Riecco il Messina. Dalla paura alla vittoria: steso il Licata
Pubblicato il 1 Marzo 2020 in Primo Piano
Accelerazioni, sorpassi, ribaltoni: c’è tutto, nel derby del San Filippo. C’è soprattutto il sussulto d’orgoglio dell’Acr Messina, che si tira fuori dalla palude di una sfida che rischiava di tradursi nell’ennesima disfatta. Vittoria sofferta ma meritata.
LO STRAPPO E IL RIBALTONE – “Solo la prestazione”. Il diktat settimanale di Pensabene, che ha tentato di isolare la sua squadra da un clima che in città si fa giorno dopo giorno più incandescente. Il campo dirà se la terapia inizia a produrre qualche effetto, nonostante le defezioni cui il tecnico giallorosso deve far fronte in difesa, dove spiccano le assenze di Bruno e De Meio, entrambi squalificati. Spazio quindi a Saverino e Ungaro, titolari nella linea a 4 davanti ad Avella, completata da Emiliano e l’esterno mancino Barbera. Inversione per gli interni di centrocampo. Rispetto alla trasferta di Roccella, a schermare il “play” Danza sono Lavrendi, stavolta però schierato sul centrodestra, e l’under Buono. Inamovibile il tridente, con Rossetti al centro, e sugli esterni Crucitti e Arcidiacono. Ed è proprio lui, Arcidiacono, ad accendere la sfida dopo due minuti, con un gol da capogiro: calcio in corsa da fuori area: la rete si gonfia. Bellissimo, il gol. Ma il 7 giallorosso esulta, polemizzando con i pochi tifosi presenti in Curva Sud, che non la prendono benissimo. Il Licata si scuote, e subito. Perché da lì in avanti aziona la leva del suo gioco e mette alle corde l’Acr. Dominio ospite, che si concretizza nel rigore fischiato poco primo del quarto d’ora per l’atterramento di Avella ai danni di Adeyemo. Dal dischetto il messinese Cannavò: rigore che sfiora il ridicolo. E che Avella blocca praticamente da fermo. Poco cambia, perché la banda di Campanella si ostina alla ricerca del pari. Sfiorandolo, prima, da due passi, con Convitto. E trovandolo, di lì a poco, proprio con Cannavò, che sfrutta una situazione di inspiegabile paralisi della retroguardia giallorossa. E segna. Preludio al ribaltone, che arriva nel giro di tre minuti, con il tapin comodo di Convitto, imbeccato dall’ennesima incursione da destra di Adeyemo. Il Messina è sotto, ai punti e con la testa. E perde strada facendo anche Danza, infortunato. Ma prova a scuotersi, sfiorando il nuovo pari con Buono e Rossetti. La sorte però non aiuta.
D’ORGOGLIO – Nemmeno all’alba della ripresa, quando Crucitti calcia come sa dal piazzato e sfiora il palo alla destra di Ingrassia, che può solo accompagnare con la sguardo la sfera sul fondo. Cambia l’inerzia: il Messina comanda il gioco. Riprovandoci ancora, con Rossetti e a stretto con Arcidiacono, su punizione dal limite. Gli dei del calcio voltano le spalle ai giallorossi, perché gli indizi precedenti diventano una prova schiacciante quando Saverino scaglia il suo tiro sul palo interno, con Arcidiacono che potrebbe ribadire in porta e invece la spedisce in curva. Poi, in sequenza, ci provano Rossetti e Cristiani: tutto vano. Ma il sussulto d’orgoglio dei giallorossi è indiscutibile, seppur infruttuoso. Almeno fino all’ennesimo momento chiave della sfida. Quando tutta questa produzione senza successo, questo eccessivo sciupio, trovano finalmente lo sbocco giusto. Ed è ancora Arcidiacono, a metterci la firma, sfruttando al meglio la sponda di testa di Rossetti. Da pochi passi, facile facile. Ed è 2-2. E qui il match si incanala sul sentiero della “tripla”. Perché ogni logica viene frantumata sull’altare dell’imprevedibilità. Così il Licata esce dalla tana in cui si era cacciato. E mettendo fuori la testa, trova due-tre strappi che fanno temere il peggio. Sensazione errata: il gol arriva, ma nell’altra porta, per una clamorosa topica del portiere ospite Ingrassia, che riesce a spedire nella sua porta il corner innocuo di Fragapane. Incredibile: il Messina ribalta tutto. 3-2 accompagnato dagli applausi dei pochi eroi presenti al San Filippo.
ACR MESSINA 3
LICATA 2
MARCATORI Arcidiacono al 2′, Cannavò al 24′, Convitto al 27′ p.t.; Arcidiacono al 28′, Ingrassia (aut) al 43′ s.t.
ACR MESSINA (4-3-3) Avella; Saverino, Ungaro, Emiliano, Barbera (dal 39′ s.t. Vuolo); Lavrendi (dal 48′ s.t. Bossa), Danza (dal 39′ p.t. Cristiani), Buono (dal 9′ s.t. Manfré); Crucitti, Rossetti (dal 42′ s.t. Fragapane), Arcidiacono. (Pozzi, Cinquegrana, Cafarella, Sampietro). All. Pensabene.
LICATA (4-3-3) Ingrassia; Daniello, Porcaro, Maltese, Mazzamuto; Civilleri (dal 32′ s.t. Sangiorgio, dal 45′ s.t. Manfré), Doda, Diaby; Adeyemo (dal 18′ s.t. Cassaro), Cannavò, Convitto. (Callea, Battimili, Enea, Mangano, Greco, Rinoldo). All. Campanella.
ARBITRO Silvera di Valdarno
NOTE Spettatori 300 circa. Ammoniti Ungaro, Convitto, Emiliano, Fragapane. Corner 9-5. Recupero 2′ e 4′.