Il rigore di Cocuzza che apre le porte alla disfatta interna contro l’Akragas. Il cielo sopra il Taranto torna plumbeo dopo l’illusione firmata Salvatore Ciullo. La vittoria nell’esordio contro il Foggia, il pari di Catania per bagnare l’esordio di Petrone sulla panchina etnea, fino alla vittoria pesantissima nel scontro diretto con il Catanzaro. Infine la sconfitta interna con la squadra di Lello Di Napoli, in mezzo anche il pari di Fondi e la caduta di misura per mano del Matera nei quarti di finale della Coppa Italia. Un ruolino, quello di Ciullo, che fa sperare che il terzo tentativo possa essere quello giusto per ottenere l’obiettivo salvezza. Il suo arrivo non ha portato rivoluzioni: il 4-3-3 ha visto stravolgimenti legati alle flessioni rimanendo, però, il sistema di gioco più adeguato alla rosa pugliese. Gruppo esperto e scosso da un mercato invernale che non ha portato la rivoluzione paventata, alla fine l’unico stravolgimento è stato quello tecnico. L’emozione del gol non fa spesso capolino nelle sfide dei tarantini: difesa solida e che subisce, per una squadra che lotta per non retrocede, pochissime reti. In attacco mancano i numeri: l’addio a gennaio di Bollino ha tolto imprevedibilità ma non ha portato grappoli di gol. Magnaghi e Viola tirano la carretta con convinzione ma polveri spesso bagnate. L’arrivo di Maiorano, misto a Nigro e Pirrone fa nascere una linea mediana che non teme nessuno in termine di carattere ed esperienza. Tanto lavoro e capacità di sorprendere: il lavoro del centrocampo è decisivo nel Taranto proposto da Ciullo. I due interni lavorano in catena con terzino ed esterno, in più il loro inserimento senza palla è un’arma che i pugliesi cercano di sfruttare quasi più che al lavoro del centravanti.
CATENE – Primo focus tattico, frame dedicato proprio al lavoro delle catene laterali della squadra di Ciullo: esterni offensivi che giocano con il piede opposto, soluzione che aiuta ad accentrarsi e trovare il calcio verso la porta. Entriamo nel dettaglio dell’immagine: Maiorano (cerchio blu) è in possesso, ecco che si muovono De Giorgi (freccia azzurra) e Viola (freccia rossa). Il mancino ex Reggina taglia alle spalle per poter giocare col piede buono, la sovrapposizione del terzino serve per muovere la difesa e fornire un’opzione importante. Nell’occasione si giocherà su Viola, dal frame però noterete come la difesa del Fondi (in questo caso) non possa sottovalutare nessuna giocata lasciando, ovviamente, libertà al giocatore in possesso.
SPAZIO – Secondo frame, passiamo alla fase difensiva: siamo sempre nella sfida di Fondi, vediamo come il Taranto decida di mantenere una squadra molto corto con i due esterni d’attacco in aiuto al trio mediano. Piccola annotazione: entriamo dentro al riquadro blu, le x rosse servono per evidenziare un importante spazio attaccabile dall’avversario. Motivo? Troppa lentezza nel posizionarsi in fase di non possesso, in più si nota come i tre centrocampisti siano troppi piatti ed in linea non accorciando mai sull’avversario. Tendenza di chi decide di difendere in blocco e creando densità e superiorità negli ultimi venti metri. La grande fisicità dei due centrali di difesa (Altobello e Stendardo) non consentono di alzare troppo la linea, più funzionale la creazione di un blocco compatto e basso che, però, lascia ampio spazio di manovra sulla trequarti campo.