Rotto il silenzio. Giacomo Modica torna a parlare, sullo sfondo c’è la trasferta del Messina a Potenza ma al centro della scena un lungo chiarimento su quanto accaduto negli ultimi due mesi: critiche, livello tecnico, proprietà in bilico e un futuro non ancora scritto.
BASTA PARLARSI – Direzione San Filippo, alle 11:15 l’appuntamento ritrovato con Modica, dagli altoparlanti della macchina viene fuori “È FINITA LA PACCHIA” – l’ultimo disco di Marracash, in maiuscolo come scelto dall’artista -, un ripetersi di pezzi che, forse per un auto-condizionamento, sembrano parlare del Messina. Non che possa essere possibile, ma tra schiaffioni, uomini soli e “non c’è nessuno che è più triste di me” le parole paiono adattarsi alla situazione in casa giallorossa. Potremmo rubare versi da ogni traccia, ricomporli per creare almeno un’introduzione che possa raccontare senza margine di errore quali siano sentimenti (nostri e loro) e aspettative future. Non andiamo oltre, perché occorre entrare nel merito di quanto detto: «Accetto le critiche sul tecnico ma non sull’uomo, che spesso è stato infangato. Quello che non posso accettare è che sui social mi si auguri la morte». Basterebbe questo per far comprendere il clima con cui si parte, alla base c’è un grosso fraintendimento (ampiamente risolto a microfoni spenti) tra cosa sia la sana critica della stampa (e anche della tifoseria) e alcuni spurghi verbali che nascono e muoiono sui social. No comment, ma “è la vita bellezza” – facendo una parafrasi -, perché il XXI secolo ci ha regalato anche una società virtuale in cui l’impunità regna sovrana. Bisogna saper andare oltre, dato che la violenza, malattie e morte sono state augurate a tutti noi, almeno una volta. La decadenza evidente non può prendersi la scena, soprattutto se dall’altra parte resta una critica mai personalizzata o volutamente violenta nei modi per cercare di forzare concetti. Che Modica sia stato messo in discussione – anche su queste pagine – resta nel lecito esercizio della professione, dato che una squadra al terzultimo posto apre a dibattiti in cui dal calderone non può essere tirato fuori questo o quel protagonista. Certo, con la giusta dose di responsabilità. Perché che il problema di fondo resti quello legata alla proprietà è premessa sempre presente. Il tecnico personalizza una parte del suo sfogo, quando parla di uno dei sondaggi di “Contropiede” – su TCF condotto da Pietro Di Paola -, quello che metteva sul piatto la possibilità di metterlo in discussione dopo il 6-0 di Avellino. Citiamo questo passaggio perché siamo parte in causa, dato che su queste pagine avete letto e votato. Anche in questo caso, però, ci si rende conto presto di aver forzato la mano. Insomma, i motivi del contendere perdono facilmente slancio e si torna ad ampliare il quadro: «Abbiamo solo una vittoria in meno dell’anno scorso, anche se la squadra ora sta andando male. Se dovessimo vincere a Potenza avremmo gli stessi punti della scorsa stagione alla stessa giornata. Nelle prime dieci giornate avevamo fatto ottime cose e ancora oggi mostriamo buoni sprazzi di gioco. Togliendo l’Avellino nessuno ci aveva messo sotto. Non alleno una corazzata, l’anno scorso abbiamo fatto un capolavoro e non è stato evidenziato. Quando parlavo di alzare l’asticella sapevo che c’era una cordata che doveva portare soldi e, insieme a quelli del presidente, sarebbe uscita una bella squadra. Ora abbiamo una squadra giovane e simpatica – non ho mai allenato un gruppo così bello – ma c’è una fragilità che parte dalle tante sconfitte». Numeri alla mano, il discorso di Modica non fa una grinza visto che in caso di successo a Potenza il Messina chiuderebbe il 2024 con 19 punti, gli stessi che aveva dopo la sconfitta contro il Cerignola alla prima di ritorno della scorsa stagione. Quella squadra, però, aveva un livello più alto e passò da due successi inattesi – Casertana e Avellino – per costruire una salvezza arrivata, comunque, alla penultima. Un quadro diverso, soprattutto se si pensa al mercato in arrivo.
