Sasà Sullo: “Non sarà mai il mio Messina, ma il Messina”
Pubblicato il 10 Agosto 2021 in Primo Piano
Un Sasà Sullo schietto e che non lascia spazio alla retorica quello che si presenta come allenatore del Messina. Una squadra che non vuole venga definita “sua”, perché “il Messina deve essere il Messina”.
UN’ALTRA STORIA – Spazia dal campo al rapporto con la città, tutti punti fondamentali per dare un’identità precisa alla squadra che, pian piano, prende forma. Non parla mai di mercato, “al massimo consiglio qualche caratteristica”, e sottolinea come il suo compito sia quello di allenare. Anche da quel punto di vista, però, non si sbottona: “Giocheremo a 4 all’inizio, poi vedremo cosa dirà il campo, perché se una squadra funziona lo dicono le prestazioni. Le difficoltà – legate ai tempi – sono note, la società sa dove intervenire. Cerchiamo calciatori duttili, perché non possiamo essere impreparati di fronte alla necessità di cambiare in corsa”. Un Sullo sereno e pacato – come da tradizione -, scafato e a suo agio nei panni del tecnico che risponde a tutto, ma concede il giusto. Su un punto non transige: “Non esiste il Messina di Sullo, so che faccio filosofia perché tatticamente decido io, ma concettualmente il Messina deve essere il Messina”. Non ci sono frasi fatte o retorica, il messaggio del tecnico è chiaro e mirato al suo gruppo: “Il passato non si cancella, ma non si vive di quello. Nessuno mi toglierà quello che è stato, ora è un’altra storia e un’altra storia vogliamo scrivere. Riparto da zero, ripartiamo, io e la squadra”.
EMPATIA – Si oscilla – dicevamo – tra rapporti di campo e ambiente. Il primo non lo spaventa, i piani sono chiari anche se i tempi stringono sempre più: “Difficile fare amichevoli per il Covid, i novanta minuti sono necessari ma faremo di necessità virtù. Tra meno di due settimane c’è l’esordio in Coppa, la società sta lavorando e anche io con lo staff. Stiamo portando il gruppo a un livello omogeneo, c’era chi si stava già allenando e chi era fermo, la cosa importante è quella di essere tutti sullo stesso piano. Non siamo abituati a caricare la squadra nel precampionato e poi mollare, il lavoro è sempre graduale. Anche se il tempo, ripeto, è poco”. Mercato nel vivo, perché il gruppo è ancora scarno, argomento sul quale non entra ma la presenza di Christian Argurio garantisce un colloquio continuo. Società, altro aspetto sfiorato con la solita destrezza: “Come arrivo a Messina? A fine luglio mi ha chiamato il direttore, tutto fatto in poco tempo. Devo fare i complimenti a chi c’era prima – mister Novelli in particolare – perché vincere non è mai scontato, ora dobbiamo costruire un’altra storia”. La ripete spesso la parola “storia”, quella su cui non si siede per facili consensi emotivi, ma che gli tornerà utile per imbastire un nuovo rapporto con Messina: “Sono andato via nel 2007, non è cambiata Messina nel rapporto col calcio ma tutto il mondo. I giovani tifano Messi e Ronaldo, o il PSG, c’è meno campanile. Ai calciatori ripeto sempre che dobbiamo creare empatia, socializzare – che non è sinonimo di social -, conoscere il tessuto cittadino. Poi, è chiaro, i risultati stanno alla base”.
IMPARARE SEMPRE – I temi di campo strappano curiosità, Sullo indossa piedi di piombo e non lascia straripare facili promesse: “Obiettivi? Un gruppo che rappresenti al meglio la città, poi il resto lo dirà il campo giornata dopo giornata. Non amo fare voli pindarici, anche dal punto di vista dell’atteggiamento tattico è presto. Dipenderà dal gruppo, poi capiremo se giocare dieci metri più avanti o indietro. Se non riusciremo a formare il gruppo non potremo far bene, fondamentale per trovare risultati in un campionato così difficile”. Una B2 come viene descritta, più semplicemente una Serie C tosta e che regala l’esordio in casa della Paganese: “ Il calendario lo guardo poco, va preso così com’è perché non dipende da noi. Ho cercato la data dei derby e della gara con la Turris perché ci ho giocato, ma solo per curiosità”. Nessuno slancio eccessivo, anche quando – per chiudere – ricorda i suoi maestri: “ Da Ventura ho imparato tutto, è stato lui a formarmi. Ho imparato, comunque, da ogni allenatore che ho avuto. Ma di imparare non si smette mai, voglio dire che sto imparando anche adesso”.