e in quel caso si fa notare, poi spreca una miriade di palloni. Quando molla senza nemmeno abbozzare il contrasto con Artistico mostra tutta la sua poca intensità.
Russo 5: nella sua partita c’è pochissimo, e anche qualche presunzione di troppo. (dal 16′ s.t. Statella 5: entra a match già indirizzato, non incide)
Piovaccari 5: lotta con tutte le armi a disposizione, ma viene disinnescato facilmente.
Baldé 4: chi l’ha visto? (dal 37′ s.t. Simonetti sv)
MONTEROSI Alia 6; Mbende 6, Borri 6,5, Rocchi 6; Verde 6,5 (dal 43′ s.t. Milani sv), Franchini 6, Parlati 6,5, Adamo 6, Cancellieri 6,5 (dal 43′ s.t. D’Antonio sv); Costantino 7,5 (dal 30′ s.t. Artistico sv), Ekuban 7 (dal 50′ s.t. Fiaschetti sv). All. Menichini 6,5
*foto copertina: Acr Messina