MERCATO – «Il presidente mi ha garantito che rafforzerà la squadra, sappiamo dove siamo scoperti. Se attraverso una miglioria possiamo fare un campionato dignitoso, bene, altrimenti è inutile stare qui». Sciotto, quindi, avrebbe garantito ma sarebbe stato bello sentirlo da lui in prima persona. Un silenzio lungo un anno. Modica sottolinea la promessa, ma spiega che in caso contrario non resterà. Sarebbe inutile, dice. Un addio che è stato paventato anche nei giorni scorsi, lo spiega Modica dicendo che aveva chiesto – nel caso in cui fosse lui il problema – di venire esonerato entro il 20 dicembre (rinunciando agli emolumenti dovuti) per poter godere della possibilità di firmare altrove, come da regolamento. Sciotto ha detto “no”, ma che la vicenda sia chiusa non è così sicuro. Sopravvive l’idea di non lasciare andare chi fin qui si è preso le responsabilità maggiori – facendo da parafulmine -, ma in caso di sconfitte in serie che si farà? E sarebbe un vero smacco nei confronti di un tecnico che aveva rimesso il mandato per un addio consensuale. Paradossi, che spiegano come il futuro del Messina sia ben più complicato dei numeri della classifica. Il mercato è già in ritardo, perché serviva già mettere in chiaro ai calciatori non all’altezza che il loro percorso fosse finito e, contestualmente, individuare i miglioramenti. E chi dovrebbe farlo? Modica non parla di ds perché “non compete” a lui, giustamente. Glissa su Pavone, dicendo che non era stato avvisato che sarebbe andato via e di essersi, comunque, fidato delle sue valutazioni in fase di costruzione. Angelo Costa ha fatto gli esami per ds, ma può essere la carta giusta? Per risparmiare su un nuovo ingaggio sicuramente. Comunque, Modica – seguendo la linea dello stesso Costa – ammette di sapere dove e come intervenire. Non è lui a tenere i cordoni della borsa, quindi che il mercato ci sarà resta incerto.
AUGURI E CAMPO – «Rispetto la scelta del pubblico anche se non la condivido, perché i tifosi mi mancano. Con loro sugli spalti avremmo ottenuto almeno quattro punti in più. Se nel mirino c’è il presidente Sciotto non devono essere investiti tutti». Nel saliscendi di emozioni, tra un chiarimento e l’altro vengono fuori temi diversi; quello della contestazione a oltranza resta vivo. Perché Modica è consapevole di perdere qualcosa dalla trazione che il pubblico al San Filippo potrebbe dare, rispetta le scelte ma vorrebbe che le colpe di Sciotto – interpretiamo – non ricadano su altri. La posizione della Curva, però, resta lecita e da rispettare anche nelle modalità. Un tema su l’altro, una marea che fa comprendere come il silenzio non sia stato di aiuto dato che non si sarebbero sommati argomenti rimasti in sospeso. Del Potenza non si parla mai, tanto che la chiusura è un doveroso e delicato augurio alla città: «Nel calcio ci sono i risultati, le critiche, gli applausi e gli insulti, ma la salute e la famiglia vengono prima. Da parte mia l’augurio di buone feste, più serene per tutta la città». Finisce così, con la sensazione che il tutto sarebbe potuto essere risolto prima e senza fraintesi e inutili strascichi. Meglio andare avanti, così la parte finale dobbiamo dedicarla al campo: Potenza trasferta difficile, perché i lucani restano in ascesa anche se la classifica tranquilla potrebbe far abbassare l’attenzione generale della squadra di De Giorgio. Messina che dovrà provare ad approfittare di ogni singola opportunità, perché la fame di punti è tanta e per colmarla servirà cambiare passo prima di una possibile nuova linfa. Potenza che dovrà fare a meno di D’Auria ma che non dovrebbe rinunciare al suo classico 4-3-3, per questo Modica potrebbe tornare sul suo modulo standard per andare a giocarsela anche nei duelli individuali. Salvo e Rizzo terzini, magari con Lia più avanti per trovare equilibrio. Conterà il giusto, perché senza la giusta (e perfetta) applicazione arriverà un altro scivolone.
POTENZA (4-3-3) Alastra; Novella, Sciacca, Verrengia, Rillo; Castorani, Felippe, Erradi; Rosafio, Caturano, Schimmenti. All. De Giorgio
MESSINA (4-3-3) Krapikas; Salvo, Manetta, Marino, Rizzo; Garofalo, Petrucci, Frisenna; Lia, Anatriello, Petrungaro. All. Modica
*foto copertina: gentilmente concessa da Simone Milioti (Tempostretto)