Obbligati a vincere. Imperativo categorico per un Messina che deve scrollarsi di dosso le sconfitte con Turris e Foggia. Di fronte un Picerno capace di viaggiare al ritmo delle grandissime e non incline a rallentare in questo finale di stagione. Giallorossi che non devono fare conti, ma solo punti.
FORZA INTERIORE – Il campo è l’unica cosa importante. Da riporre nel cassetto polemiche e chiarimenti, tutti argomenti che torneranno utili nel domani. Il presente parla della sfida del Curcio e di una vittoria che il Messina deve trovare per non rassegnarsi alla condanna dei playout. Contro Turris e Foggia le cadute sono state rovinose e legate tra esse dalla scarsa forza nel reagire. Carenza di tipo mentale con collegata ripercussione sull’aspetto fisico. Squadra svuotata di quella volontà necessaria per fare un passo avanti rispetto alle difficoltà. Fisiologico dopo una rincorsa tanto dura. Due scivoloni rivelatori, ma che vanno cancellati vista l’importanza di quanto ci sia in ballo. Inutile tornare indietro e analizzare, forse non è così neanche importante capire per poter correggere. No, serve un Messina nuovo e buono – appositamente – per questo scatto finale. Non c’è più il tempo per mettere in campo identità o tatticismi, ma solo quello per mostrarsi più convinti e assetati degli altri. Sfide emotive, le classiche partite in cui far trionfare le famose motivazioni. Retorica reale. Deve ardere un fuoco particolare all’interno di questo gruppo, una spinta interiore che deve portare al fare un passo in più rispetto alle avversarie. Conta pochissimo anche il calendario, anche se il rivale che arriva è di quelli che avresti evitato volentieri. Picerno che vola verso una posizione di altissima classifica, quasi un podio, ma nella peggiore delle ipotesi sarà squadra da quarto o quinto posto. Successo che porta il nome di “programmazione”, quella voluta da una società con il mirino puntato sull’ambizione. Playoff lo scorso anno con Colucci alla guida, crescita esponenziale con Longo dopo avergli dato fiducia nel momento più basso della stagione. Bel gioco, fatto di un calcio offensivo e sfacciato. Qualità alla base, poca pressione per fare il resto. Un percorso che pare opposto a quello che ha iniziato la pessima stagione dei giallorossi, magari un esempio da seguire nel futuro. Per poterlo fare occorre vincere e basta. Turris e Gelbison lontane da casa in impegni non scontati, poi Viterbese e Monterosi che si incrociano in una sfida che dirà molto. Tutto importante, ma solo se il Messina vincerà.
SOSTITUTI – L’infortunio muscolare di Kragl è di quelli da gestire con intelligenza, per questo il tedesco osserverà un altro turno di riposo. A lui si aggiunge Ragusa: uscito malconcio dalla sfida col Foggia e fermo per non trasformare un acciacco in qualcosa di più serio. Torna Trasciani dopo la squalifica, rientrano anche Marino e Iannone. Da valutare le condizioni di un Fofana apparso meno brillante del solito e che, quindi, entra in ballottaggio con Konate o Fiorani. Andiamo con ordine: in porta c’è Fumagalli, poi Berto e Celesia con Ferrara che ritroverà Trasciani in mezzo. In regia Mallamo resta il favorito nonostante energie da gestire, con lui – come detto – sono in tre per una maglia. Perez riferimento centrale, Balde alle sue spalle. Sulle corsie si aprono le valutazioni: Iannone vuole un posto a sinistra, dall’altra parte Grillo ha deluso contro il Foggia ma resta in corsa. Ortisi si candida, mentre Versienti sarebbe l’uomo giusto per avere vivacità ed equilibrio. E non solo, perché l’ex Taranto potrebbe diventare il profilo ideale per correzioni tattiche in corso d’opera. Un po’ come visto a Torre del Greco col passaggio alla difesa a tre. Nel Picerno i dubbi sono minori e Longo può contare su tutta la sua rosa per disegnare il suo 11 iniziale. Tatticamente mutevole, perché i lucani sanno ballare sia col 4-2-3-1 che con la difesa a tre vista nella trasferta di Monterosi. Contano pochi i numeri, perché nel calcio di Longo c’è grande capacità di sfruttare gli spazi e muoversi di insieme. Avversario difficile da leggere per tutte le squadre che se lo sono ritrovate contro. Albertazzi in porta, poi Gonnelli e Garcia, con l’aggiunta di Ferrani se dovesse essere confermato il trio difensivo. Pagliai e Guerra sono esterni di gamba, in mezzo al campo De Cristofaro e Gallo offrono qualità e quantità. Come Kouda, che alla sua tecnica aggiunge un atletismo difficile da controllare. Ceccarelli e Santarcangelo completano il pacchetto offensivo con velocità e fisicità. Questa la versione in scia al pari col Monterosi, se si dovesse virare e tornare sui passi precedenti sarebbe D’Angelo a trovare una maglia da titolare nella batteria di trequartisti alle spalle della punta.
PICERNO (3-4-2-1) Albertazzi; Gonnelli, Ferrani, Garcia; Pagliai, De Cristofaro, Gallo, Guerra; Ceccarelli, Kouda; Santarcangelo. All. Longo
MESSINA (4-4-1-1) Fumagalli; Berto, Trasciani, Ferrara, Celesia; Versienti, Konate, Mallamo, Iannone; Balde; Perez. All. Raciti
*foto copertina: Acr Messina – sito ufficiale | ph. Francesco Saya