Quasi decisiva. Quattro risultati utili consecutivi con le montagne Palermo, Bari e Foggia scalate con il massimo dei risultati possibili. Per il Messina, adesso, arriva il vero grandissimo scoglio: lo scontro diretto con il Monterosi. Avversario meno blasonato, ma quella del Rocchi è la partita più difficile di questo periodo.
FARE LA PARTITA – Il pareggio contro la squadra di Zeman è già il passato. Errori di gestione e svantaggio sprecato contro il Foggia non interessano più. In casa Messina il mirino è tutto sulla gara in arrivo: quel Monterosi che nella partita di andata diventò boia involontario della gestione Sullo, aprendo l’era nerissima di Ezio Capuano. Tour de force di febbraio che parte da Viterbo prima di Potenza e Monopoli al San Filippo, poi Vibonese al Razza. Tre scontri diretti che diventano ghiotta occasione per accorciare o, addirittura, entrare in zona salvezza. Cambia lo scenario, probabilmente cambierà anche un copione che non vedrà il Messina protagonista di un match di sola rimessa. Se Palermo, Bari e Foggia erano squadre con volontà di fare la partita, quella di Menichini potrà affrontare l’incontro senza l’obbligo di sbilanciare il suo gioco. Al Messina, quindi, l’onere di dover andare a cercare fortuna nella metà campo avversaria col gioco e non solo col contropiede. I mezzi ci sono, perché la squadra di Raciti non può essere solo velocità sugli esterni. Lo racconta la rete segnata sabato contro il Foggia: altro che ripartenza, ma recupero palla e imbastitura d’altissima sartoria calcistica. Non solo contropiede, ma tecnica in velocità: perché se il Bari era sbilanciato, il Foggia era a difesa schierata. Nella squadra di Raciti c’è qualità, c’è maggiore esperienza e dovrà esserci il coraggio di andarsi a prendere una vittoria che peserebbe come un macigno nel percorso verso la salvezza.
CAMBI E MODIFICHE – Squalificato Adorante, fuori dai convocati Gonçalves per un piccolo fastidio muscolare. Due assenze sicure che aprono a cambiamenti obbligati: Piovaccari il primo, Statella favoritissimo per essere il secondo. Con l’ex Paganese cambierà un po’ il gioco: meno lavoro di raccordo solo palla a terra, con la sua fisicità che potrà aiutare a sfruttare qualche seconda palla in più. Importante, allora, la capacità di attaccare lo spazio degli intermedi Marginean – su tutti – e Fofana. Con Statella le caratteristiche cambiano radicalmente, perché l’ex Cosenza andrà servito più sui piedi e più vicino all’area avversaria, ma la sua tecnica nello stretto potrà creare la giusta superiorità. Per il resto non dovrebbero esserci ulteriori modifiche, o forse solo una: Angileri candidato per un posto sulla corsia destra difensiva, opzione anche per dare un po’ di riposo a Trasciani. Mai dimenticare le cinque sostituzioni, perché chi subentra potrà – e dovrà – dare la giusta mano nel momento decisivo. Baldé e Damian i nomi più caldi, nella speranza che l’intera rosa stia viaggiando con la stessa marcia inserita. Monterosi squadra complicata, che mescola ordine a freschezza con un’iniezione di energia arrivata grazie a una profondità di rosa che in pochi si aspettavano. Rocchi fortino dei laziali con 18 dei 27 punti conquistati in casa. Per informazioni chiedere a Taranto, Fidelis Andria e Potenza: vittime delle tre vittorie nelle ultime quattro gare interne, col solo Bari capace di piegare a domicilio i ragazzi di Menichini.
MONTEROSI (3-5-2) Alia; Rocchi, Borri, Tartaglia; Verde, Buglio, Parlati, Adamo, Cancellieri; Ekuban, Artistico. All. Menichini
MESSINA (4-3-3) Lewandowski; Angileri, Celic, Carillo, Fazzi; Fofana, Rizzo, Marginean; Russo, Piovaccari, Statella. All. Raciti
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale